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Gli europarlamentari di ritorno liberano il posto ai “ripescati”. Tra gli altri, Lara Comi e Alessandra Mussolini

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Silvio Berlusconi, Antonio Tajani e Carlo Calenda, giusto per fare tre nomi, sono alcuni degli eurodeputati che hanno preferito “rimpatriare” dopo esse state eletti alla Camera dei Deputati o al Senato. E così, dopo aver brillantemente concluso la sua esperienza a Ballando con le Stelle e Tale e Quale Show, Alessandra Mussolini è pronta a riprendere la sua carriera politica all’Europarlamento. Lara Comi invece è pronta alla sua quarta legislatura europea.

Nove nuovi europarlamentari pronti a raggiungere Strasburgo ed occupare i seggi di coloro che invece hanno deciso di fare rientro a Roma. I politici in carica al Parlamento Europeo che sono stati eletti alle scorse Elezioni Politiche italiane, hanno già occupati i loro scranni a Palazzo Madama o a Montecitorio. Ora, dopo la bollinatura della Corte di Cassazione, i nuovi europarlamentari possono raggiungere la lor nuova sede. Sono nove coloro che prenderanno posto all’Europarlamento, tra cui Lara Comi e Alessandra Mussolini.

La prima, fedelissima dell’ex cavaliere, prenderà proprio il posto di Berlusconi. Non si tratta del suo debutto europeo dal momento che ha già completato tre legislature. La prima volta fu eletta nel 2009 tra le fila del Popolo delle Libertà, il progetto spin-off nato per essere il contenitore dell’intesa di centrodestra degli anni ’10, abbandonato in seguito alla cacciata di Fini per un ritorno alle origini di Forza Italia.

La nipote di Benito Mussolini, Alessandra, invece prenderà il posto di un altro forzista, Antonio Tajani. La Mussolini mosse i primi passi in Alleanza Nazionale, prima di abdicare dopo la svolta di Fiuggi. Da lì, una lunga sequela di formazioni di destra, fino all’approdo tra gli azzurri. Oltre alla politica però Alessandra Mussolini ha sempre apprezzato anche i riflettori. Dagli esordi nel cinema con ruoli di nicchia, fino alle ospitate nei talk show, ha sempre dimostrato di essere a suo agio di fronte ad una telecamera. Recentemente è stata protagonista di Ballando con le Stelle e Tale e Quale Show.

Calenda invece, per una volta fa, suo malgrado, un favore al Pd., dal momento che venne eletto tra le fila dem. al suo posto l’ex sindaco di Vicenza Achille Variati. Discorso simile per Maria Angela Danzì che occuperà a Strasburgo il seggio di Eleonora Evi, eletta tra i pentastellati all’europarlamento e poi passata ai Verdi, con i quali è approdata a Montecitorio. Danzì che fu scelta come capolista dall’allora leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, ma che non centrò l’elezione.

Perde un seggio anche la Lega. Al posto di Andrea Caroppo subentra Elisabetta De Blasis, nata in Forza Italia, passata prima al carroccio e poi a Fratelli d’Italia, nel 2022 è tornata tra le fila azzurre. Mara Bizzotto invece lascia il posto a Paola Ghidoni. Infine, Matteo Gazzini occupa il seggio liberato da Marco Dreosto e Alessandra Nardini quello di Simona Bonafè.

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«I funerali di Giulia sono stati una telenovela nazionale» nuova bufera sul consigliere veneto

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Secondo Stefano Valdegamberi, consigliere regionale di Regione Veneto, i funerali in diretta TV di Giulia Cecchettin, la giovane vittima del femminicidio che ha scosso il Paese, sono stati uno «show mediatico» ed una «telenovela».

Il consigliere regionale del Veneto Stefano Valdegamberi, eletto nella lista Zaia e poi passato al gruppo misto, ci ricasca. Dopo che un suo post, nel quale definiva i funerali di Giulia Cecchettin in diretta televisiva «uno show mediatico», lo ha portato all’ettenzione dell’opinione pubblica e dopo aver accostato la sorella della giovane vittima di femminicidio al satanismo, oggi ad Affariitaliani il consigliere rincara la dose: «Ne sono state ammazzate tante di ragazze e di donne e nessuno ne parla mentre le televisioni stanno facendo diventare questo caso una telenovela nazionale».

Parle che, al pari di quelle che lo avevano già reso celebre, hanno suscitato un’infinità di polemiche. Tra le altre osservazioni del consigliere veneto, merita una menzione particolare la seguente: «Temo che l’obiettivo sia quello di enfatizzare questo caso, senza dubbio gravissimo, strumentalizzarlo e far approvare qualche legge assurda come l’educazione sessuale nelle scuole […] Non vorrei che diventasse un alibi per sdoganare la teoria gender nella scuola, buttata fuori dalla porta cerca di rientrare dalla finestra».

