Attualità
Il documento dell’UE che vieterebbe il Natale. Ma no, non è così!

BRUXELLES – Dovranno sparire “Miss o Mrs”, sostituite da un più generico “Ms”. E anche le festività non dovranno più essere riferite a connotazioni religiose, come il Natale, ma citate in maniera generica. Si dovrà dire, ad esempio, le “festività sono stressanti” e non più “il Natale è stressante”. Così scrive Bruxelles nelle sue nuove linee guida per una “corretta comunicazione” nel documento dal titolo “Union of Equality”. Lo scopo della Commissione è portare “ogni persona in Ue ad avere il diritto di essere trattato in maniera eguale” senza riferimenti di “genere, etnia, razza, religione, disabilità e orientamento sessuale”.
Nel decalogo ci sono alcune raccomandazioni da usare sempre, a partire dal fatto di “non usare nomi o pronomi che siano legati al genere del soggetto e mantenere un equilibrio tra generi nell’organizzazione di ogni panel”. Se si utilizza un contenuto audiovisivo o testimonianze, bisogna assicurarsi che “la diversità sia rappresentata in ogni suo aspetto, perciò non rivolgersi alla platea con le parole “ladies” o “gentleman” ma utilizzare un generico “dear colleagues”. Quando si parla di transessuali “identificarli secondo la loro indicazione”. Non si può usare la parola “the elderl”‘ (gli anziani) ma “older people” (la popolazione piu’ adulta). Infine è obbligatorio parlare di persone con disabilità con riferimento prioritario alla persona (ad esempio al posto di “Mario Rossi è disabile” va utilizzato “Mario Rossi ha una disabilità”).
Tra le regole ci sono anche riferimenti ad una “corretta” comunicazione in merito alle religioni. Ed è qui che sono sorte le polemiche. Ad esempio nel testo si consiglia, in qualsiasi contenuto comunicativo, di “non usare nomi propri tipici di una specifica religione”. In merito alle festività la commissione chiede di “evitare di dare per scontato che tutti siano cristiani”. Con tanto di esempi: al posto di dire o scrivere “il Natale è stressante” l’esecutivo europeo invita ad utilizzare le parole: “Le festività sono stressanti”.
Come ha spiegato Tommaso Coluzzi su Fanpage però, non si tratta di un tentativo di censura ma di un semplice consiglio e non di un attacco ai valori cristiani ma di un’indicazione di buonsenso per “evitare di dare per scontato che tutti siano cristiani”. Ma per la destra italiana ed europea, l’Unione vorrebbe “cancellare il Natale”. Una carrellata di titoli di giornale al riguardo mostra bene le dimensioni di tutto ciò: In Europa vietato dire Natale e perfino chiamarsi Maria (Il Giornale)”; Mai dire Natale: il decalogo UE che vuole dettare le parole corrette (Repubblica); L’Unione Europea vuole ‘cancellare’ il Natale (La Gazzetta di Parma).
Per Giorgia Meloni, poi, il documento vuole “sopprimere la cultura di un popolo”, Antonio Tajani e altri europarlamentari di Forza Italia hanno annunciato che presenteranno un’interrogazione scritta alla Commissione Europea. E poi c’è Matteo Salvini che ha alzato ancora il tiro: “MARIA. GIUSEPPE. VIVA IL NATALE – ha twittato il leader della Lega – Sperando che in Europa nessuno si offenda…”
Attualità
Il film di Paola Cortellesi campione di incassi non ha ricevuto finanziamenti ministeriali: «opera non straordinaria»

Per fortuna della regista, “C’è ancora domani” sta stupendo tutti al botteghino, dal momento che la commissione del Ministero della Cultura lo scorso anno le ha bocciato i finanziamenti.
Al bando “Contributi selettivi 2022 – II Sessione”, Categoria «Produzione di opere cinematografiche di lungometraggio di particolare qualità artistica e film difficili con risorse finanziarie modeste», il film “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, che ha guadagnato i consensi della critica e sta sbancando al botteghino, è arrivato 51°, ultimo posto in classifica, non ricevendo dunque finanziamenti ministeriali: «Progetto di opera non giudicata di straordinaria qualità artistica in relazione a temi culturali, a fatti storici, eventi, luoghi o personaggi che caratterizzano l’identità nazionale».
In sostanza, il film di Paola Cortellesi, che sta trainando il cinema italiano in questi giorni e che ha sollevato un dibattito di stringente attualità sulla violenza domestica, secondo il Ministero era di «non straordinaria qualità» e dunque non meritava i finanziamenti statali. “C’è ancora domani” ha già guadagnato 20 milioni di euro, terzo nel 2023 dietro Oppenheimer e Barbie. Era dai tempi dell’ultimo film di Checco Zalone che una pellicola italiana non faceva strappare tanti biglietti.
Dal Ministero, con una nota, precisano però che il film può contare su un ritorno economico aggiuntivo di 3,5 milioni di euro grazie al tax credit, la legge sul credito di imposta, e che la decisione è stata presa quando il dicastero era retto dall’ex ministro Dario Francheschini.
Attualità
Respinto il ricorso di due congregazioni religiose: l’ayahuasca resta proibita

