Politica
Caso Metropol, Salvini al contrattacco: «Spero che giornalisti e politici complici di questa messinscena paghino»

Ad aprile la Procura ha archiviato l’inchiesta sul caso Metropol e sui presunti fondi russi alla Lega. Nei giorni scorsi La Verità ha pubblicato una serie di articoli nei quali smonta lo «scoop bufala» del 2019 dell’Espresso. Ma gli autori difendono il pezzo: «trattativa accertata».
Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini gongola e i giornali di centrodestra gli danno man forte sullo scontro politico-editoriale relativo al caso Metropol, la presunta trattiva tra faccendieri russi e uomini del carroccio per far arrivare fondi in rubli nelle casse della Lega. Ad aprile la Procura ha accolto la richiesta di archiviazione, mentre nei giorni scorsi La Verità ha dedicato una serie di “contro scoop” all’articolo de L’Espresso.
La notizia è stata pubblicata nel febbraio del 2019, quando Salvini e la Lega erano al governo e all’apice degli indici di gradimento dell’elettorato. Secondo l’articolo, all’hotel Metropol di Mosca avvenne un incontro tra il collaboratore di Salvini Gianluca Savoini e alcuni emissari russi. Al centro dell’incontro, un presunto scambio di favori: fondi russi in cambio di posizioni favorevoli alle politiche russe. Secondo La Verità, si sarebbe trattato di uno scoop montato ad arte, con testimoni imbeccati dai giornalisti che hanno firmato il pezzo.
Giovanni Tizian e Stefano Vergine però, oggi in forza a Domani, non ci stanno e bollano questa ricostruzione come una «balla sesquipedale». Secondo i giornalisti la trattiva non andò in porto, ma ci fu ed è perfino documentata.
Sulla vicenda è stato chiamato ad esprimersi anche il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, su richiesta del Carroccio. Nel frattempo il leader della Lega promette ripercussioni: «Era tutta una montatura, per screditare me e la Lega, alimentata con strategie che, secondo le ultime rivelazioni, appaiono inquietanti. Spero che giornalisti e politici che pare – secondo gli ultimi dettagli emersi – siano stati complici di questa enorme e vergognosa messinscena paghino per l’errore commesso. Noi, come sempre, andiamo avanti a testa alta e con la coscienza a posto».
Attualità
Salvini e il post mentre fa la spesa: «niente pesche, ma tanta roba», Calenda: «vai a lavorare»

Matteo Salvini posta sul proprio profilo un post con due foto che lo immortalano mentre fa la spesa e il leader di Azione Calenda lo trolla: «non ci rompere le pxxxe e vai a lavorare».
Matteo Salvini è alla frutta e lo fa vedere: posta una foto sul proprio profilo mentre fruga tra i marroni nel reparto ortofrutticolo di una nota catena di supermercati, di cui recentemente si è molto discusso a causa dello spot della pesca della discordia. E proprio citando il caso mediatico Salvini pubblica un post con due foto, una mentre carica la spesa in macchina e uno in cui sceglie le castagne, accompagnate dalla didascalia: «niente pesche, ma tanta roba. Le domeniche belle».
In poco tempo arriva la risposta, fulminea e fulminante, dell’onnipresente (sui social) Carlo Calenda: «Caro Matteo, non ci rompere le pxxxe e vai a lavorare. Parte seconda». Un post non proprio velato insomma. Parte seconda perché qualche giorno fa ne aveva caricato uno simile sempre rivolto al ministro dei Trasporti e sempre sul medesimo argomento.
Salvini infatti aveva condiviso sul proprio profilo lo spot oggetto del dibattito, commentando: «Dare voce ai tanti genitori separati, a quelle mamme e a quei papà quasi mai citati e spesso troppo dimenticati, al legame indissolubile con i figli. Trasformare uno spot in uno splendido messaggio di Amore e Famiglia merita solo sorrisi. Come fa certa gente a insultarlo e deriderlo solo perché non narra il “modello” che vorrebbero loro?». Anche in questo caso la replica del leader di Azione non si è fatta attendere ed è arrivata in punta di fioretto: «Matteo, non ci rompere le pxxxe e vai lavorare».

