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Dopo la rottura tra Letta e Calenda parte un altro giro del valzer delle alleanze

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Dopo che il Partito Democratico ha trovato l’intesa anche con Sinistra Italiana ed Europa Verde di Nicola Frattoianni e Angelo Bonelli, il leader di Azione Carlo Calenda annuncia la rottura con Enrico Letta, dopo solo quattro giorni dal patto elettorale che avevano stretto.

Lo psicodramma si è consumato in via telematica. Prima Calenda ha annunciato la fine della love story in televisione, ospite di Lucia Annunziata sua Mezz’ora in più, poi Letta ha affidato ai social il suo risentimento dovuto alla rottura. Che millenials. Nel mezzo le reazioni della politica, che dopo la rottura del patto elettorale tra Azione e il Partito Democratico, ritorna in effervescenza. A destra ovviamente volano pernacchie e sberleffi. Al centro e a sinistra invece si ricomincia a discutere, calcolare e sondare il terreno. Esclusi e fuoriusciti cercano di accasarsi, le forze più piccole cercano qualcuno che le possa aiutare a superare l’ostacolo del 3% e trainarle fino in Parlamento. E il poco più di un mese che ancora resta di campagna elettorale si preannuncia scoppiettante.

Più che una vera storia d’amore, quella tra Letta e Calenda è stata un’avventura elettorale in cui la passione è scemata in fretta e si è giunti presto alla rottura. Un sogno di una notte di mezza estate. Tre notti ad essere precisi, perché al quarto giorno il leader di Azione ha rimescolato le carte in tavola: non ha sopportato il flirt con Frattoianni, Bonelli, Di Maio e Tabacci. Nemmeno il tempo di commentare i sondaggi che rilanciavano le speranze della nuova coalizione, che già quei dati erano diventanti obsoleti. Calenda ha informato Franceschini che non avrebbe più corso insieme al Pd.

Il segretario dem si è trovato con le spalle al muro di fronte all’ultimatum più vecchio del mondo: «scegli, o loro o me». Letta ha provato a imbarcare tutti sul carrozzone del centrosinistra targato “altrimenti vincono le destre”, ma Calenda, si sa, non ama spartire il palco con altri protagonisti ed ha rotto il patto. Correrà da solo. Almeno per il momento.

Non mancano infatti le prime lusinghe di chi da quel patto era stato escluso. Matteo Renzi, con un tweet sibillino riapre il discorso relativo ad un fantomatico terzo polo, che il segretario di Italia Viva non ha mai smesso di sognare: «è il momento del Politica con la P maiuscola. Abbiamo un’opportunità straordinaria». Lui in effetti ora ce l’ha. Maria Stella Gelmini invece, che dopo essere uscita da Forza Italia ha trovato l’intesa con Azione, applaude alla scelta del suo nuovo leader e professa il suo entusiasmo: «Grazie al coraggio di Carlo Calenda da oggi l’Italia, tra la sinistra di Frattoianni e la destra filo Orbàn, avrà una proposta popolare, liberale e riformista , che guarda al metodo Draghi. Forza Carlo, avanti insieme».

Giuseppe Conte invece, sembra volersi smarcare a priori da ogni possibile ragionamento che possa investire una nuova intesa col Pd e per il momento gioca la carta dell’intransigenza e continua sulla strada del ritorno alla purezza delle origini. Anche perché ancora brucia lo smacco subito, quello cioè di essersi visto la porta sbattuta in faccia proprio in seguito ad una precisa richiesta di Calenda, che aveva indicato come conditio sine qua non l’esclusione del Movimento 5 Stella da qualunque ragionamento relativo alla formazione della coalizione di centrosinistra. «Il balletto di questi giorni, tra giochi di potere e spartizioni di seggi, ci ha lasciati stupefatti. Noi condividiamo con i comuni cittadini una visione della politica diversa. A questo punto a Enrico rivolgo un consiglio non richiesto: offri pure i collegi che si sono liberati a Di Maio, Tabacci e agli altri alleati. Ti saluto con cordialità e senza nessuna acrimonia» ha affermato via Facebook.

Su Twitter invece, si è consumata quello spiacevole scambio di accuse e risentimento che si verifica al termine di una rottura traumatica, come è stata quella tra Letta e Calenda. Il Pd ha commentato: «Calenda parla di onore, ma l’onore è rispettare la parola data». Letta invece ha detto: «Ho ascoltato Carlo Calenda. Mi pare da tutto quel che ha detto che l’unico alleato possibile per Calenda sia Calenda. Noi andiamo avanti nell’interesse dell’Italia». Amara la risposta, tra le tante altre che ha fornito, del diretto interessato: «No Enrico. In verità eri tu. Buon viaggio e grazie comunque per la disponibilità a discutere». E dire che vi eravate tanto amati. Per quattro giorni.

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Sempre peggio gli ascolti di Pino Insegno: il nuovo corso Rai torna al vecchio?

