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La proposta di due maestre di Cremona: «insegniamo Faccetta Nera ai bambini»

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Di Foto luce – ediz. d’arte v.e. Boeri – v. f. Corridoni, 7 Roma - Collezione cartoline Albertomos, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12355235

Due maestre di una scuola elementare di Cremona hanno proposto di insegnare agli alunni “Faccetta Nera”. La preside risponde a critiche e polemiche: «il progetto è stato travisato».

Chissà come mai la proposta di due insegnati di una scuola elementare cremonese ha sollevato polemiche ed è stata considerata divisiva. Questo nonostante le due avessero ben specificato che si trattava di una proposta apolitica e di valore squisitamente storico: insegnare “Faccetta Nera” agli alunni. Ma qualche genitore, sicuramente bolscevico, non sa proprio farsi andare bene niente ed ha intenzione di rallentare il programma di storia di quest’anno: «Una canzone ignobile» l’hanno definita. Squadristi musicali.

Chissà perché i genitori di qualche alunno non vogliono che loro figlio intoni «bella abissina aspetta e spera che già l’ora si avvicina». L’ora, per chi non capisse nulla di musica leggera assolutamente apolitica, è quella in cui i soldati italiani porteranno in Etiopia, all’epoca Abissinia, «un’altra legge e un altro re».

La proposta appunto ha scatenato un’ondata di reazioni contrarie: «Una canzone ignobile che non andrebbe insegnata a bambini delle elementari. La storia non può essere spiegata con Faccetta Nera» hanno commentato i genitori.

Al di là delle diverse interpretazioni, come detto e ribadito dalle due maestre, si trattava di un «progetto apolitico». Così apolitico che, contestualmente, è stato proposto di non cantare invece “Bella Ciao”. «Non si tratta di un progetto ufficiale perché non è inserito nel piano dell’offerta formativa. E comunque non è ancora stato approvato» afferma la dirigente scolastica, intervistata da Il Fatto Quotidiano. «Il progetto educativo musicale – rende ancora noto la preside – è stato travisato. Qualcosa nel consiglio d’interclasse non è funzionato, posso garantire che non c’è alcun approccio politico ma solo una riflessione a livello storico» il commento della dirigente scolastica, che ha invitato i genitori a chiedere spiegazioni «nell’interclasse» e «non a mezzo stampa»

Ma come è nata questa polemica? Si stava parlando di come insegnare i valori della Resistenza durante un consiglio di classe. Alla luce di quanto emerso, e delle proposte avanzate, sarebbe il caso che le maestre e la dirigente scolastica ripassassero gli appunti: “Faccetta Nera” è una canzone di propaganda fascista. “Bella Ciao” è un inno che loda la Resistenza.

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