Cronaca
Arrestati i vertici delle curve di Milan ed Inter
Tra gli arrestati il capo ultras rossonero immortalato in uno scatto ormai celebre che lo ritrae con il ministro Salvini ed il bodyguard del rapper Fedez. Anche l’allenatore dei nerazzurri Simone Inzaghi avrebbe ricevuto pressioni.
Questa mattina all’alba la Procura di Milano ha fatto scattare un blitz contro i vertici delle opposte curve di San Siro, ritenuti responsabili di diverse accuse. 19 in tutto gli ultras di Milan ed Inter che sono stati arrestati: 16 sono finiti in carcere, 3 ai domiciliari.
Tra coloro che sono finiti in manette, Luca Lucci, milanista, celebre anche per una foto che lo ritrae in compagnia di Matteo Salvini. Incalzato dai cronisti, il ministro dei Trasporti non ha potuto evitare l’argomento: «Ho fotografie con 100mila persone, anche con i milanisti ho alcune migliaia di foto sperando che siano tutte persone per bene. Ma mi fido delle forze dell’ordine. Ringrazio la polizia – prosegue il ministro – vado allo stadio da quando ho 5 anni e se qualcuno usa lo stadio per interessi suoi con puzza di mafia, camorra e ‘ndrangheta, va isolato, beccato e allontanato. La violenza e la mafia devono stare fuori dagli stadi».
Un altro personaggio celebre risucchiato dall’inchiesta è Christian Rosiello, il bodyguard di Fedez (il cantante è estraneo ai fatti) protagonista del presunto pestaggio del personal trainer Cristian Iovino.
In base alle accuse nei loro confronti, i capi ultras di Milan ed Inter che sono sono arrestati sarebbero responsabili di estorsioni sulla vendita dei biglietti, preteso un “pizzo” mensile derivante dai parcheggi in zona stadio, oltre che di risse e lesioni. Per i vertici della curva interista spunta anche l’aggravante mafiosa e l’accusa di favoreggiamento ad una cosa ‘ndranghetista. L’indagine infatti ha preso avvio dall’omicidio di Antonio Bellocco, che secondo gli inquirenti sarebbe stato un esponente dell’omonima cosca, il quale si era infiltrato nella curva nerazzurra. Per il delitto è stato arrestato il capo ultras Andrea Beretta, ma anche il suo vice, Marco Ferdico, risulta indagato.
Tra coloro che avrebbero ricevuto pressioni c’è anche l’allenatore dei nerazzurri Simone Inzaghi. Nell’ordinanza di custodia cautelare si legge che Ferdico «ha esplicitamente chiesto a Inzaghi di intervenire con la Società, o meglio direttamente con Marotta al fine di ottenere ulteriori 200 biglietti» per la finale di Champion’s League dello scorso anno. In una telefonata all’allenatore, intercettata lo scorso 26 maggio, Ferdico afferma: «Te la faccio breve Mister…ci hanno dato 1.000 biglietti…noi ci siam fatti due conti…ne abbiam bisogno 200 in più per esser tranquilli…ma non per fare bagarinaggio mister (…) arriviamo a 1200 biglietti? Questa è la mia richiesta». Inzaghi l’avrebbe rassicurato: «Parlo con Ferri, con Zanetti, con Marotta, parlo con quelli (…) verrò su…poi ti faccio sapere qualcosa…gli dico…che ho parlato con te e che tanto avevi già parlato con Ferri e Zanetti (…) Marco io mi…mi attivo e ti dico cosa mi dicono». Ma Ferdico precisa: «È il direttore Marotta…bisogna parlare con lui…perché lui ha l’ultima parola…tutto qua».
Cronaca
Ragazzino di 13 anni accoltellato per un pallone da un bambino di 10 anni
L’episodio di violenza si è verificato a Giugliano in Campania, nella provincia di Napoli. La vittima è stata colpita ad una coscia ed è stato portato in pronto soccorso. L’aggressore non può essere imputabile data la giovane età.
Stava giocando a pallone nel campetto a due passi da casa in compagnia di alcuni amici, il ragazzino di 13 anni accoltellato a Giugliano in Campania, in provincia di Napoli, da un bambino di appena 10 anni. L’ennesimo episodio di cronaca nera che ha per protagonisti minorenni è avvenuto nella sera di domenica 17 novembre. I due giovanissimi non si conoscevano e non si erano mai incontrati prima.
