Attualità
Elezioni, l’incognita Paragone: “Centrodestra? No a chi è infarinato di draghismo”
ROMA – “Escludo assolutamente un’alleanza dopo il voto con il centrodestra: nessun accordo con chi s’è infarinato con il draghisno, non ci interessa”. Lo afferma il leader di Italexit Gianluigi Paragone al termine della presentazione della lista del movimento del Lazio.
A chi gli chiede se dopo il voto prevede di guidare una protesta sociale, risponde: “La mobilitazione è in re ipsa quando non hai la pace sociale. Ricordo che dopo la grande crisi finanziaria si suicidarono tantissimi imprenditori. Prevedo che in tanti, durante la crisi energetica, avranno pignorata la casa. Poi si parla già di nuovi vaccini e non penso che la gente voglia ancora essere presa in giro”. Inoltre “Anche dopo Draghi ci sarà un’ agenda fottutamente liberista: chiunque venga dopo di lui si sa che le riforme saranno fatte con il pilota automatico”.
“Destra e sinistra sono tutti uguali: euro Salvini, euro Meloni, euro Letta. Quando si inviarono le armi, Meloni votò con gli altri. Le sanzioni sono un errore profondo. Gli italiani stanno combattendo una guerra che non è la nostra” ha elencato Paragone. E la citazione della Meloni è stata accompagnata da tanti fischi.
Come riporta l’Ansa, il leader di Italexit ha ricordato che “le imprese e le famiglia stanno andando in rovina. Chi ci disse che dovevamo abbassare l’aria condizionata, a ottobre ci dirà che il riscaldamento è un lusso? Che lavorare è un lusso? Il governo sta aiutando gli speculatori”, aggiunge.
E, ancora, Paragone “Se Draghi vuole la pace ci dia i diritti. Ora basta” ha detto Paragone tra gli applausi, aggiungendo che “E’ già in corso la sostituzione degli uomini con l’intelligenza artificiale, con l’algoritmo. Stanno smontando i rapporti diretti, la visione sociale, c’è sempre qualcuno che comanda dall’alto che schiaccia sul basso. Noi abbiamo candidato gente di Casapound come quelli dei centri sociali”.
Attualità
Da gennaio scatta l’aumento delle pensioni minime: 1,8 euro in più
Quando la manovra è stata chiusa ed inviata alla Camera, diverse critiche aveva attirato l’aumento delle pensioni minime annunciato dal governo. In molti infatti avevano sorriso, considerando irrisorio un aumento di soli 3 euro. Ora che l’aumento delle pensioni minime è entrato in Gazzetta però, i sorrisi si sono appiattiti, dal momento che la cifra è perfino inferiore: 1,8 euro.
Da gennaio ogni mese il governo offrirà un caffè ai pensionati che riscuotono la minima. Non molto forse, ma è pure sempre il gesto che conta. L’incremento dell’emolumento per chi si è ritirato dal lavoro arriverà a 616,57 euro dai 614,77 euro attuali. Dunque l’aumento delle pensioni minime garantirà ai beneficiari 1,8 euro in più al mese. Lo certifica la Gazzetta ufficiale numero 278 dello scorso venerdì, laddove pubblica il decreto del ministero dell’Economia di concerto con il ministero del Lavoro firmato il 15 novembre dai ministri Giancarlo Giorgetti e Marina Calderone.
Il motivo di questa corsa al ribasso sta nella riformulazione dell’inflazione da recuperare nel 2025 sulle pensioni di Istat. 0,8% e non 1% come precedentemente ipotizzato. A questo 0,8% il governo ha applicato un’addizionale del 2,2%, per poter raggiungere il 3% totale. In questo modo è stato sventato il calo delle pensioni a 598 euro.
Per quanto riguarda le altre pensioni, la situazione non appare più rosea. Il governo ha deciso di tornare al criterio di indicizzazione del governo Prodi applicato anche dal governo Draghi, che funziona a scaglioni. Tutti gli assegni fino a quattro volte il minimo (circa 2.400 euro) avranno il 100% di rivalutazione, quindi tutta l’inflazione dello 0,8%. La parte di assegno tra 2.400 e circa 3 mila euro sarà rivalutata al 90%, pari allo 0,72% di inflazione. La porzione di pensione sopra 3 mila euro recupererà il 75% dell’inflazione, pari allo 0,6%.
Attualità
Bersani assolto dall’accusa di diffamazione a Vannacci
Il Tribunale di Ravenna ha assolto Pierluigi Bersani dall’accusa di diffamazione avanzata dal generale Roberto Vannacci. Il politico, rispondendo ai contenuti del libro “Il Mondo al Contrario” utilizzo l’epiteto «coglione», parlando del militare. Secondo i giudici si trattava di una allegoria.
Bersani non ha diffamato il generale Vannacci. Secondo il tribunale di Ravenna, che si è pronunciato sulla querela avanzata dal militare leghista, «il fatto non sussiste». La Procura, in seguito alla denuncia, aveva chiesto per Bersani una multa da 450 euro per diffamazione aggravata dal mezzo, «provata la penale responsabilità sulla base delle documentazioni audio-video». Bersani in un’intervista, riferendosi all’ipotetico bar Italia immaginato da Vannacci nel suo libro, chiese: «Ma se in quel bar lì è possibile dare dell’anormale a un omosessuale, è possibile anche dare del coglione a un generale?».
Secondo il giudice, le parole utilizzate dal politico «non possono essere qualificate come metaforiche», ma è successo che «l querelante abbia confuso la figura della metafora con quella della allegoria». Nel caso di Bersani confondere metafora con allegoria è ancor più facile.
Attualità
Marina Berlusconi nominata Cavaliere del lavoro: «lo dedico a mio padre»
Oggi a Palazzo del Quirinale si è tenuta la cerimonia di consegne delle onorificenze dell’Ordine al Merito del Lavoro ai 25 Cavalieri del Lavoro nominati dal Capo dello Stato Sergio Mattarella il 2 giugno, tra cui Marina Berlusconi.
La famiglia Berlusconi può vantare un altro cavaliere del lavoro: Marina, figlia primogenita di Silvio, ha ricevuto la prestigiosa onorificenza oggi, a Palazzo del Quirinale. Tecnicamente però, si tratta della prima della famiglia, dal momento che il padre si autosospese dalla Federazione dei cavalieri del lavoro nel 2014, in seguito alla condanna per frode fiscale. Lei però dedica il premio proprio al genitore: «Dedico questo riconoscimento a mio padre, che nel 1977 ricevette lo stesso titolo. Sono passati più di quarant’anni, ma ricordo come fosse ieri quella giornata a Roma in cui mia madre, io e mio fratello Pier Silvio lo accompagnammo alla cerimonia per questa onorificenza: ero una bambina, e quel momento resterà per sempre nel mio cuore».
«È un onore grandissimo, per il quale desidero davvero esprimere tutta la mia gratitudine al Presidente Mattarella e al Consiglio dell’Ordine al Merito del Lavoro» ha affermato la presidente del Gruppo Mondadori, Mediaset e Fininvest e neo Cavaliere Marina Berlusconi.
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