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Non si risollevano gli ascolti de Il Mercante in Fiera che totalizza uno share da record (negativo): in viale Mazzini prenderanno provvedimenti? Intanto in Mediaset sembra azzeccata la scelta di puntare su opinione e talk show, eccezione fatta per Myrta Merlino.

L’avvio non è stato proprio entusiasmante, tranne che per il conduttore. Le puntate successive non hanno registrato alcuna inversione di tendenza, anzi hanno formato una parabola discendente. Pino Insegno, che in estate è stato presentato come volto simbolo del nuovo corso Rai del governo Meloni, non riesce a far decollare Il Mercante in Fiera, che ieri sera ha registrato il peggior risultato finora in termini di ascolti: 1,6% si share, con 301 mila spettatori.

Non proprio il rilancio che i vertici di Viale Mazzini avevano chiesto al conduttore. Secondo alcune indiscrezioni, sarebbe arrivato addirittura un ultimatum: o la situazione cambia in breve, nel giro di un paio di settimane, o il programma salta. E per L’Eredità, il programma di punta della fascia preserale di Rai1, potrebbero esserci sorprese. Insomma, il rischio per Pino Insegno è che se non trova in fretta un rimedio all’emorragia di ascolti, Rai potrebbe affidare a qualcun altro la conduzione.

Sembrerebbe essere stata una strategia migliore invece quella scelta da Mediaset, che ha avviato una campagna di detrashizzazione, puntando su talk show e programmi d’opinione. Bene l’innesto di Bianca Berlinguer, non altrettanto quello di Myrta Merlino, che invece sta seguendo una sorta di percorso al contrario: dopo un avvio incerto, sta tentando di recuperare il pubblico che fu di Barbara D’Urso con contenuti che si muovono in questo solco. L’approfondimento sulla veggente di Trevignano ne è un figlido esempio, ma che per il momento non ha prodotto risultati significativi. E anche in questo caso, i bene informati assicurano che a Cologna Monzese qualcuno starebbe pensando alle alternative.

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Patty Pravo: «come si fa a far questo mestiere senza anfetamina?»

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In un’intervista a Belve la cantante e show girl Patty Pravo ha rilasciato alcune dichiarazioni che hanno fatto scalpore ed attirato critiche, in particolare quella sulle droghe e sull’anfetamina.

Non sarà Fedez, ma Patty Pravo è più gangsta del rapper. Intervistata a Belve, Patty Pravo ha parlato senza peli sulla lingua del suo rapporto con le droghe, ammettendo di averne provate di diverse tipologie («tutte» è stata la sua risposta, ndr) e spingendosi a dire: «ma chi è che fa questo mestiere senza anfetamina?».

Sono anche altri i temi toccati, come l’amore, gli inizi, la carriera, i viaggi, i ritocchini, il rapporto col successo e via dicendo. Ma le dichiarazioni a proposito delle sue esperienze “stupefacenti” sono quelle che hanno ottenuto la cassa di risonanza più ampia.

Anche perché Patty Pravo si dimostra piuttosto arzilla in tema droghe, perché quando la conduttrice le chiede se si stia riferendo agli anni ’70, la cantante risponde: «in generale».

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Salvini e il post mentre fa la spesa: «niente pesche, ma tanta roba», Calenda: «vai a lavorare»

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Matteo Salvini posta sul proprio profilo un post con due foto che lo immortalano mentre fa la spesa e il leader di Azione Calenda lo trolla: «non ci rompere le pxxxe e vai a lavorare».

Matteo Salvini è alla frutta e lo fa vedere: posta una foto sul proprio profilo mentre fruga tra i marroni nel reparto ortofrutticolo di una nota catena di supermercati, di cui recentemente si è molto discusso a causa dello spot della pesca della discordia. E proprio citando il caso mediatico Salvini pubblica un post con due foto, una mentre carica la spesa in macchina e uno in cui sceglie le castagne, accompagnate dalla didascalia: «niente pesche, ma tanta roba. Le domeniche belle».

In poco tempo arriva la risposta, fulminea e fulminante, dell’onnipresente (sui social) Carlo Calenda: «Caro Matteo, non ci rompere le pxxxe e vai a lavorare. Parte seconda». Un post non proprio velato insomma. Parte seconda perché qualche giorno fa ne aveva caricato uno simile sempre rivolto al ministro dei Trasporti e sempre sul medesimo argomento.

Salvini infatti aveva condiviso sul proprio profilo lo spot oggetto del dibattito, commentando: «Dare voce ai tanti genitori separati, a quelle mamme e a quei papà quasi mai citati e spesso troppo dimenticati, al legame indissolubile con i figli. Trasformare uno spot in uno splendido messaggio di Amore e Famiglia merita solo sorrisi. Come fa certa gente a insultarlo e deriderlo solo perché non narra il “modello” che vorrebbero loro?». Anche in questo caso la replica del leader di Azione non si è fatta attendere ed è arrivata in punta di fioretto: «Matteo, non ci rompere le pxxxe e vai lavorare».

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