Mondo
Allarme dell’Onu: «la crisi idrica è imminente»

È iniziata ieri e terminerà domani la Giornata Mondiale dell’Acqua (World Water Day), la conferenza più importante del mondo con seimilacinquecento rappresentanti gli Stati globali al fine di affrontare l’emergenza. Il rapporto Onu sulla crisi idrica è raggelante: oltre 2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua e tale numero è destinato ad aumentare.
Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres sul tema della crisi idrica ha condannato fermamente quelle attività definite “vampiristiche” che prosciugano l’acqua “linfa vitale dell’umanità”, attraverso un consumo e sviluppo eccessivo, presentando il rapporto sull’argomento all’apertura del primo incontro delle Nazioni Unite sulle risorse idriche in 50 anni. E questo periodo di tempo nel quale nessuno a livello internazionale sembra essersi interessato all’acqua dimostra senza ombra di dubbio il ritardo gravissimo nella presa di coscienza e nella voglia di affrontare un problema così gravoso per l’umanità.
Nel rapporto si legge che 2 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile e più di 3 miliardi e mezzo non sanno nemmeno cosa siano i servizi igienici e sanitari, nonostante negli ultimi 40 anni l’uso dell’acqua sia cresciuto dell’1% ogni anno e dovrebbe continuare cos’ fino al 2050 ma la cosa riguarda solo i Paesi più sviluppati.
Richard Connor, principale autore del rapporto Onu, ha denunciato come la “crisi idrica mondiale sarà una questione di scenari differenti, nei quali i governi e i soggetti pubblici e privati sono chiamati a presentare proposte al fine di invertire bruscamente la tendenza e raggiungere l’obiettivo fissato nel 2015, di assicurare l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari per tutti entro il 2030”.
Africa Orientale: i numeri di Oxfam
In Africa orientale 33,5 milioni di persone (1 su 5) sono a corto di acqua pulita. Se la mancanza di piogge rispetterà le previsioni e si protrarrà fino a maggio per il sesto anno consecutivo, sarà la siccità più grave e lunga da quasi mezzo secolo. Oxfam denuncia un aumento del prezzo dell’acqua del 400% da inizio 2021 nelle zone più colpite dalla siccità: Etiopia del sud, nord del Kenya e in Somalia. Il policy advisor per la sicurezza alimentare di Oxfam Italia Francesco Petrelli ha dichiarato che “in questo momento in Africa orientale le persone più affamate sono tragicamente anche le più assetate. Il risultato è che milioni di persone hanno perso tutto, dato che quel poco che avevano era rappresentato da piccoli allevamenti e coltivazioni. Negli ultimi 2 anni la siccità ha ucciso 13 milioni di capi di bestiame e bruciato migliaia di ettari di coltivazioni. Adesso la popolazione è costretta a comprare acqua da privati che ne aumentano continuamente il prezzo e 1.75 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case in cerca di acqua e cibo”.
USA: investimenti per 49 miliardi di dollari per l’acqua
Adrianne Watson, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale ha annunciato: “impegni fino a 49 miliardi di dollari verso l’agenda di azione sull’acqua (Water Action Agenda) che riflettono l’investimento del presidente Joe Biden per un accesso all’acqua equo e resiliente al cambiamento climatico alle infrastrutture idriche e sanitarie a casa e in tutto il mondo”.
Pichetto Fratin all’Onu: “Italia in prima fila sull’emergenza acqua”
“L’Italia è determinata nella risposta alla crisi idrica nel nostro Paese. Strumenti e strategie siano molto cambiati, eppure è evidente che non abbiamo fatto abbastanza per combattere quella che, ancora oggi, resta una delle più gravi emergenze planetarie. L’Italia sostiene con forza l’Agenda di Azione sull’Acqua per porre l’acqua al centro delle strategie di lotta ai cambiamenti climatici. Nel Piano di Ripresa e Resilienza abbiamo mobilitato fondi per le risorse idriche pari a 4,38 miliardi di euro in 5 anni. Recentemente è stato costituito un tavolo di coordinamento per rispondere alla crisi, anche con nuovi strumenti di legge e operativi. Il nostro impegno internazionale non è meno convinto di quello sul piano nazionale e che l’Italia si muove anzitutto nel quadro degli impegni assunti dall’Unione Europea”.
Il sapere di Israele contro spreco e scarsità di acqua
Per superare questa crisi c’è la necessità di costruire una campagna di studio e di intervento globale. In questo Israele può dare un contributo significativo, poiché rappresenta un Paese dotato di uno dei sistemi idrici più avanzati al mondo e con innumerevoli ricerche e tecnologie innovative come il trattamento e il riciclaggio delle acque reflue, detenendo il record mondiale del 95% di cui il quasi 90% viene usato in agricoltura. Altri campi in cui gli israeliani forniscono soluzioni efficientissime da copiare sono la desalinizzazione dell’acqua di mare, l’uso di acqua salmastra in agricoltura, l’irrigazione a goccia e addirittura l’estrazione dell’acqua dall’aria. Se si riuscisse a realizzare queste misure in modo estensivo e globale, in pochi anni si ridurrebbe notevolmente l’inquinamento ambientale e la cancellazione dei sistemi naturali.
Durante questi giorni all’ONU si spingerà per l’accordo e l’implementazione tra i diversi Paesi di molte delle tecnologie israeliane, ma interessi divergenti potrebbero portare a un allungamento dei tempi e a un nulla di fatto, ma non ci resta che osservare e confidare nella buona volontà delle nazioni per la fuoriuscita da questa emergenza e crisi globale più pericolosa di qualsiasi guerra.
Francesca Pia Lombardi
Cronaca
Sparatoria nella fabbrica Mercedes in Germania: due morti

