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Il “var” del Senato incastra Renzi: i senatori IV sostano a lungo nel catafalco

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ROMA – Il “var” applicato al Senato parlerebbe chiaro: i cinque senatori renziani, a differenza dei colleghi di Azione di Calenda, si fermano più a lungo nel catafalco dove si vota. Non solo, grazie alle immagini trasmesse dalla tv del Senato è possibile notare una differenza sostanziale: gli eletti a palazzo Madama con Italia Viva non tirano dritto, uscendo dalla cabina in pochissimi secondi ma, come si evince dai piedi, si voltano e si avvicinano al tavolo dove si appoggia la scheda per scrivere.

Gli eletti del terzo polo sono nove: Carlo Calenda, Silvia Fregolent, Mariastella Gelmini, Marco Lombardo, Raffaella Paita, Matteo Renzi, Daniela Sbrollini, Ivan Scalfarotto e Giusy Versace. I voti per Ignazio La Russa sono più di quelli preventivati e a disposizione della maggioranza di centrodestra. E così, tra le fila dell’opposizione è già partita la caccia alla ‘manina‘ che ha aiutato l’elezione dell’esponente di Fratelli d’Italia.

Nonostante Matteo Renzi e Carlo Calenda si siano smarcati dalle accuse (“Non siamo stati noi, lo avrei rivendicato con orgoglio. Noi 9 abbiamo votato scheda bianca“, ha detto l’ex premier), sotto osservazione dei social finisce il conteggio dei secondi che i 9 parlamentari restano nei catafalchi. Ad esempio Renzi si ferma tra i 4 e 5 secondi, spostandosi di lato e poi esce. Calenda entra, resta fermo e frontale per un paio di secondi e poi solleva le tendina ed esce. Più o meno come Mariastella Gelmini e Giusy Versace, mentre Ivan Scalfarotto si sofferma un pò di più spostandosi di lato.

“Noi non siamo stati. Anche perchè servivano 20 senatori e noi siamo solo nove. E’ stata un’operazione politica vera e propria, e a mio giudizio, ha colto nel segno”, smentisce alla Dire Ivan Scalfarotto, tra i senatori renziani accusati di aver votato La Russa. Come riporta l’Huffington Post, contro di lui, il tempo di sosta nella cabina di votazione: se avesse ritirato e consegnato la scheda senza aprirla, ci avrebbe impiegato pochi secondi. Invece scalfarotto si attarda sotto la tenda.

“Ma neanche per sogno. Io ho una storia e con tutto il rispetto per la persona non voto per La Russa alla presidenza del senato”, dice Scalfarotto. “Il voto è segreto e io in ogni occasione apro la scheda e la ripiego. Questa volta l’indicazione del gruppo era scheda bianca e così è stato”.

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Sempre peggio gli ascolti di Pino Insegno: il nuovo corso Rai torna al vecchio?

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Non si risollevano gli ascolti de Il Mercante in Fiera che totalizza uno share da record (negativo): in viale Mazzini prenderanno provvedimenti? Intanto in Mediaset sembra azzeccata la scelta di puntare su opinione e talk show, eccezione fatta per Myrta Merlino.

L’avvio non è stato proprio entusiasmante, tranne che per il conduttore. Le puntate successive non hanno registrato alcuna inversione di tendenza, anzi hanno formato una parabola discendente. Pino Insegno, che in estate è stato presentato come volto simbolo del nuovo corso Rai del governo Meloni, non riesce a far decollare Il Mercante in Fiera, che ieri sera ha registrato il peggior risultato finora in termini di ascolti: 1,6% si share, con 301 mila spettatori.

Non proprio il rilancio che i vertici di Viale Mazzini avevano chiesto al conduttore. Secondo alcune indiscrezioni, sarebbe arrivato addirittura un ultimatum: o la situazione cambia in breve, nel giro di un paio di settimane, o il programma salta. E per L’Eredità, il programma di punta della fascia preserale di Rai1, potrebbero esserci sorprese. Insomma, il rischio per Pino Insegno è che se non trova in fretta un rimedio all’emorragia di ascolti, Rai potrebbe affidare a qualcun altro la conduzione.