Il più piccolo si è avvicinato al più grande e gli ha intimato di consegnarli il pallone. Di fronte al rifiuto dell’altro, che ha passato la palla ad un suo amico, il minore ha estratto un coltello ed ha colpito alla coscia sinistra il tredicenne, dopodiché è scappato. Il ragazzino accoltellato per un pallone è stato soccorso dai genitori degli altri giovani presenti ed accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale San Giuliano, dove sono intervenuti i Carabinieri.
I militari stanno lavorando per ricostruire nel dettaglio la dinamica degli eventi e identificare l’aggressore, che avendo meno di 10 anni non è imputabile. Tuttavia, potrebbe essere segnalato al Tribunale per i Minorenni.
Cronaca
Ragazza morta dopo rinoplastica: lo studio non aveva l’autorizzazione sanitaria
A comunicarlo il presidente di Regione Lazio Francesco Rocca: «è una vergogna». Convalidato il sequestro preventivo dello studio dei Procopio, padre e figlio.
«Da una prima analisi, non ci risulta un’autorizzazione sanitaria valida. Queste sono le informazioni che ho assunto in via sommaria. Gli uffici stanno approfondendo». Francesco Rocca, presidente di Regione Lazio, rende noti dettagli che rendono ancor più assurda la vicenda della ragazza morta in seguito ad una rinoplastica a Roma.
«Queste cose sono una vergogna. I medici per primi sanno che l’autorizzazione sanitaria serve per poter svolgere una qualsiasi attività sanitaria di carattere privato. Sono requisiti minimi essenziali per la saluta della gente. Il mancato rispetto di queste norme è una violazione e un insulto alla stessa professione medica», ha aggiunto Rocca.
Nel frattempo il Gip ha convalidato il sequestro preventivo dello studio ubicato in via Cesare Pavese, in zona Eur a Roma, che, secondo quanto riportato da Repubblica, non era registrato nemmeno come ambulatorio.
Per sapere la causa del decesso di Agata Margaret Spada, la ragazza di 22 anni morta in seguito alla rinoplastica, sarà necessario attendere il referto dell’esame autoptico. In base a quanto ricostruito finora, si sarebbe sentita male subito dopo l’anestesia. Avrebbe girato gli occhi indietro e avrebbe cominciato a tremare. I Procopio avrebbero subito cominciato le manovre di rianimazione. Nel frattempo al fidanzato della giovane, che aspettava in sala d’attesa, è stato chiesto se la ragazza avesse allergie. Il ragazzo, capendo che qualcosa stava andando storto, è entrato in sala operatoria ed ha filmato la scena. La giovane è stata trasferita all’ospedale Sant’Eugenio, dove è deceduta dopo 4 giorni.
Originaria di Lentini, in provincia di Siracusa, aveva raggiunto Roma proprio per sottoporsi all’intervento, un ritocchino al naso. Avrebbe scelto lo studio dei Procopio dopo aver visto una pubblicità su TikTok.
Cronaca
Falso cieco in sella alla bicicletta: truffa da 100 mila euro nel teramano
A mettere i finanzieri sulle sue tracce una segnalazione. All’uomo sono stati sequestrati circa 98 mila euro. E’ stato filmato mentre compiva in autonomia azioni impossibili per un non vedente.
Ha percepito la pensione di invalidità civile e l’indennità di accompagnamento dal 2017 il falso cieco scoperto dalla Guardia di Finanza mentre pedalava in bicicletta sul lungomare di Martinsicuro, nel teramano. Le fiamme gialle di Giulianova hanno cominciato a tenere d’occhio i suoi movimenti dopo una segnalazione al 117 ed hanno accertato che l’uomo, un sessantenne di origine foggiane residente nel comune della costa abruzzese, era in grado di svolgere azioni impossibili per un non vedente.
Oltre al giretto in bicicletta, i finanzieri hanno filmato il falso cieco mentre passeggiava o faceva la spesa. Il tutto in completa autonomia e senza nessun tipo di ausilio. Il sessantenne è stato deferito alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ascoli Piceno per truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche nonché con una proposta di sequestro preventivo per un importo pari all’indebito profitto e con la segnalazione del danno erariale alla Corte dei Conti.
L’Autorità Giudiziaria, avallando gli elementi forniti dalle Fiamme Gialle, ha ritenuto sussistenti le esigenze per l’applicazione del sequestro, finalizzato alla confisca, dei proventi illeciti di oltre 98.000 euro.
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