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Cronaca

Foggia, tre bombe in due giorni: la quarta mafia torna a intimidire

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Prima due attentati dinamitardi nella notte del 4 gennaio a San Severo, poi un altro la notte scorsa, nel capoluogo. Le tre bombe scoppiate a Foggia negli ultimi due giorni fanno pensare ad una manifestazione di forza da parte della “società foggiana”, l’associazione criminale attiva nel Gargano.

Tre bombe esplose in due giorni nel Gargano, tra Foggia e San Severo, davanti ad attività commerciali e il pensiero non può che correre alla “società foggiana”. Negli ultimi anni si è cominciato a parlare in misura maggiore, ma sempre troppo poco, delle organizzazioni criminali che operano nel Gargano, in particolare a Foggia, Cerignola e San Severo. La cosiddetta società foggiana, indicata molto spesso come quarta mafia, è considerata una delle associazioni criminali più pericolose e brutali tra quelle attive nel nostro Paese. Ha mosso i primi passi agli inizi degli anni ’80, nel solco della struttura allestita da Raffaele Cutolo, capo della Nuova Camorra Organizzata. Ma da allora la costola foggiana è cresciuta, si è espansa ed ha ottenuto la sua dipendenza.

Spesso all’ombra dei media nazionali, nel corso degli anni ha imposto il proprio controllo sul territorio, lasciandosi alle spalle una lunga scia di sangue. In base alle ricostruzioni degli inquirenti, si muove seguendo i passi canonici e gestendo le tradizionali attività delle mafie, spaccio e usura in primis.

Gli attentati avvenuti tra la notte del 4 gennaio e quella del 5, non possono che far pensare ad un messaggio lanciato alla popolazione e alle istituzioni. Tre bombe fatte esplodere a San Severo e a Foggia, sempre a danno di attività commerciali. Le prime sono scoppiate di fronte ad una profumeria e ad una concessionaria di automobili, la terza di fronte ad un negozio che vende fiori. Tre potenti deflagrazioni che hanno causato ingenti danni alle strutture, ma fortunatamente senza conseguenze per le persone. Forse un messaggio verso chi si rifiuta di pagare il pizzo?

Lo stabiliranno le forze dell’ordine, che hanno avviato le indagini. Al momento stanno vagliando le immagini riprese dalle telecamere di sicurezza, che dovrebbero aver immortalato gli autori dei primi due attentati dinamitardi in fuga a bordo di un monopattino elettrico, subito dopo aver piazzato l’ordigno.

Cronaca

Trema ancora la terra nei Campi Flegrei: cosa prevede il Piano di Evacuazione

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Tanta paura, gente in strada e panico che si diffonde anche sul web: il terremoto che ieri sera ha colpito i Campi Flegrei intorno alle 22:00 è stato il secondo più intenso da quando ha ripreso l’attività sismica.

L’attività sismica che da alcuni giorni sta interessando i Campi Flegrei continua e continuerà, come ha spiegato il Direttor dell’Osservatore Vesuviano Mauro De Vito. Ieri sera tra Pozzuoli ed Agnano, una nuova potente scossa, la seconda più intensa da quando la terra ha ricominciato a tremare, il 7 settembre scorso. Magnitudo 4.0 a 3 chilometri di profondità, un terremoto superficiale avvertito distintamente dalla popolazione, sebbene non ci sarebbero stati grossi danni, né interventi dei Vigili del Fuoco. Qualche calcinaccio però si è staccato dai cornicioni ed è caduto al suolo. Ma la gente ha paura e da più parti si invoca l’aggiornamento del Piano di evacuazione dei Campi Flegrei.

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Mentre Ingv e studiosi cercano di rassicurare la popolazione infatti, il panico si diffonde, per strada e sul web: «non ci stanno dicendo tutto», oppure «sono menzogne» sono alcuni dei commenti che si possono leggere sotto ai canali di comunicazione ufficiale. Il timore che si sta diffondendo è che possa verificarsi una nuova tremenda eruzione, come quella del 79 dC, sebbene gli esperti lo considerino improbabile.

L’attività sismica di questi giorni dovrebbe essere collegata al fenomeno del bradisismo, il sollevamento del suolo è cominciato nel 1983-84, quando si sono verificati 16 mila piccoli terremoti in due anni, e sarebbe corroborata dal sistema idrotermale: fluidi ed alta pressione contribuiscono in maniera significativa al sollevamento, provocando terremoti e sciami.

