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Colloquio tra Biden e Xi Jinping: USA e Cina preservino pace globale

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Colloquio tra Joe Biden e Xi Jinping

«Un conflitto non è nell’interesse di nessuno» avrebbe detto il presidente cinese Xi Jinping durante il colloquio telefonico con l’omologo americano Joe Biden, secondo quanto reso noto dalla televisione cinese.

Parole di distensione giungono al termine del colloquio tra il Joe Biden e Xi Jinping, dopo che nei giorni scorsi i toni si erano alzati. Giusto qualche ora fa il portavoce del ministero degli Esteri cinese aveva lanciato l’ultima stoccata, affermando che mentre gli Stati Uniti stanno inviando armi in Ucraina, il suo paese sta mandando cibo e aiuti umanitari. Adesso invece, in base alle parole di Xi Jinping riportate dalla televisione di stato, USA e Cina devono assumersi «le dovute responsabilità internazionali per compiere gli sforzi per la pace e la tranquillità nel mondo».

Nel colloquio con Biden, Xi Jinping avrebbe detto: «Un conflitto non è nell’interesse di nessuno. La crisi ucraina è qualcosa che non vogliamo vedere. Gli eventi mostrano ancora una volta che le relazioni tra Stati non possono arrivare alla fase dello scontro. La pace e la sicurezza sono i tesori più preziosi della comunità internazionale. La situazione internazionale ha subito nuovi e importanti cambiamenti. Il tema della pace e dello sviluppo sta affrontando gravi sfide e il mondo non è pacifico».

Parole che quindi sembrano andare in direzione della distensione dei rapporti e della ripresa del dialogo tra Cina e USA, dopo le brusche prese di posizione dei giorni scorsi. Giusto qualche ora prima dell’inizio del colloquio tra Biden e Xi Jinping, il Financial Times ha pubblicato un’indiscrezione secondo la quale gli Stati Uniti sarebbero stati pronti a ritorsioni nei confronti della Cina, qualora Pechino avesse offerto sostegno alla Russia. Dalla Cina sarebbe arrivata una risposta per le rime, che il Global Times attribuisce ad un non meglio precisato funzionario cinese, secondo la quale Pechino sarebbe stata pronta a rispondere con la forza ad eventuali danneggiamenti ai suoi interessi.

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Rilasciati i primi ostaggi da Hamas: «Consegnati alla Croce Rossa»

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ostaggi israeliani liberati da hamas

Il primo convoglio di ostaggi israeliani rilasciati da Hamas ha attraversato il valico di Rafah. 13 le persone liberate. Tregua anche al nord, con Hezbollah.

Con un giorno di ritardo e con poche speranze che possa perdurare, l’accordo per il cessate il fuoco sulla striscia di Gaza ed in Israele è cominciato oggi ed i primi 13 ostaggi nelle mani dell’organizzazione terroristica sono stati rilasciati da Hamas e «consegnati alla Croce Rossa». Gli operatori della Croce Rossa hanno accompagnato gli ostaggi liberati da Hamas alla base aerea di Hatzarim, che si trova vicino a Beer Sheva, nella regione del Negev. In seguito, torneranno in libertà anche 30 donne e minori detenuti in Israele. 

Nei prossimi 4 giorni, in base agli accordi, 150 prigionieri palestinesi dovrebbero tornare in libertà, mentre sono in tutto 50 gli ostaggi nelle mani di Hamas che dovrebbero fare ritorno in Israele. La tregua però, fragile e complicata, non è destinata a durare. Entrambe le parti hanno comunicato che al termine imbracceranno nuovamente le armi.

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Oscar Pistorius verso la scarcerazione: a gennaio verrà rimesso in libertà vigilata

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pistorius scarcerazione

Dopo aver trascorso dieci anni in carcere per l’omicidio della ex fidanzata, il campione paralimpico che prima ha commosso e poi scioccato il mondo sarà scarcerato con la condizionale.

La notizia è stata confermata dal Dipartimento dei Servizi Correzionali del Sudafrica. Oscar Pistorius ha ottenuto la scarcerazione e il prossimo 5 gennaio lascerà la prigione di Atteridgeville, nel quale si trova rinchiuso per l’omicidio della ex fidanzata Reeva Steenkamp. Sconterà il resto della sua pena in libertà vigilata e seguirà un percorso terapeutico.

L’ex campione paralimpico sudafricano è stato condannato a 13 anni e 6 mesi di carcere, ma ha ottenuto il rilascio anticipato. Già nel marzo scorso Pistorius aveva presentato istanza di scarcerazione, ma gli era stata negata, perché non erano ancora maturato il tempo minimo per presentare la richiesta. La madre dell’ex fidanzata in quell’occasione chiese al Dipartimento di non concedergli la libertà vigilata: «La riabilitazione richiede che qualcuno si impegni onestamente, con la piena verità del suo crimine e delle sue conseguenze. Nessuno può affermare di avere rimorsi se non è in grado di affrontare pienamente la verità».

Nel 2017 Oscar Pistorius sparò quattro colpi alla sua fidanzata, l’attrice e modella Reeva Steenkamp, attraverso la porta del bagno. Lui ha sempre sostenuto essersi trattato di un tremendo errore e che pensava si trattasse di un ladro. Il Tribunale lo ha invece considerato un omicidio intenzionale.

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Dopo i tre bambini accoltellati, notte di guerriglia a Dublino: 34 fermi

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guerriglia a dublno dopo i tre bambini accoltellati

Tre bambini sono stati accoltellati da un uomo di origini algerine di fronte ad una scuola a Dublino, in Irlanda. Una è ancora in prognosi riservata. Quando la notizia si è diffusa, hooligans e gruppi di destra hanno saccheggiato negozi etnici, dato fuoco ad auto e pullman e seminato il panico per tutta la notte.

34 persone si trovano in stato di fermo dopo la notte di follia a Dublino, dove si è verificata una vera e propria guerriglia tra hooligan e gruppi della destra radicale e forze dell’ordine, che hanno dovuto faticare tutta notte per riottenere il controllo della città. Tutto è nato in seguito all’attentato avvenuto nei pressi di una scuola elementare di Dublino, dove un uomo armato di coltello ha ferito cinque persone: tre degli accoltellati sono bambini.

Quando si è sparsa la notizia che il responsabile era un uomo di origine algerina, hooligans e ultranazionalisti sono scesi in piazza. Le proteste sono subito sfociate in disordini: negozi etnici saccheggiati, mezzi e bus dati alle fiamme, comprese le auto della polizia, scontri con gli agenti.

Secondo i calcoli della Polzia sarebbero state tra le 200 e le 300 le persone che hanno deciso di scendere in strada e dare sfogo al proprio disappunto. «Si è trattato di un atto criminale gratuito», ha detto il sovrintendente capo Patrick McMenamin. 34 le persone arrestate che si trovano in stato di fermo.

Rimane invece in condizioni ancora critiche la bambina di cinque anni che ha riportato le conseguenze più serie dell’accoltellamento. Una bambina di un anno più grande dovrà sottoporsi ad un intervento chirurgico alla testa, mentre un altro è già stato dimesso. Resta in ospedale anche l’insegnante ferita.

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