Mondo
Fu forse una sigaretta in cabina di pilotaggio a far precipitare un volo nel Mediterraneo nel 2016: 66 morti

La scatola nera ha registrato la musica alta prima dell’incendio, provocato da una fuga di ossigeno, e le grida «al fuoco, al fuoco» dei piloti.
Da sette anni i parenti delle vittime ed il mondo sono in attesa del rapporto delle autorità egiziane relativo alle sorti dell’aereo EgyptAir partito da Parigi il 18 maggio 2016 ed inabissatosi di fronte alla costa albanese, con 56 passeggeri e 10 membri dell’equipaggio. Secondo un rapporto della magistratura francese che indga sul caso (a bordo c’erano molti francesi) pubblicato da il Corriere della Sera, l’aereo sarebbe precipitato a causa di una sigaretta.
I piloti avrebbero utilizzato la cabina di pilotaggio come «area fumatori del velivolo condivisa con hostess e soggetti terzi», si legge nel documento redatto dagli esperti. Sarebbe stata proprio l’abitudine di fumare in cabina ad aver creato le condizioni favorevoli per l’incendio. Le fiamme si sarebbero propagate in seguito ad un’improvvisa fuga di ossiegno partita dalla maschera del primo ufficiale, che avrebbe saturato l’ambiente. L’innesco di un accendino potrebbe aver provocato il rogo.
Il documento analizzato dal Corriere, che ha anche ascoltato parzialmente il materiale audio, ricostruisce la dinamica della tragedia dell’aereo precipitato forse a causa di una sigaretta. Le registrazioni hanno captato le chiacchiere in cabina, il via vai di persone, il click degli accendinie i discorsi sulle sigarette. Poi i momenti concitati in cui viene lanciato l’allarme. «Al fuoco, al fuoco», «passami un estintore», «questo è pericoloso». Poi si sente la porta della cabina chiudersi ed un silenzio interrotto solo dalla musica propagata da una piccola cassa bluetooth che qualche mebro dell’equipaggio ha portato a bordo: piloti ed assistenti hanno lasciato la cabina e si sono riversati, insieme ai passeggeri, nella coda dell’aereo. Aereo che, senza alcun controllo e con la cabina avvolta dalle fiamme, si è inabissato alle 3:34 del 18 maggio 2016 nel Mediterraneo, di fronte alle coste dell’Albania.
Mondo
E’ morto a 100 anni l’ex segretario di Stato USA Henry Kissinger

Un secolo di storia al centro della storia contemporanea. Henry Kissinger, consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca dal 1969 al 1975 e segretario di Stato USA dal 1973 al 1977, si è spento a 100 anni.
Nato in Germania in una famiglia ebrea, Kissinger nel 1938 si trasferisce prima a Londra e poi negli Stati Uniti, dove assume il nome Henry ed ottiene la cittadinanza nel ’43. Studia, lavora, viene arruolato dal Pentagono nei servizi segreti e nel ’45 torna in Germania con le truppe americane, con l’incarico di stanare i nazisti nascosti nella città di Bensheim. E’ l’incipit di una brillante carriera.
Tornato negli Stati Uniti completa gli studi ad Harvard ed inizia il percorso di avvicinamento alla politica. Comincia a stabilire contatti con organismi governativi, incontra il miliardario Nelson Rockfeller, stringe rapporti. Le prime visite alla Casa Bianca arrivano con la presidenza Eisenhower e, successivamente, con quelle Kennedy e Johnson. Nel 1968 riesce ad avvicinarsi ad entrambi i candidati alle presidenziali, Nixon e Humphrey, e ad entrambi offre i propri servigi. Entrambi hanno delle perplessità, ma sono interessati a dare un’occhiata ai suoi dossier. Alla fine vince Nixon, che vince anche le elezioni e accoglie Henry Kissinger nel suo entourage. Nel ’73, alla rielezione, Kissinger è consigliere alla Casa Bianca.
Kissinger diventa un protagonista del corso degli eventi su scala globale, in particolare durante gli anni della Guerra Fredda. Fautore della visita in Cina di Nixon nel 1972 e dell’apertura delle relazioni diplomatiche con Pechino, al centro del colpo di Stato contro Salvador Allende in Cile nel 1973 e della conferenza di Ginevra del 1975 tra arabi e israeliani. Nel 1973 ottiene il Premio Nobel per la pace aver negoziato la fine della guerra in Vietnam, mentre in patria qualcuno chiede di processarlo per crimini di guerra.
In Italia ha avuto diverse amicizie, tra le quali spiccano quelle con Gianni Agnelli, Cesare Romiti, Mario Draghi e Giorgio Napolitano, che definì «my best communist friend».
Figura discussa e divisiva, i media statunitensi ancora oggi sono spaccati tra chi piange un grande diplomatico e chi invece lo considera una macchia della politica d’oltreoceano. Uomo d’acciaio, dallo sguardo imperturbabile e dalla voce priva di inflessioni, ma dallo spiccato accento tedesco, è celebre per aneddoti ed aforismi di andreottiana memoria. Il più celebre è dedicato al potere, «l’afrodisiaco più potente».
Mondo
Rilasciati i primi ostaggi da Hamas: «Consegnati alla Croce Rossa»