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Toninelli vorrebbe un compenso per il suo ruolo: irritazione nel Movimento 5 Stelle

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L’ex deputato e ministro pentastellato è tornato al suo precedente lavoro di assicuratore, ma siede anche nel comitato dei “probiviri”, l’organo interno al movimento che decide su sanzione ed espulsioni.

L’ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli vorrebbe un compenso per il ruolo che svolge all’interno del Movimento 5 Stelle. Ha rispettato il limite dei due mandati, uno dei valori fondanti del primo Movimento 5 Stelle e tra i pochi a resistere ancora, nonostante (o forse grazie a) defezioni eccellenti proprio a causa di essa. Adesso, dopo due legislature da parlamentare, è tornato alla sua precedente vita da assicuratore, ma non è concluso il suo impegno per il partito: siede nel collegio dei “probiviri” l’organo di consultazione interno al partito chiamato a derimere le questioni disciplinari. Insieme al lui fanno parte del collegio l’ex ministra Fabiana Dadone e l’attuale presidente della Vigilanza Rai Barbara Floridia.

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Danilo Toninelli avrebbe richiesto al Movimento 5 Stelle di istituire un compenso, una sorta di gettone di presenza, per l’incarico che dal 2016 invece non comprende alcun rimborso. Il motivo che avrebbe portato l’ex ministro Toninelli a formulare questa richiesta sta nella complessità di alcuni dossier che richiederebbero molte ore di lavoro.

Anche l’ex ministro dunque, una delle voci grilline più intransigenti per quanto riguarda l’abbattimento dei costi della politica, pare essersi ammorbidito. La proposta avrebbe suscitato l’irritazione di diversi esponenti e secondo il giornale che ha pubblicato la notizia, avrebbe fatto storcere il naso allo stesso Giuseppe Conte.

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Nuovo incarico per Vannacci, il generale esulta, ma Crosetto frena: «qualcosa bisognava fargliela fare»

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Il generale finito alla ribalta per le sue dichiarazioni borderline contenute nel libro autoprodotto “Il mondo al contrario”, è stato nominato capo di Stato maggiore del comando forze operative terrestri. Se Vannacci parla gi incarico prestigioso, il ministro della Difesa glissa: «l’ha venduta come se andasse a fare chissà che cosa, è un compito adatto al suo curriculum, perché qualcosa bisognava fargliela fare in attesa che l’inchiesta vada avanti».

Nemmeno il tempo di cominciare il nuovo lavoro, che al generale Roberto Vannacci è stato notificato l’avvio dell’inchiesta nei suoi confronti, relativamente alla vicenda del libro “Il mondo al contrario”. Proprio oggi ha preso avvio il periodo di affiancamento propedeutico come capo di Stato maggiore de Comando Forze Operative Terrestri, ma, come ha spiegato Crosetto, non si tratta di una promozione.

Vannacci ha ricominciato a lavorare dopo essere stato sollevato dal suo precedente incarico, ma secondo alcune indiscrezioni di stampa, avrebbe già preso un mese di licenza «per motivi famigliari», in attesa che prenda avvio un eventuale processo disciplinare nei suoi confronti.

Il generale ha preso bene la notizia del nuovo incarico: «è una nomina adeguata al mio background. Sarò il capo di tutto lo staff e coadiuverò il comandante in capo». Non è altrettanto entusiasta il ministro della Difesa Guido Crosetto, che sgombera il campo da ogni dubbio: «non è stato né promosso, né retrocesso». Crosetto, che biasima i commenti di chi si sente esperto «di questioni e tematiche militari», specifica: «Il generale non va a fare il capo delle forze operative terrestri, va a fare il capo di Stato maggiore del comando forze operative terrestri, che ha un suo capo, cioè il generale Camporeale, che dipende da un vice, Ristuccia, e da questo vice dipende Vannacci. Lui l’ha venduta come se andasse a fare chissà che cosa, è un compito adatto al suo curriculum, perché qualcosa bisognava fargliela fare in attesa che l’inchiesta vada avanti perché l’inchiesta andrà avanti».

Secondo diversi osservatori, il nuovo incarico di Vannacci avrebbe anche una valenza politica: servirebbe e a tenerlo lontano dalla corsa alle urne per le Europee del 2024. Un’eventuale candidatura è un’idea che potrebbe aver accarezzato non soltanto il generale. Non a caso, tra i primi a complimentarsi col generale è stato Matteo Salvini, leader della Lega, il partito al quale Vannacci è stato accostato.

E per rendere il dibattito ancor più acceso, Vannacci ha pensato bene di dir la sua anche sul tema femminicidio, che però non gli piace «chiamarlo così. Quindi l’assassinio di un tabacchino lo chiameremmo commercianticidio?». Per Vannacci non bisogno distinguere per genere le vittime di un delitto, perché altrimenti si violerebbe «il principio di applicazione universale della legge».

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