Politica
Bocciato in Senato il certificato di filiazione europeo, avrebbe tutelato maggiormente le famiglie omogenitoriali

La proposta di adottare un certificato europeo di filiazione, che avrebbe garantito omogeneità tra i Paesi UE in termini di genitorialità anche alle famiglie omogenitoriali, è stato bocciato in Commissione Politiche europee del Senato.
Nuova stretta sulle famiglie arcobaleno. Dopo che a Milano è stato bloccato il riconoscimento di figli di coppie Lgbtq+, ieri il Senato ha respinto la proposta di adottare un certificato europeo di filiazione. Il certificato avrebbe garantito l’omogeneità genitoriale in tutti i Paesi membri dell’UE: avrebbe dunque rappresentato una tutela per le coppie omogenitoriali, mentre non sarebbe cambiato nulla per le altre coppie, quelle “diverse”.
Se il documento fosse stato adottato, il riconoscimento di genitorialità ottenuto da una coppia omogenitoriale, si sarebbe automaticamente esteso in tutti i Paesi dell’Unione. Vibranti proteste da parte della comunità Lgbtq+, che ha interpretato questa decisione e quella del Prefetto di Milano, come un tentativo di limitare, se non di revocare, le conquiste ottenute.
Nel frattempo il Partito democratico annuncia una manifestazione di protesta nel capoluogo lombardo per il prossimo sabato. Attesa la partecipazione del sindaco Sala, della segretaria dem Elly Schlein e del deputato Zan, autore del ddl che porta il suo nome,.
Politica
«I funerali di Giulia sono stati una telenovela nazionale» nuova bufera sul consigliere veneto

Secondo Stefano Valdegamberi, consigliere regionale di Regione Veneto, i funerali in diretta TV di Giulia Cecchettin, la giovane vittima del femminicidio che ha scosso il Paese, sono stati uno «show mediatico» ed una «telenovela».
Il consigliere regionale del Veneto Stefano Valdegamberi, eletto nella lista Zaia e poi passato al gruppo misto, ci ricasca. Dopo che un suo post, nel quale definiva i funerali di Giulia Cecchettin in diretta televisiva «uno show mediatico», lo ha portato all’ettenzione dell’opinione pubblica e dopo aver accostato la sorella della giovane vittima di femminicidio al satanismo, oggi ad Affariitaliani il consigliere rincara la dose: «Ne sono state ammazzate tante di ragazze e di donne e nessuno ne parla mentre le televisioni stanno facendo diventare questo caso una telenovela nazionale».
Parle che, al pari di quelle che lo avevano già reso celebre, hanno suscitato un’infinità di polemiche. Tra le altre osservazioni del consigliere veneto, merita una menzione particolare la seguente: «Temo che l’obiettivo sia quello di enfatizzare questo caso, senza dubbio gravissimo, strumentalizzarlo e far approvare qualche legge assurda come l’educazione sessuale nelle scuole […] Non vorrei che diventasse un alibi per sdoganare la teoria gender nella scuola, buttata fuori dalla porta cerca di rientrare dalla finestra».
Politica
Toninelli vorrebbe un compenso per il suo ruolo: irritazione nel Movimento 5 Stelle