Il primo convoglio di ostaggi israeliani rilasciati da Hamas ha attraversato il valico di Rafah. 13 le persone liberate. Tregua anche al nord, con Hezbollah.
Con un giorno di ritardo e con poche speranze che possa perdurare, l’accordo per il cessate il fuoco sulla striscia di Gaza ed in Israele è cominciato oggi ed i primi 13 ostaggi nelle mani dell’organizzazione terroristica sono stati rilasciati da Hamas e «consegnati alla Croce Rossa». Gli operatori della Croce Rossa hanno accompagnato gli ostaggi liberati da Hamas alla base aerea di Hatzarim, che si trova vicino a Beer Sheva, nella regione del Negev. In seguito, torneranno in libertà anche 30 donne e minori detenuti in Israele.
Nei prossimi 4 giorni, in base agli accordi, 150 prigionieri palestinesi dovrebbero tornare in libertà, mentre sono in tutto 50 gli ostaggi nelle mani di Hamas che dovrebbero fare ritorno in Israele. La tregua però, fragile e complicata, non è destinata a durare. Entrambe le parti hanno comunicato che al termine imbracceranno nuovamente le armi.
Mondo
Oscar Pistorius verso la scarcerazione: a gennaio verrà rimesso in libertà vigilata

Dopo aver trascorso dieci anni in carcere per l’omicidio della ex fidanzata, il campione paralimpico che prima ha commosso e poi scioccato il mondo sarà scarcerato con la condizionale.
La notizia è stata confermata dal Dipartimento dei Servizi Correzionali del Sudafrica. Oscar Pistorius ha ottenuto la scarcerazione e il prossimo 5 gennaio lascerà la prigione di Atteridgeville, nel quale si trova rinchiuso per l’omicidio della ex fidanzata Reeva Steenkamp. Sconterà il resto della sua pena in libertà vigilata e seguirà un percorso terapeutico.
L’ex campione paralimpico sudafricano è stato condannato a 13 anni e 6 mesi di carcere, ma ha ottenuto il rilascio anticipato. Già nel marzo scorso Pistorius aveva presentato istanza di scarcerazione, ma gli era stata negata, perché non erano ancora maturato il tempo minimo per presentare la richiesta. La madre dell’ex fidanzata in quell’occasione chiese al Dipartimento di non concedergli la libertà vigilata: «La riabilitazione richiede che qualcuno si impegni onestamente, con la piena verità del suo crimine e delle sue conseguenze. Nessuno può affermare di avere rimorsi se non è in grado di affrontare pienamente la verità».
Nel 2017 Oscar Pistorius sparò quattro colpi alla sua fidanzata, l’attrice e modella Reeva Steenkamp, attraverso la porta del bagno. Lui ha sempre sostenuto essersi trattato di un tremendo errore e che pensava si trattasse di un ladro. Il Tribunale lo ha invece considerato un omicidio intenzionale.
-
Attualità4 settimane fa
La Rai sovranista sorpassata per 7 settimane di fila: non era mai successo
-
Cronaca3 settimane fa
Candidato modello risponde a tutte le domande di un concorso: anche a quelle con le risposte sbagliate
-
Cronaca1 settimana fa
La madre della piccola Kata ha accoltellato una 21 enne durante una rissa in discoteca
-
Attualità6 giorni fa
Il film di Paola Cortellesi campione di incassi non ha ricevuto finanziamenti ministeriali: «opera non straordinaria»
-
Cronaca2 settimane fa
Filippo Turetta indagato per tentato omicidio: spunta un video con l’aggressione a Giulia
-
Mondo2 settimane fa
Intercettato nell’Oceano Pacifico un sottomarino con quasi due tonnellate di cocaina a bordo
-
Cronaca1 settimana fa
Madre e figlio suicidi a Padova: hanno sigillato porte e finestre ed hanno acceso il camino
-
Attualità3 settimane fa
Il manager di Pino Insegno: «se non sarà L’Eredità, vogliamo un programma simile. Il contratto è blindato»