Cronaca
Il figlio di 3 anni è vivace e lei prima lo picchia e poi lo segrega in cameretta: arrestata

Chiuso in camera con solo un secchio pieno d’acqua per poter bere, dopo essere stato picchiato. A vivere questa traumatica esperienza non è il protagonista di un film horror, ma un bambino di 3 anni, la cui colpa è stata giocare mettendo a soqquadro la casa.
Una donna di origine rumena sul cui capo pendeva un mandato di cattura internazionale spiccato dell’Europol, è stata rintracciata ed arrestata in provincia di Trieste mentre cercava di raggiungere la Romania ed ora si trova nel carcere di Venezia. In base alle accuse nei suoi confronti, la madre avrebbe picchiato e segregato in camera il bambino piccolo, di soli 3 anni, per punire la troppa vivacità.
I fatti si sono svolti circa un anno fa in Germania, dove la donna allora trentenne viveva e lavorava come operaia. Un giorno, giocando, suo figlio ha messo soqquadro la casa e per punire il suo comportamento, prima la madre lo ha prima sculacciato, poi lo ha chiuso a chiave nella cameretta, lasciandogli un secchio pieno d’acqua per poter bere. Il fatto è stato denunciato da alcuni vicini di casa, che avrebbero riportato anche altri atteggiamenti violenti nei confronti del piccolo.
Quando la polizia tedesca si è recata nell’appartamento in questione per fare due domande alla donna, la famiglia composta da madre, padre e due figli, uno dei quali è il bambino segregato, se n’era già andata. Da qui, il mandato di cattura internazionale emesso dall’Europol. Oggi la donna è stata fermata in provincia di Trieste, mentre si trovava su un autobus diretto nel suo Paese di origine. In carcere a Venezia in attesa di estradizione, rischia fino a 10 anni di carcere.
Attualità
Si sposano in terapia intensiva perchè è convinto di morire. Ma il cuore compatibile arriva 12 ore dopo le nozze

TORINO – Storia a lieto fine quella di una coppia che ha pronunciato le proprie promesse di matrimonio dentro il reparto di terapia intensiva dell’ospedale Molinette di Torino con la convinzione che sarebbero state di “fine vita”.
I due erano insieme da sei anni e hanno una figlia piccolissima nata lo scorso 15 aprile. Tutto sembrava procedere per il meglio e il loro matrimonio si sarebbe dovuto celebrare il prossimo settembre.
L’uomo, però, è stato colto da un violento infarto. Subito i soccorsi lo hanno portato presso l’ospedale di Verduno, ma la situazione era talmente critica che si è reso necessario il trasporto all’ospedale Molinette dove le sue condizioni giorno dopo giorno sono diventate sempre più critiche.
Era necessario un cuore nuovo che però non è arrivato e così la coppia ha deciso di coronare il sogno sposandosi dentro il reparto di terapia intensiva delle Molinette. Un rito civile, con tanto di palloncini, un momento di commozione, gioia, ma anche tristezza.
Durante la prima notte di nozze, però, è arrivata la notizia più bella: è stato trovato un cuore per Maurizio. L’equipe delle Molinette è corsa subito a Napoli a prelevare il cuore che poco dopo è stato trapiantato dentro il torace dell’uomo. A condurre l’operazione è stato il dottor Massimo Boffini e ci ha impiegato ben sette ore.
Attualità
Omicidio Niccolò Ciatti:15 anni al ceceno Bissoultanov. Il padre: “Vergogna”

FIRENZE – 15 anni di reclusione inflitti in Spagna al ceceno Rassoul Bissoultanov per l’omicidio di Niccolò Ciatti, morto il 12 agosto 2017 a Lloret de Mar dopo un pestaggio in una discoteca.
Come riporta l’Ansa, lo riferisce su Facebook il padre, Luigi Ciatti: “Il Presidente del Tribunale di Girona ha inflitto la pena minima di 15 anni. Penso che dovrebbe studiare la parola Giustizia. Giustificare una sentenza del genere con ‘per quanto possa sembrare duro ai parenti’ credo che veramente dovrebbe cambiare lavoro”. “Ci troviamo di fronte persone che dovrebbero essere dalla nostra parte”, “invece sono al fianco degli assassini. Siete la vergogna di un mondo civile”.
Attualità
Insulti e cinghiate: due ragazzi aggrediti dopo il Gay Pride di Napoli

NAPOLI – Percossi a cinghiate dopo aver reagito agli insulti omofobi nei loro confronti. Due giovani romani, entrambi ventenni, sono stati insultati e aggrediti dopo aver partecipato al Pride di Napoli. Si trovavano a piedi in strada al centro della città quando sono stati avvicinati da due giovani della provincia di Napoli che hanno iniziato a rivolgere insulti nei confronti dei due, uno dei quali ha reagito alle offese.
I due sono scesi dall’auto ed hanno iniziato a percuotere le vittime, a spintoni, schiaffi e anche con la cinghia dei pantaloni e poi si sono allontanati. Come riporta Repubblica, i due giovani romani hanno chiesto l’intervento dei carabinieri: attraverso la centrale operativa sono iniziate le ricerche dell’auto e degli aggressori. La vettura è stata individuata in piazza Carlo III dalla pattuglia della stazione Borgoloreto. Ne è nato anche un breve inseguimento, al termine del quale i due sono stati bloccati e denunciati. Le due vittime sono state soccorse all’ospedale San Paolo, per loro una prognosi di cinque giorni.
Il Comune di Napoli ha espresso “ferma condanna da parte dell’amministrazione in merito all’aggressione omofoba ai danni di due ragazzi dopo il Pride di ieri, denunciata dalle vittime e che ha visto l’intervento immediato della forze dell’ordine. L’episodio non sporca la forza di una manifestazione straordinariamente partecipata dalle associazioni, dagli attivisti e dai singoli cittadini per confermare la natura accogliente di Napoli in cui ci si batte tutti i giorni per l’uguaglianza dei diritti”.
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