Questa mattina nell’impianto della Mercedes di Sindelfingen, nel sudovest della Germania, si è verificata una sparatoria in seguito alla quale sono morte due persone. Fermato il responsabile, sarebbe un dipendente di una ditta esterna.
La situazione è ora sotto controllo nell’impianto della Mercedes di Sindelfingen, secondo quanto dichiarato alla stampa dal portavoce della polizia di Ludwigsburg Yvonne Schachte, dove questa mattina intorno alle 7:45 si è verificata una sparatoria. Un uomo ha aperto il fuoco nella nell’area degli uffici dei capisquadra.
Due uomini sono stati raggiunti dai colpi. Uno è morto subito, l’altro in seguito al disperato ricovero in ospedale, a causa delle ferite subite. L’attentatore è stato subito fermato. Si tratterebbe di un uomo di 53 anni dipendente di una ditta esterna, che si occupa di logistica.
Non sono note ancora le cause che hanno portato alla sparatoria nella fabbrica della Mercedes in Germania.
Mondo
Nuova strage in Serbia: 8 persone uccise in una sparatoria

Belgrado era ancora sotto shock a causa della prima strage in una scuola verificatasi nel Paese, quando, ad una sessantina di chilometri a sud, si è verificata una nuova sparatoria in Serbia, nella quale sono morte otto persone e ferite tredici.
La nuova strage consumatasi in Serbia si è verificata nella città di Mladenovac, sessanta chilometri a sud di Belgrado, dove lo scorso 3 maggio un ragazzino ha aperto il fuoco con un’arma sottratta al padre ed ha ucciso otto compagni ed il custode dell’istituto. Nella sparatoria di ieri sera, sono morte altre otto persone e sono rimaste ferite altre tredici. Il Paese è sconvolto e c’è il timore che possano verificarsi tentativi di emulazione.
Il killer è già stato arrestato. E’ un ragazzo di 21 anni, che dopo una discussione avvenuta a scuola, sarebbe rientrato a casa ed avrebbe imbracciato il fucile con cui ha compiuto la seconda strage avvenuta in Serbia in una settimana, ancora nei dintorni dei una scuola. Avrebbe incominciato a sparare da un veicolo in movimento su due gruppi di persone, poi sarebbe scappato. dopo una caccia all’uomo lanciata su tutto il Paese, il giovane assassino è stato fermato dalla polizia vicino Kragujevac, nella Serbia centrale.
Per le ricerche, la polizia aveva fatto levare in volo droni ed elicotteri. Sette dei tredici feriti versano in gravi condizioni. Tra le vittime vi sarebbe anche un agente di polizia. Il presidente serbo Vucic dopo le due terribili sparatorie verificatesi nel Paese, ha promesso «un disarmo quasi completo» della popolazione civile.
Mondo
Tajani annulla il viaggio in Francia dopo le parole del ministro Darmanin: «Meloni incapace di risolvere problemi migratori»

Ancora frizioni tra il governo italiano e quello d’oltralpe. dopo che il ministro degli Interni Gérald Darmanin ha affermato durante un trasmissione radiofonica che il governo non è in grado di intervenire sulla questione dei migranti, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha annullato un viaggio in Francia in cui avrebbe incontrato la sua omologa Catherine Colonna: «non è questo lo spirito».
Avrebbero dovuto parlare della gestione dei flussi migratori ed invece proprio sulla questione migranti si è consumato lo strappo tra Italia e Francia che ha portato il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ad annullare l’incontro che avrebbe dovuto tenere con l’omologa d’oltralpe Catherine Colonna. «Parole inaccettabili. Non andrò in Francia per il previsto incontro. Non è questo lo spirito con il quale si dovrebbero affrontare sfide europee comuni» ha affermato il vicepremier Tajani su Twitter, spiegando per quale motivo ha annullato il viaggio diplomatico in programma in Francia.
A scatenare una reazione così piccata, le parole del ministro degli Interni francese Gérald Darmanin, secondo il quale «Madame Meloni, capo del governo di estrema destra scelto dagli amici di Marine Le Pen» sarebbe «incapace di risolvere i problemi migratori per i quali è stata eletta».
Oltre a questo il ministro francese ha affermato: «C’è un vizio nell’estrema destra, che è quello di mentire alla popolazione. La verità è che in Tunisia c’è una situazione politica grave e l’Italia non è in grado di gestire questa pressione migratoria». Meloni dal canto suo ha scelto di non replicare direttamente al francese. Al suo posto c ha pensato, con una netta presa di posizione il ministro Tajani.
In seguito alle polemiche la Francia ha cercato di gettare acqua sul fuoco: ««La relazione tra Francia e Italia si basa sul rispetto reciproco, tra i nostri due Paesi e tra i loro dirigenti. Questo è lo spirito del Trattato del Quirinale. È anche in uno spirito di solidarietà che il governo francese desidera lavorare con l’Italia per affrontare la sfida comune che rappresenta il rapido aumento dei flussi migratori. Ho parlato con Antonio Tajani al telefono. Gli ho detto che la relazione tra Italia e Francia è basata sul reciproco rispetto, tra i nostri due Paesi e tra i loro dirigenti. Spero di poter accoglierlo presto a Parigi», ha affermato la ministra Colonna.
Non si tratta della prima frizione tra i due Paesi, da quando si è insediato il primo governo Meloni. Sebbene tra i primi passi della presidente del Consiglio ci sia stato proprio un tentativo di “disgelo”, in seguito i due governo si sono attestati nuovamente su posizioni distanti e spesso relative alla questione dei flussi migratori.
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