Attualità
Aumento delle accise: lo spot al distributore di Giorgia Meloni torna virale

Nel 2019, quando era all’opposizione, Giorgia Meloni girò uno spot elettorale in un distributore di benzina in cui criticava gli aumenti delle accise e dei prezzi del carburante. Oggi, che è presidente del Consiglio dopo aver trionfato alle elezioni anche in seguito alle promesse sul taglio delle accise fatte in campagna elettorale da lei e dai suoi alleati, non sono stati prorogati gli sconti decisi dal governo precedente e la benzina sfiora i due euro al litro al servito, nonostante il prezzo del greggio sia sensibilmente calato.
I video sul web sono un po’ come le scarpe: non vengono mai davvero dimenticati e prima o poi ritornano di moda. Specie si tratta di uno spot di una rampante politica che, qualche anno più tardi, sarebbe diventata presidente del Consiglio, il o la a seconda del credo, della fede politica, o delle interpretazioni dei participi. E così, lo spot del 2019 in cui Giorgia Meloni faceva finta di fare benzina e anziché pagare il carburante all’impiegato del distributore, versava la maggior parte della somma ad un gaglioffo presentato come “il fisco”, è tornata virale.
A riportare alla ribalta il filmato non è stata solo la buona prova da attrice di Giorgia Meloni, che dimostra naturalezza davanti alla cinepresa, sebbene la sua dizione non sia proprio accademica. Pazienza, in commedia ci sta dare un taglio più caratteristico al personaggio, anche per cercare un’empatia diretta col pubblico. Ma oltre alle costruzioni di regia, a decretare il successo del cortometraggio è stato soprattutto l’argomento proposto, sempre attuale: il costo del carburante. Nel 2019 Giorgia Meloni si scagliava contro gli aumenti dei prezzi e delle accise. Bene, brava, bis.
Ma ora è il 2023 e Giorgia Meloni non è più l’esponente dell’unico partito all’opposizione, è presidente del Consiglio. E a cavallo di capodanno, ovvero pochi mesi dopo il passaggio della campanella, il prezzo del carburante alla pompa per il servito è lievitato e sfiora i 2 euro al litro.
Il governo Meloni non ha decretato l’aumento dei prezzi del carburante, ma il 31 dicembre sono scaduti gli sconti sulle accise del precedente governo Draghi. Si tratta della seconda tranche degli aumenti delle accise, dopo quella di novembre. Il governo Draghi in primavera ridusse di 25 centesimi le accise sui carburanti. Il decreto è stato più volte prorogato, arrivando a tagliare le accise di 35 centesimi. Una misura che ha dato sollievo agli automobilisti, ma che ha gravato sulle casse dello Stato: circa 7 miliardi, il costo stimato.
Un costo che il governo Meloni ha ritenuto eccessivo, anche in considerazione della diminuzione del prezzo del greggio, che aveva raggiunto picchi astronomici, ma che ora ha raggiunto il minimo nell’ultimo anno e mezzo, e che quindi è sparito dalla manovra. Pertanto lo sconto è diminuito a 15 centesimi fino all’1 dicembre, per poi sparire del tutto con l’avvio del nuovo anno.
Scelta legittima, ma che mal si concilia con spot elettorali invecchiati malissimo nel giro di un paio d’anni, e con promesse fatte in campagna elettorale , anche da alleati, sbiadite troppo presto,
Questa storia dunque ha tre morali. La prima è che discuteremo del prezzo del carburante fino a che non inventeranno il teletrasporto, che si spera non vada a benzina. La seconda è che bisogna fare davvero attenzione alle promesse che si fanno in campagna elettorale: può sempre capitare anche al politico più abile e navigato la sciagura di vincere le elezioni. La terza, e forse più importante, è che il web non dimentica e, soprattutto, non perdona.
Attualità
In tre in sella senza casco: polemiche sul cantante Ultimo

