Politica
A Trento confermato Fugatti, a Bolzano male i partiti “italiani” e SVP di Kompatscher resta primo, ma crolla

Alle elezioni provinciali 2023 nella Provincia autonoma di Bolzano è stato rieletto per un terzo mandato Arno Kompatscher, ma il suo partito cala drasticamente. Crescono gli indipendentisti altoatesini e guadagno un seggio la lista della no-vax Sara Cunial. Crolla La Lega, che però a Trento centra la conferma di Fugatti. Restano fuori in entrambe le province M5S e FI.
SVP, Südtiroler Volkspartei, resta il primo partito della provincia autonoma di Bolzano, pur collezionando il peggior risultato della sua storia. Arno Kompatscher viene confermato per un terzo mandato, ma dovrà giocare col bilancino per formare una giunta con 12 partiti in consiglio, mentre a Trento ha sicuramente meno nodi da sciogliere Maurizio Fugatti, che ha staccato sensibilmente la coalizione di centrosinistra alle elezioni provinciali 2023.
E nonostante in Alto Adige la Lega abbia subito un tracollo, Salvini esulta per il risultato in Trentino e in altre amministrazioni: «Lombardia, Lazio, Friuli-Venezia Giulia, Molise e ora provincia autonoma di Trento. Premiata nel 2023 la concretezza e la buona amministrazione del territorio con la Lega e il centrodestra». E poco importa se a Bolzano la Lega ha guadagnato un solo seggio, scesa dall’11% al 3%.
Va meglio Fratelli d’Italia, ma in generale crollano tutti i partiti di lingua italiana, che sono riusciti a guadagnare soltanto 5 dei 35 seggi in palio. Guadagna un seggio la lista Vita di Sara Cunial. E’ la prima elezione che centra la lista in odore di tesi no-vax , che proprio a Bolzano ottenne il suo miglior risultato alle Politiche, dalle quali rimase però esclusa. Grande il balzo in avanti compiuto dalla lista indipendentista sudtirolese Süd-Tiroler Freiheit, che supera il 10%.
A Trento la coalizione di centrodestra ha nettamente superato quella di centrosinistra, con le liste a sostegno della conferma di Fugatti che hanno sfiorato il 52%. Sia a Trento che a Bolzano restano fuori dal consiglio per non aver superato la soglia di sbarramento il Movimento 5 Stelle e Forza Italia.
Politica
Delmastro: «non mi dimetto, sono orgoglioso di quel che ho fatto»

Il sottosegretario alla Giustizia rinviato a giudizio per violazione del segreto d’ufficio: «inconsueto, i pm hanno chiesto l’arciviazione».
Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia sotto il fuoco delle polemiche per aver passato informazioni coperte dal segreto d’ufficio sul caso Cospito al deputato FdI Giovanni Donzelli, non ha intenzione di rassegnare le dimissioni.
E’ quanto ha spiegato oggi in un’intervista al Corriere della Sera, nella quale ha detto: «intendo continuare ad esercitare il mio ruolo, al meglio, all’interno del ministero della Giustizia». Delmastro ritiene il suo rinvio a giudizio per rivelazione di segreti d’ufficio «inconsueto» dal momento che «anche questa seconda volta il pubblico ministero Paolo Ielo e altri tre pm hanno ribadito la richiesta di archiviazione della procura nei miei confronti».
I guai con la Giustizia del sottosegretario alla Giustizia sono cominciati durante le ultime fasi del processo all’anarchico Cospito. Andrea Delmastro Delle Vedove, di Fratelli d’Italia, ha passato le informazioni sui dialoghi di Cospito in carcere al vicepresidente del Copasir Donzelli, che le ha poi rivelate in aula.
Il caso ha sollevato molte polemiche e dopo il rinvio a giudizio le opposizioni hanno chiesto le dimissioni di Delmastro, che però non ci pensa minimamente. «Sono orgoglioso di aver fronteggiato l’attacco frontale al 41 bis di terroristi e anarchici in combutta con la criminalità organizzata e della mafia».
Politica
Talò, l’ex consigliere di Palazzo Chigi che ha passato lo scherzo telefonico a Meloni, andrà alla Difesa

Ha lasciato il suo incarico dopo la «vicenda gestita con leggerezza» dello scherzo telefonico di due comici russi a Giorgia Meloni, ma ora passa alla Difesa e, secondo alcuni fonti di stampa, è in attesa di prendere la presidenza dell’Ispi.
Francesco Talò è l’uomo che ha passato a Giorgia Meloni la telefonata poi rivelatasi una burla di due comici russi. Per la vicenda, che la premier ammise essere stata «trattata con leggerezza», dello scherzo telefonico, che «ha esposto la Nazione», ha lasciato il suo incarico a Palazzo Chigi. Ma la carriera di Talò non sembra averne risentito più di tanto, dal momento che prenderà servizio presso il Ministero della Difesa retto da Guido Crosetto.
Per i prossimi mesi l’ex consigliere doplomatico ricoprirà il delicato ruolo di coordinatore della politica militare. Secondo Il Fatto Quotidiano, che ha riportato la notizia, oltre ad un «incarico ad hoc» nei giorni scorsi ha ricevuto una lettera dalla presidente del Consiglio nella quale viene ringraziato per il suo lavoro svolto «da vero patriota».
Dunque il telefonatagate è stato considerato soltanto un passo falso in una carriera diplomatica durata quasi quarant’anni altrimenti irepprensibile. Secondo il giornale poi, oltre a quello alla Difesa Talò sarebbe prossimo ad assumere un altro incarico prestigioso e di rilievo, la presidenza dell’Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale, non appena raggiungerà l’età pensionabile nel 2024.
Politica
La società di cybersecurity di cui Gasparri è presidente, all’insaputa del Senato

Secondo La Notizia, che ha scodellato lo scoop, il vero motivo alla base della staffetta tra Ronzulli e Tajani, ma anche dello show del senatore in commissione vigilanza Rai contro il giornalista Ranucci, sarebbe il fatto che Gasparri ha assunto l’incarico senza informare Palazzo Madama.
Mettere al riparo Gasparri e, allo stesso tempo, ridimensionare Licia Ronzullli. La decisione di Tajani di invertire di ruolo capogruppo e vice capogruppo di Forza Italia al Senato non sarebbe stata presa solo per logiche partitiche, ma anche per anticipare una possibile difesa. Gasparri infatti da ieri non è più vice presidente del Senato. Si tratterebbe di una mossa per evitare che possa essere travolto da uno scandalo mentre ricopre un ruolo di così alto prestigio. Il presunto scandalo sarebbe collegato ad una società di cybersecurity della quale Gasparri assunto la presidenza nel 2021 senza informare Palazzo Madama. La vicenda è stata resa nota dal giornale La Notizia.
L’incarico assunto da Gasparri potrebbe essere incompatibile con il mandato parlamentare e potenzialmente, potrebbe far addirittura scattare la decadenza dal seggio. Sul tema si esprime la Giunta per le elezioni, della quale Gasparri è stato presidente fino al 2022, un anno dopo aver accettato la presidenza della società di cybersecurity.
Ma non è finita qui secondo il giornale, che sostiene che nel giro di un paio di settimane potrebbe andare in onda un servizio che Report ha confezionato proprio sull’argomento. Lo show del senatore in Commissione vigilanza Rai, quando mostrò un cognac ed una carota a Sigfrido Ranucci, chiamato a rispondere per una puntato sull’eredità di Silvio Berlusconi, si sarebbe mosso nell’ottica di sminuire il giornale e la trasmissione.
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