E mentre la popolazione trattiene il fiato, da più parti si invoca l’aggiornamento del Piano di Evacuazione dei Campi Flegrei, che prevede l’evacuazione di 500 mila persona nel giro di 72 ore. Secondo il piano, l’area si divide in due zone: rossa e gialla. La prima è quella più esposta al rischio di invasione di materiale piroclastico, nubi ardenti di magma e gas. Comprende i Comuni di Monte di Procida, Bacoli, Pozzuoli, Marano di Napoli, Quarto, Giugliano in Campania ed alcune municipalità di Napoli (Posillipo, Bagnoli, Chiaia, Fuorigrotta, Vomero, Soccavo, Arenella, Chiaiano, Pianura). Qui, l’unica soluzione è l’evacuazione immediata della popolazione, 500 mila persone, che altrimenti non avrebbe scampo.

La zona gialla invece comprende i Comuni esposti al rischio di caduta di ceneri vulcaniche, quali Villaricca, Calvizzano, Mugnano di Napoli, Melto di Napoli, Casavatore, parte di Marano di Napoli e altri 24 quartieri del capoluogo campano. In questo caso, la popolazione, 800 mila persone, sarebbe soggetta ad allontanamenti temporanei.

L’evacuazione dovrebbe avvenire nelle 72 pre precedenti all’evento, cadenzata in tre fasi: durante le prime 12 ore le famiglie avrebbero il tempo di prepararsi, mentre nelle successive 48 i Comuni dovrebbero gestire gli spostamenti. Previsto inoltre un margine di 12 ore in caso di criticità eventuali e per permettere anche agli operatori di Protezione Civile di allontanarsi.

Le richieste di aggiornamento riguardano in particolare le vie di fuga della zona rossa: il Piano di evacuazione dei Campi Flegrei prevede alcune aree di incontro per la popolazione e diversi “gate”, cancelli di accesso alla viabilità e allo scorrimento veloce. Ma non tutti sono stati completati.

Il supertunnel che collega la tangenziale con il porto di Pozzuoli è chiuso al traffico, ma l’apertura sarebbe imminente, secondo i primi cittadini dei Comuni coinvolti. I gate di raccordo con altre zone però, saranno pronti solo tra un paio di anni.

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Cronaca

Nove agenti accusati di arresto illegale, calunnia e falso a Piacenza

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Le indagini riguardano episodi verificatosi tra il gennaio e il luglio dello scorso anno. Otto agenti avrebbero condotto indagini alterate, mentre un nono avrebbe rilasciato false dichiarazioni nel tentativo di coprirli.

Sono 9 i poliziotti accusati e finiti sotto indagine a Piacenza: otto per arresto illegale, calunnia e falso in atto pubblico, uno per false dichiarazioni all’autorità giudiziaria. Gli episodi sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti sarebbero avvenuti tra il gennaio e il luglio del 2022.

Le indagini sarebbero partite, in base a quanto riportato dalla stampa locale, da alcune segnalazioni e sarebbero corroborate da diverse testimonianze. Ai poliziotti coinvolti dalle indagini a Piacenza, accusati di aver compiuto arresti illegali, sono stati anche sequestrati i cellulari.

In base alle accuse nei loro confronti, avrebbero abusato dei loro poteri e avrebbero redatto verbali artefatti, contenenti false attestazioni, ottenute anche mediante il ricorso a minacce.

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Attualità

Niente bagno senza consumazione: rissa in un bar di piazza San Marco a Venezia

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Botte tra orbi tra i baristi di un bar di Piazza San Marco a Venezia ed alcuni turisti, dopo che a quest’ultimi è stato negato l’utilizzo del bagno, dal momento che non avevano effettuato nessuna consumazione.

Calci, schiaffi, sedie e tavolini che volano. Non è la rissa in un saloon del vecchio West, ma quello che è accaduto giovedì 21 settembre nella splendida piazza San Marco a Venezia tra alcuni turisti ed i baristi di un bar. Questa volta a far discutere dunque, non è il comportamento indisciplinato di qualche visitatore.

Nello straordinario scorcio tra la Biblioteca Marciana e Palazzo Ducale, visitatori e lavoratori se le sono date di santa ragione. Motivo di tanto astio, l’utilizzo del bagno: secondo i baristi è destinato esclusivamente ai clienti paganti, mentre secondo i turisti era loro diritto usufruirne pur non avendo effettuato alcuna consumazione.

Gli animi si sono presto scaldati e dalle parole si è passati in fretta alle mani. Ed ai piedi. Ed ai tavoli. Quattro uomini, probabilmente stranieri, da una parte, sette camerieri dall’altra. L’insolito spettacolo ha richiamato l’attenzione dei tanti visitatori che affollano la Repubblica Marinara. Qualcuno, ovviamente, ha filmato la colluttazione ed ha caricato il contenuto sui social: il video della rissa nel bar di piazza San Marco a Venezia è diventato, a distanza di qualche giorno dall’accaduto, virale.

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