Cronaca
La risposta di Caivano alle “bonifiche” di Giorgia Meloni: 19 colpi sparati in aria

Ieri notte l’ultima delle tre “stese” in pochi giorni, con cui i clan di Caivano lanciano la sfida alle forze dell’ordine e al Governo: 19 colpi di arma da fuoco sparati da un corteo di moto che sfreccia per le vie del quartiere Parco Verde di Caivano. Don Patriciello: «è il terrore, poteva morire chiunque».
Le bonifiche proclamate da Giorgia Meloni al quartiere Parco Verde di Caivano, alle porte di Napoli, non solo non hanno prodotto risultati concreti in termini di lotta alla criminalità organizzata, ma hanno provocato la risposta, armata, dei clan: le “stese”. Nella notte, un corteo di uomini mascherati in sella a motociclette di grossa cilindrata, ha sfilato per le vie del quartiere a grande velocità, sparando in aria colpi di arma da fuoco.
Almeno 19 gli spari esplosi, provenienti da differenti armi, con calibri diversi. Abbastanza per lanciare un segnale abbastanza chiaro: i clan non sono intimiditi. Nei giorni scorsi, le forze dell’ordine hanno lanciato un ‘operazione interforze, denominata “Alto Impatto”, prima a Caivano, e poi anche a Roma e nei Quartieri Spagnoli.
Nonostante l’ingente dispiegamento di mezzi e personale, le perquisizioni di agenti e militari non si sono concluse con sequestri ingenti, o con arresti eccelenti. Di tutta risposta, ieri notte i clan sono tornati in strada in maniera senz’altro più evidente: spari in aria per le vie del quartiere “bonificato”.
L’episodio è stato raccontato sui social da don Maurizio Patriciello, il parroco che si batte contro la criminalità: «La domenica volge a termine. Manca poco più di un’ora alla mezzanotte. Per la gente della mia parrocchia non c’è pace. In sella alle loro moto, sono arrivati ancora una volta. Volti coperti. Armi pesanti in mano. Sfrecciano per i viali sparando all’ impazzata. È il terrore. Le ”stese” fanno paura. Può morire chiunque. Signore, aiutaci. E voi tutti che avete criticato le forze dell’ordine e l’intervento del governo, vergognatevi. E, se avete il coraggio, venite voi ad abitare con i vostri figli al “Parco Verde” in Caivano. Forza, fratelli e sorelle onesti del Parco Verde. Coraggio».
Non si tratta del primo episodio simile: già altre due stese si sono verificate la settimana scorsa. La prima, lunedì, durante la quale un uomo è rimasto ferito ad una gamba. La seconda giovedì. Quella di ieri però, è stata la maggiore in termini di persone che vi hanno preso parte e di colpi sparati.
Cronaca
Nove agenti accusati di arresto illegale, calunnia e falso a Piacenza

Le indagini riguardano episodi verificatosi tra il gennaio e il luglio dello scorso anno. Otto agenti avrebbero condotto indagini alterate, mentre un nono avrebbe rilasciato false dichiarazioni nel tentativo di coprirli.
Sono 9 i poliziotti accusati e finiti sotto indagine a Piacenza: otto per arresto illegale, calunnia e falso in atto pubblico, uno per false dichiarazioni all’autorità giudiziaria. Gli episodi sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti sarebbero avvenuti tra il gennaio e il luglio del 2022.
Le indagini sarebbero partite, in base a quanto riportato dalla stampa locale, da alcune segnalazioni e sarebbero corroborate da diverse testimonianze. Ai poliziotti coinvolti dalle indagini a Piacenza, accusati di aver compiuto arresti illegali, sono stati anche sequestrati i cellulari.
In base alle accuse nei loro confronti, avrebbero abusato dei loro poteri e avrebbero redatto verbali artefatti, contenenti false attestazioni, ottenute anche mediante il ricorso a minacce.
Attualità
Niente bagno senza consumazione: rissa in un bar di piazza San Marco a Venezia

Botte tra orbi tra i baristi di un bar di Piazza San Marco a Venezia ed alcuni turisti, dopo che a quest’ultimi è stato negato l’utilizzo del bagno, dal momento che non avevano effettuato nessuna consumazione.
Calci, schiaffi, sedie e tavolini che volano. Non è la rissa in un saloon del vecchio West, ma quello che è accaduto giovedì 21 settembre nella splendida piazza San Marco a Venezia tra alcuni turisti ed i baristi di un bar. Questa volta a far discutere dunque, non è il comportamento indisciplinato di qualche visitatore.
Nello straordinario scorcio tra la Biblioteca Marciana e Palazzo Ducale, visitatori e lavoratori se le sono date di santa ragione. Motivo di tanto astio, l’utilizzo del bagno: secondo i baristi è destinato esclusivamente ai clienti paganti, mentre secondo i turisti era loro diritto usufruirne pur non avendo effettuato alcuna consumazione.
Gli animi si sono presto scaldati e dalle parole si è passati in fretta alle mani. Ed ai piedi. Ed ai tavoli. Quattro uomini, probabilmente stranieri, da una parte, sette camerieri dall’altra. L’insolito spettacolo ha richiamato l’attenzione dei tanti visitatori che affollano la Repubblica Marinara. Qualcuno, ovviamente, ha filmato la colluttazione ed ha caricato il contenuto sui social: il video della rissa nel bar di piazza San Marco a Venezia è diventato, a distanza di qualche giorno dall’accaduto, virale.
Cronaca
Video porno con l’intelligenza artificiale: venti ragazzine si sono trovate nude sul web

Undici ragazzi hanno usato l’intelligenza artificiale per realizzare fotomontaggi di video porno, sostituendo il volto delle attrici con quello di alcune ragazze minorenni. Tutti denunciati, qualcuno anche per estorsione: ha chiesto denaro in cambio della cancellazione dei video, diventati nel frattempo virali.
La storia arriva dalla Spagna, più precisamente da Amendralejo, e scoperchia il vaso delle preoccupazioni relative all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. Venti ragazzine, tra gli 11 ed i 17 anni, si sono viste improvvisamente catapultate sul web in atteggiamenti osé: qualcuno ha usato l’intelligenza artificiale per realizzare video porno con i loro volti.
Sono così finiti nei guai undici ragazzi, autori della bravata. I video realizzati tramite un’applicazione di intelligenza artificiale, sono poi stati diffusi tramite i social e le app di messaggistica, diventando in fretta virali. Qualcuno è indagato anche per estorsione: avrebbe chiesto denaro in cambio della promessa di cancellare i video.
La storia ricorda in qualche modo lo scandalo che coinvolse il sito per adulti PornHub, che nel 2019 ospitò tra le proprie pagine 58 video pornografici che ritraevano una giovane: si trattava di una ragazzina di 15 anni rapita un anno prima in California: i video erano quelli realizzati e caricati dal suo rapitore e stupratore. Venne ritrovata proprio grazie a questi filmati, che permisero agli inquirenti di individuare il maniaco che l’aveva presa e risalire al luogo in cui era detenuta. PornHub declinò ogni responsabilità, affermando di non aver controllo sui ciò che veniva pubblicato dagli utenti, modificando al contempo le regole per caricare i contenuti sul sito.
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