Mondo
L’ Unione Europea è tutta rossa, zone gialle solo in Italia e Spagna

L’Unione Europea dalla mappa dell’Ecdc risulta tutta in zona rossa o rosso scuro, solo L’Italia e la Spagna hanno le zone gialle.
Sono attualmente 7, le regioni in zona gialla in Italia. Tutta l’Unione Europea è macchiata di rosso o rosso scuro. Mentre in Spagna è in giallo solo l’Estremadura. La mappa della situazione epidemiologica in Europa pubblicata dall’Ecdc certifica che il nostro Paese ha una condizione relativamente migliore rispetto agli altri dell’ Unone Europea. Attualmente in Italia sono 7 le regioni in giallo: Piemonte, Toscana, Umbria, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna.
In zona rosso scuro troviamo la Valle d’Aosta, l’Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia. In rosso: Lombardia, Trentino, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Lazio, Campania e Calabria. In zona arancione solo sette regioni, che insieme all’Estremadura spagnola, sono le uniche in Europa a non essere rosse. In zona arancione invece, Piemonte, Toscana, Umbria, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna. Tutto il resto dell’Unione europea e in zona rosso o rosso scuro.
A partire dall’Islanda, Irlanda, Benelux, Austria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia, Slovenia, i tre Stati Baltici, la Danimarca. Anche larga parte della Germania è nella fascia di massimo rischio epidemiologico. La mappa dell’Ecdc aggiornata ieri, 2 Dicembre, tiene conto solo di due parametri. Il primo dal numero di nuovi casi positivi Sars-CoV-2 registrati negli ultimi 14 giorni per ogni 100mila abitanti. Il secondo, il tasso di positivi sul totale dei test effettuati.
La Commissione ha proposto di includere nei parametri anche il tasso di vaccinazione contro la Covid-19. La massima incidenza dei casi, secondo Ecdc, è in Germania, Benelux, Irlanda, Grecia e nell’Europa dell’Est. La cancelliera Angela Merkel: “Magari fossimo nella situazione dell’Italia. Se avessimo un’incidenza media di contagi da 130-150 come l’Italia, mi sentirei meglio”. Ha concluso la Merkel , mentre annunciava alcune misure per il contenimento della pandemia.
Mondo
Dal carcere al reality: Anna Sorokin, la truffatrice che ha ingannato New York

Si chiamerà Delvey’s Dinner Club il reality show che Anna Sorokin, divenuta celebre come Anna Delvey, condurrà dall’appartamento nel quale sta finendo di scontare i domiciliari. Fingendosi una ricca ereditiera, riuscì ad introdursi nella società newyorkese e a farsi prestare ingenti somme di denaro. Accumulato debiti per 200 mila dollari. Nello show che condurrà tanti vip saranno suoi ospiti a cena: tra i primi nomi resi noti Madonna, Elon Musk e Marina Abramovic.
Anna Sorokin, torna a far parlare di sé, questa volta col suo vero cognome, anche se non rinuncia all’alias che l’ha resa celebra prima e detenuta poi. La trentunenne di origine russe che è riuscita a introdursi nell’alta società newyorkese fingendosi la rampolla di una ricca famiglia e a farsi prestare centinaia di migliaia di dollari a persone, società e banche, terminati i domiciliari condurrà un reality show.
La location è proprio l’appartamento in cui sta finendo di scontare la misura cautelare. Il titolo del reality è anch’esso indicativo: Delvey’s Dinner Club, che prende il nome dall’identità fasulla usata della Sorokin: Anna Delvey. Con questo nome ha accumulato 200 mila dollari di debiti. Scoperta nel 2017, è stata arrestata ed ha trascorso un periodo in carcere.
Recentemente la sua storia è tornata alla ribalta anche grazie ad una serie tv Netflix. La piattaforma ha infatti acquisiti i diritti sulla vita di Anna Sorokin per 320 mila dollari. Denaro che lei però non vedrà mai perché in base ad una legge statunitense spetta alle vittime delle truffe.
Nel reality show di Anna Sorokin ospiterà diversi vip a cena nella sua lussuosa casa ubicata nell’East Village. Tra i nomi già resi noti alla stampa, quelli di Madonna, Elon Musk e Marina Abramovic.
Mondo
Il Giorno della Memoria di Putin: «in Ucraina crimini neonazisti»