Due congregazioni avevano presentato ricorso contro la decisione del Ministero della Sanità di inserire la sostanza ricavata da una liana nell’elenco di quelle vietate, per motivi religiosi. Il Consiglio di Stato ha dato loro torto.
L’ayahuasca è una sostanza allucinogena che si ricava da alcune liane sudamericane e che viene impiegata nei rituali degli sciamani dell’Amazzonia, ma non soltanto. Due congregazioni religiose operanti in Italia infatti hanno presentato ricorso contro la decisione del Ministero dell’Interno di inserirla nell’elenco delle sostanze vietate, nel 2022. Il Consiglio di Stato però ha respinto il ricorso.
La «Chiesa italiana del culto eclettico della fluente luce universale» con sede in provincia di Reggio Emilia, e il «Centro espírita beneficente união do vegetal in Italia», che invece è a Milano nei pressi di San Vittore, come riporta il Corriere della Sera si erano opposte a questa decisione perché l’ayahuasca è al centro delle liturgie delle due congregazioni. I fedeli la reputano una manifestazione del sangue di Gesù Cristo ed è al centro delle loro funzioni religiose.
Potrebbero però esserci nuovi risvolti ed un nuovo iter legale. I giudici infatti hanno sostenuto, bocciando il ricorso, che le chiese non avrebbero dovuto chiedere l’eliminazione dell’ayahuasca dall’elenco delle sostanze proibite, bensì una dispensa per uso controllato.
Attualità
Il caso Bobo TV: Vieri minaccia querele a Ventola, Adani e Cassano

Lo scioglimento della formazione orignale della Bobo TV ha creato molto scalpore tra i fan ed ha provocato un reciproco scambio di accuse tra i protagonisti, culminati con le minacce di querele di Vieri a Cassano, Ventola e Adani.
Un quartetto si scioglie creando molto scalpore tra i fan, con i membri che iniziano a scambiarsi reciproche accuse. Non stiamo parlando dell’ultimo periodo dei Beatles, bensì del caso mediatico del momento: la separazione Tra Vieri, Adani, Ventola e Cassano nella Bobo TV. Dopo che l’ex numero 32 è apparso misteriosamente da solo in diretta, dai tre vecchi compagni di viaggio sono piovute tantissime accuse. Al punto che oggi Vieri, mediante il suo legale, ha ventilato minacce di querele per diffamazione a Ventola, Adani e Cassano.
I tre hanno affermato di essere stati gradualmente messi da parte, mentre la controtesi del padrone di casa è di essere stato scaricato dai suoi ex compagni di viaggio. Vieri ha fornito la propria versione dei fatti con un post su Instagram nel quale afferma che sarà l’unica occasione in cui tornerà sull’argomento: «Il 31 ottobre ho avuto un diverbio con Lele sulle strategie social future della Bobo Tv. Poi tutto è finito lì e non è stato scritto più niente da parte di nessuno. Tre giorni dopo, a poche ora dal live della puntata, Lele, Antonio e Nicola mi hanno comunicato con tre vocali che non si sarebbero presentati. Mi sono trovato in grandissima difficoltà e in un angolo. Da quel momento per me è finito tutto».
Poi l’ex bomber conclude: «Sento parlare di rispetto per la gente e di tanto altro, ma in quel momento i miei tre amici mi hanno lasciato solo. Ho pensato di non fare la diretta, per chi mi era vicino mi ha fatto capire che la Bobo Tv ha il mio nome, che c’erano persone in Plb world che avevano prenotato per godersi una serata in compagnia o che avevano fatto l’abbonamento al canale, quindi mi sono convinto, nonostante l’umore, ad andare in onda con il sorriso ripartendo da zero. Era giusto così, perché i professionisti si comportano in questo modo».
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