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Gasparri lasciato fuori da Mediaset: «Siete diventati comunisti»

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Il capogruppo di Forza Italia al Senato si è presentato di fronte alla sede romana dell’emittente, pretendendo di intervenire su Prima di domani e replicare a Giuseppe Conte, ma non è stato fatto accomodare: «con Berlusconi queste cose non succedevano».

Gasparri furibondo contro la faziosità di Mediaset, emittente a suo dire piena di «comunisti». Non si tratta di un’intervista impossibile, ma della semplice cronaca di quanto avvenuto ieri di fronte agli studi romani del biscione. Il senatore azzurro voleva entrare e registrare la sua replica, da trasmettere sempre su Prima di domani condotto di Bianca Berlinguer, alle accuse di Giuseppe Conte, in merito al suo ruolo in una società di cybersecurity, vicenda che ha messo Gasparri sulla graticola, dopo i servizi firmati da Report e Il Fatto Quotidiano. Alle “penne bolsceviche” si è aggiunto un alleato che il senatore non si aspettava, Mediaset, la quale non ha acconsentito alla richiesta dell’azzurro.

 «Queste cose con Berlusconi non succedevano. Siete diventati comunisti» avrebbe detto Gasparri verso i referenti Mediaset che non hanno accettato la sua richiesta, in un attacco d’ira. E’ stato ancora Il Fatto Quotidiano a raccontare la vicenda.

A scatenare la furia di Gasparri, una frase del leader pentastellato, che ha chiesto alla presidente del consiglio Giorgia Meloni di prendere posizione, e provvedimenti, contro gli esponenti dell’esecutivo con problemi giudiziari. Da qui la richiesta di replicare: «Voglio avere uno spazio di replica in diretta. Se non mi fate entrare giro un filmato e lo pubblico, così faccio vedere che Mediaset mi tiene fuori» avrebbe detto fuori dalla sede romana dell’emittente.

Dopo diversi minuti di insulti e urla sarebbe intervenuto perfino il vicepremier Antonio Tajani, oltre ai vertici di Mediaset, per placare il senatore, che se n’è andato indignato: «Forza Italia non conta più in Mediaset. Qui siete diventati comunisti, invitate solo ospiti di sinistra e del Fatto che pagate per insultarci».

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