Putin incontra i vertici delle comunità ebraiche in Russia e ribadisce che in Ucraina sono stati compiuti crimini neonazisti.
Ogni scusa è buona per legittimare un’operazione speciale, che in realtà è una guerra d’invasione, specie se ricade il Giorno della Memoria e il pretesto scelto per giustificare lo sconfinamento è la volontà di sconfiggere presunti nazisti. Per questo Vladmir Putin non si è lasciato sfuggire una così ghiotta occasione: all’incontro con i vertici delle comunità ebraiche russe, ricevute al Cremlino in occasione del Gorno della Memoria, ha nuovamente parlato di «crimini neonazisti» in Ucraina.
Dopo 11 mesi di conflitto è ancora scentro totale tra Russia e Ucraina, sia sul campo che nelle schermaglie verbali. Non si intravedono spiragli che lasciano sperare in un cessate il fuoco, anzi già si temono gli effetti della tanto annunciato controffensiva di primavera, quando lo scontro potrebbe inasprirsi ulteriormente. Putin, che ha mobilitato nuove truppe, secondo diversi analisti internazionali potrebbe lanciare un più convinto attacco al Donbass dopo l’inverno.
Per tale motivo, in questo periodo il tema caldo in politica estera è la fornitura di carri armati di nuova tecnologia all’Ucraina. Nei giorni scorsi ha fatto discutere la decisione relativa all’invio di carri Abrahams dagli Stati Uniti e Leopard da diversi Paesi. Russia che afferma di non sentirsi intimorita e che rilancia le teorie dello scontro frontale cercato dal blocco occidentale. Sull’argomento il portavoce del Cremlino Peskov ha affermato che Biden potrebbe porre fine alla guerra in ogni momento poiché detiene «la chiave del governo di Kiev», ma «non vuole usare questa chiave: al contrario, sceglie la strada per pompare ulteriormente armi in Ucraina».
Mondo
Meta reintegra Trump dopo la sospensione di due anni

Nick Clegg, il presidente dei global affairs di Meta, ha spiegato che gli account Facebook e Instagram di Trump, sospesi due anni fa dopo l’assalto al Congresso, saranno riattivati: «non vogliamo intralciare il dibattito». L’ex presidente, che su Twitter non è tornato dopo il reintegro, tuona su Truth, il suo nuovo social preferito: «non sarebbe mai dovuto accadere».
La sospensione è finita. Dopo 2 anni l’influencer Donald Trump potrà tornare a postare per i suoi follower sui social di Meta, Facebook ed Instagram. Gli account dell’ex presidente degli Stati Uniti d’America furono sospesi in seguito all’attacco al Congresso, nel 2021. Nick Clegg, il presidente dei global affairs di Meta, ha affermato: «In via generale non vogliamo intralciare il dibattito sulle nostre piattaforme, soprattutto in un contesto di elezioni democratiche. Il pubblico deve essere in grado di ascoltare quello che i politici hanno da dire – il bello, il brutto e il cattivo – in modo da poter effettuare scelte informate ai seggi».
In merito alla sospensione Clegg ha spiegato che si trattava di una «decisione straordinaria presa in circostanze straordinarie» e che il reintegro di Trump su Meta «non vuol dire che non vi sono limiti a quello che si può dire sulla nostra piattaforma. Quando c’è un rischio chiaro di danni al mondo reale allora agiamo».
«Non sarebbe mai dovuto accadere a un presidente in carica» tuona su Trump su Truth, il social sul quale si è spostato dopo la sospensione da Meta e Twitter. Anche il social dei cinguettii l’ha reintegrato, ma Trump non ha ancora riattivato il proprio profilo. Con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale del 2024 però, è probabile che Trump decida di riattivare i suoi account per rivolgersi ad una platea superiore.
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