Il video che mostra tre persone in motorino senza casco, tra le quali il cantante Ultimo, sfrecciare per le vie di Napoli ha suscitato diverse critiche e in molti chiedo al cantante di chiedere scusa pubblicamente per l’esempio sbagliato che ha fornito.
Le immagini che mostrano tre persone, tra le quali il cantante Ultimo, in sella ad un motorino mentre sfrecciano senza casco per le vie di Napoli, hanno suscitato critiche e polemiche. Non si tratta di un video rubato da qualche paparazzo, ma di un filmato pubblicato su TikTok.Il cantante, guardando in macchina sorridente, fa perfino un gesto di saluto.
Il video è subito diventato virale e contemporaneamente sono montate le critiche di chi crede che si tratti di un pessimo messaggio fornito ai più giovani da parte di un volto noto. L’episodio è diventato perfino un caso politico in seguito al post del deputato napoletano Francesco Emlio Borrelli, Alleanza Verdi-Sinistra: «Ci hanno segnalato un video pubblicato su TikTok che immortala il cantante Ultimo in giro per i Quartieri Spagnoli di Napoli su uno scooter con altre due persone. Nessuno, compreso l’artista, indossa il casco. Una cosa inaccettabile da un personaggio pubblico seguito da tanti giovani. A meno che non ci dica che si tratta di un suo ‘sosia’, chieda scusa pubblicamente al più presto».
Attualità
Che cos’è la chiazza verde fosforescente nelle acque di Venezia?

Si tratterebbe di un liquido tracciante usato in idraulica per verificare eventuali perdite nei tubi e negli scarichi, innocuo per la salute umana. Nessuna sigla ambientalista ha rivendicato il gesto, pertanto si pensa ad uno scherzo o ad un errore umano durante una riparazione.
Suggestive ed inquietanti al contempo, le foto dell’acqua del Canal Grande di Venezia tinta di verde fosforescente hanno fatto il giro del mondo ed hanno alimentato diverse teorie, alcune anche strampalate. Ora invece si sarebbe capito che cosa ha colorato le acque dei canali veneziani: la fluoresceina, un colorante usato come tracciante durante i lavori idraulici, per rilevare perdite nei tubi e negli scarichi. La fluoresceina è innocua per l’uomo, si può reperire tranquillamente e bastano pochi millilitri per colorare diversi litri d’acqua.

Si è pensato che potesse essere una protesta ambientalista sull’esempio di quelle avvenute nei mesi scorsi, nelle quali sono stati imbrattati fontane e palazzi, ma nessuno ha rivendicato il gesto. La mancata rivendicazione porta ed escludere dunque la pista ambientalista e a concentrarsi maggiormente verso la goliardia di qualche bontempone, oppure verso un erroneo sversamento del colorante durante qualche lavoro.
Tra coloro che pensano che l’acqua di Venezia si diventata verde fosforescente in seguito ad una qualche protesta ambientalista, Luca Zaia, presidente di Regione Veneto, che commentando la chiazza allargatasi fino a San Marco aveva paventato il rischio emulazione da «personaggi in cerca di clamore».
Secondo gli esperti, bastano un paio di grammi di fluoresceina per colorare 200 litri d’acqua. In genere il suo effetto dura un paio d’ore, ma per sciogliersi completamente nelle acque dei canali veneziani servirà qualche giorno.
Attualità
Il questionario di una scuola di Roma: «Di che razza è il vostro bambino?»

Un questionario sottoposto ai genitori degli alunni di una scuola elementare di Roma finisce nel mirino delle critiche per via di una domanda contente un riferimento alla razza del bambino.
Il questionario fatto girare tra i genitori degli alunni dell’Ics Borsi-Saffi del quartiere capitolino di San Lorenzo è uno strumento utilizzato per individuare eventuali disturbi dell’apprendimento dei bambini. Tra le informazioni richieste ai genitori, oltre ai dati anagrafici e quelle sul nucleo famigliare, una domanda del questionario però ha fatto scalpore: quella che chiedeva di indicare «gruppo etnico o razza del bambino» ai genitori degli alunni della scuola di Roma.
Giuseppe Romano, psicoterapeuta del Centro clinico Marco Aurelio, che ha offerto a titolo gratuito il servizio di individuazione dei Dsa all’istituto, ha spiegato che si tratta di un vecchio modello standard ancora in uso, privo di alcun intento discriminatorio. In merito alla mancata correzione al riferimento alla «razza», lo psicologo ha ammesso che semplicemente nessuno ci ha pensato e che si è trattato di un’ingenuità.
Ma il caso è andato montando, anche a livello politico. Sette deputati del Pd eletti nel Lazio, tra cui Orfini e Zingaretti, hanno annunciato che sulla questione presenteranno un’interrogazione parlamentare al ministro Valditara. I dem, che hanno definito «inaccettabile» l’episodio, vogliono evitare che in futuro possano ripetersi certi malintesi e non hanno ritenuto sufficientemente esaurienti le spiegazioni fornite dal centro clinico.
Nel frattempo, dopo le obiezioni di alcuni genitori e nonni che hanno sollevato la questione, il modulo è stato moficato e non vi è più un riferimento alla razza, bensì alla nazionalità del bambino.
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