Sembrerebbe essere stata una strategia migliore invece quella scelta da Mediaset, che ha avviato una campagna di detrashizzazione, puntando su talk show e programmi d’opinione. Bene l’innesto di Bianca Berlinguer, non altrettanto quello di Myrta Merlino, che invece sta seguendo una sorta di percorso al contrario: dopo un avvio incerto, sta tentando di recuperare il pubblico che fu di Barbara D’Urso con contenuti che si muovono in questo solco. L’approfondimento sulla veggente di Trevignano ne è un figlido esempio, ma che per il momento non ha prodotto risultati significativi. E anche in questo caso, i bene informati assicurano che a Cologna Monzese qualcuno starebbe pensando alle alternative.

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Patty Pravo: «come si fa a far questo mestiere senza anfetamina?»

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In un’intervista a Belve la cantante e show girl Patty Pravo ha rilasciato alcune dichiarazioni che hanno fatto scalpore ed attirato critiche, in particolare quella sulle droghe e sull’anfetamina.

Non sarà Fedez, ma Patty Pravo è più gangsta del rapper. Intervistata a Belve, Patty Pravo ha parlato senza peli sulla lingua del suo rapporto con le droghe, ammettendo di averne provate di diverse tipologie («tutte» è stata la sua risposta, ndr) e spingendosi a dire: «ma chi è che fa questo mestiere senza anfetamina?».

Sono anche altri i temi toccati, come l’amore, gli inizi, la carriera, i viaggi, i ritocchini, il rapporto col successo e via dicendo. Ma le dichiarazioni a proposito delle sue esperienze “stupefacenti” sono quelle che hanno ottenuto la cassa di risonanza più ampia.

Anche perché Patty Pravo si dimostra piuttosto arzilla in tema droghe, perché quando la conduttrice le chiede se si stia riferendo agli anni ’70, la cantante risponde: «in generale».

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Salvini e il post mentre fa la spesa: «niente pesche, ma tanta roba», Calenda: «vai a lavorare»

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Matteo Salvini posta sul proprio profilo un post con due foto che lo immortalano mentre fa la spesa e il leader di Azione Calenda lo trolla: «non ci rompere le pxxxe e vai a lavorare».

Matteo Salvini è alla frutta e lo fa vedere: posta una foto sul proprio profilo mentre fruga tra i marroni nel reparto ortofrutticolo di una nota catena di supermercati, di cui recentemente si è molto discusso a causa dello spot della pesca della discordia. E proprio citando il caso mediatico Salvini pubblica un post con due foto, una mentre carica la spesa in macchina e uno in cui sceglie le castagne, accompagnate dalla didascalia: «niente pesche, ma tanta roba. Le domeniche belle».

In poco tempo arriva la risposta, fulminea e fulminante, dell’onnipresente (sui social) Carlo Calenda: «Caro Matteo, non ci rompere le pxxxe e vai a lavorare. Parte seconda». Un post non proprio velato insomma. Parte seconda perché qualche giorno fa ne aveva caricato uno simile sempre rivolto al ministro dei Trasporti e sempre sul medesimo argomento.

Salvini infatti aveva condiviso sul proprio profilo lo spot oggetto del dibattito, commentando: «Dare voce ai tanti genitori separati, a quelle mamme e a quei papà quasi mai citati e spesso troppo dimenticati, al legame indissolubile con i figli. Trasformare uno spot in uno splendido messaggio di Amore e Famiglia merita solo sorrisi. Come fa certa gente a insultarlo e deriderlo solo perché non narra il “modello” che vorrebbero loro?». Anche in questo caso la replica del leader di Azione non si è fatta attendere ed è arrivata in punta di fioretto: «Matteo, non ci rompere le pxxxe e vai lavorare».

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