Politica
Berlusconi Day a Paestum, Fascina dedica un’ode a Silvio, Paolo esclude la partecipazione diretta della famiglia in FI

Silvio Berlusconi oggi avrebbe compiuto 87 anni e per omaggiarlo il popolo azzurro, quello che qualche anno si sarebbe definito “l’esercito di Silvio”, si è radunato a Paestum per una tre giorni dal titolo evocativo: “Berlusconi Day”.
Tra i tanti presenti, spiccavano gli assenti. Oggi Forza Italia si è radunata a Paestum per una convention di partito tutta dedicata ad onorar la memoria del suo fondatore, che oggi avrebbe compiuto gli anni. Ma non tutti si sono presentati al Berlusconi Day.
Non c’era ad esempio la vedova inconsolabile Marta Fascina, che però torna a far parlare di sé con una poesia dedicata al compagno (ci perdonerà per l’uso del termine ndr), dopo essere a lungo sparita dai radar. A tornare sulla scena, ed in Parlamento, l’aveva pungolata anche un altro grande assente di oggi, Paolo Berlusconi, fratello dell’ex presidente. Che con una dichiarazione sembra chiudere le porte a qualsiasi discesa in campo di qualche berluscones («la famiglia ha dato»).
Fascina ha pubblicato sui propri social un’ode dedicata alla memoria di Silvio Berlusconi. Troppo lunga per riportarla integralmente, ne citiamo giusto un passaggio: «A Te che sei baluardo di democrazia e di libertà. A Te che sei un esempio di concretezza, pragmatismo, dinamismo, visione per le future generazioni. A Te che hai cambiato il modo di vedere e interpretare il mondo. Auguri a Te che hai solo fatto del bene all’Italia e agli Italiani». Ancora molto provata dal lutto, Fascina non riesce a trascinarsi verso il suo luogo di lavoro, Montecitorio.
Ha infatti totalizzato il record di assenze per ore: su 3.395 votazioni è stata presente soltanto in 18 occasioni. Un po’ pochino, tanto da spingere Paolo Berlusconi a pungolarla: «Basta con le lacrime, l’ho detto anche a Marta che è inconsolabile, ma che deve trovare la forza di tornare in Parlamento perché è un suo diritto, ma soprattutto un suo dovere».
Ma il fratello di Berlusconi, che ora viene cercato da cronisti e giornalisti come mai prima, oggi ha rilasciato anche un’altra importante dichiarazione, relativa ad eventuali discese in campo dei figli del fondatore: «Io credo che Forza Italia sia il sesto figlio di mio fratello. Ne abbiamo avuto la riprova anche negli ultimi giorni della sua vita, quando ha speso gli ultimi suoi momenti a lavorare su Forza Italia. Quindi, è impensabile che noi ce ne stacchiamo. Una partecipazione diretta, invece la ritengo molto più improbabile, perché credo che ognuno debba avere il suo ruolo. E poi, diciamoci la verità, abbiamo già dato. Quello che hanno fatto subire a mio fratello ha dell’incredibile e non credo che nessuno della famiglia si meriti un trattamento così similare».
Politica
Lollobrigida: «abbiniamo il vino al benessere, con eventi sportivi»

La tradizione popolare, non confermata dalla scienza, vuole che un bicchiere di vinoi al giorno non solo non faccia male, ma sia oltretutto benefico. Il ministro per l’Agricoltura Lollobrigida è andato anche oltre ed ha proposto di abbinare il «consumo di vino al benessere fisico con gli eventi sportivi».
Chissà se aveva bevuto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida prima di affermare in collegamento al Festival del Trentodoc, per rispondere a chi «tenta di criminalizzare il consumo» di vino, di volerlo promuovere abbinandolo «al benessere fisico con gli eventi sportivi».
In sostanza, significherebbe organizzare eventi sportivi collegati al vino, per promuoverne i benefici per il fisico. Quale sportivo abbia ottenuto benefici dal consumo di alcol non è dato saperlo, escludendo per meriti sportivi George Best e Kimi Raikkonen da questo ragionamento. Cosa significhi nel concreto la proposta di Lollobrigida di abbinare vino e sport non è chiaro, ma l’uscita del ministro ha già ottenuto ampia risonanza sul web.
Non si tratta d’altronde della prima volta che il cognato della presidente del Consiglio si ritrova al centro di una polemica che i social hanno amplificato. Prima a causa delle sue dichiarazioni dopo la tragedia di Cutro, poi per le sue preoccupazioni relative al pericolo di sostituzione etnica ed infine per le frasi sulla razza e la Costituzione. Che può fare un bicchiere di vino.
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