L’ex deputato e ministro pentastellato è tornato al suo precedente lavoro di assicuratore, ma siede anche nel comitato dei “probiviri”, l’organo interno al movimento che decide su sanzione ed espulsioni.
L’ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli vorrebbe un compenso per il ruolo che svolge all’interno del Movimento 5 Stelle. Ha rispettato il limite dei due mandati, uno dei valori fondanti del primo Movimento 5 Stelle e tra i pochi a resistere ancora, nonostante (o forse grazie a) defezioni eccellenti proprio a causa di essa. Adesso, dopo due legislature da parlamentare, è tornato alla sua precedente vita da assicuratore, ma non è concluso il suo impegno per il partito: siede nel collegio dei “probiviri” l’organo di consultazione interno al partito chiamato a derimere le questioni disciplinari. Insieme al lui fanno parte del collegio l’ex ministra Fabiana Dadone e l’attuale presidente della Vigilanza Rai Barbara Floridia.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Danilo Toninelli avrebbe richiesto al Movimento 5 Stelle di istituire un compenso, una sorta di gettone di presenza, per l’incarico che dal 2016 invece non comprende alcun rimborso. Il motivo che avrebbe portato l’ex ministro Toninelli a formulare questa richiesta sta nella complessità di alcuni dossier che richiederebbero molte ore di lavoro.
Anche l’ex ministro dunque, una delle voci grilline più intransigenti per quanto riguarda l’abbattimento dei costi della politica, pare essersi ammorbidito. La proposta avrebbe suscitato l’irritazione di diversi esponenti e secondo il giornale che ha pubblicato la notizia, avrebbe fatto storcere il naso allo stesso Giuseppe Conte.
Politica
Nuovo incarico per Vannacci, il generale esulta, ma Crosetto frena: «qualcosa bisognava fargliela fare»

Il generale finito alla ribalta per le sue dichiarazioni borderline contenute nel libro autoprodotto “Il mondo al contrario”, è stato nominato capo di Stato maggiore del comando forze operative terrestri. Se Vannacci parla gi incarico prestigioso, il ministro della Difesa glissa: «l’ha venduta come se andasse a fare chissà che cosa, è un compito adatto al suo curriculum, perché qualcosa bisognava fargliela fare in attesa che l’inchiesta vada avanti».
Nemmeno il tempo di cominciare il nuovo lavoro, che al generale Roberto Vannacci è stato notificato l’avvio dell’inchiesta nei suoi confronti, relativamente alla vicenda del libro “Il mondo al contrario”. Proprio oggi ha preso avvio il periodo di affiancamento propedeutico come capo di Stato maggiore de Comando Forze Operative Terrestri, ma, come ha spiegato Crosetto, non si tratta di una promozione.
Vannacci ha ricominciato a lavorare dopo essere stato sollevato dal suo precedente incarico, ma secondo alcune indiscrezioni di stampa, avrebbe già preso un mese di licenza «per motivi famigliari», in attesa che prenda avvio un eventuale processo disciplinare nei suoi confronti.
Il generale ha preso bene la notizia del nuovo incarico: «è una nomina adeguata al mio background. Sarò il capo di tutto lo staff e coadiuverò il comandante in capo». Non è altrettanto entusiasta il ministro della Difesa Guido Crosetto, che sgombera il campo da ogni dubbio: «non è stato né promosso, né retrocesso». Crosetto, che biasima i commenti di chi si sente esperto «di questioni e tematiche militari», specifica: «Il generale non va a fare il capo delle forze operative terrestri, va a fare il capo di Stato maggiore del comando forze operative terrestri, che ha un suo capo, cioè il generale Camporeale, che dipende da un vice, Ristuccia, e da questo vice dipende Vannacci. Lui l’ha venduta come se andasse a fare chissà che cosa, è un compito adatto al suo curriculum, perché qualcosa bisognava fargliela fare in attesa che l’inchiesta vada avanti perché l’inchiesta andrà avanti».
Secondo diversi osservatori, il nuovo incarico di Vannacci avrebbe anche una valenza politica: servirebbe e a tenerlo lontano dalla corsa alle urne per le Europee del 2024. Un’eventuale candidatura è un’idea che potrebbe aver accarezzato non soltanto il generale. Non a caso, tra i primi a complimentarsi col generale è stato Matteo Salvini, leader della Lega, il partito al quale Vannacci è stato accostato.
E per rendere il dibattito ancor più acceso, Vannacci ha pensato bene di dir la sua anche sul tema femminicidio, che però non gli piace «chiamarlo così. Quindi l’assassinio di un tabacchino lo chiameremmo commercianticidio?». Per Vannacci non bisogno distinguere per genere le vittime di un delitto, perché altrimenti si violerebbe «il principio di applicazione universale della legge».
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