fbpx
Seguici su

Politica

Le reazioni dopo il voto. Salvini: «premiata l’opposizione», Letta: «mia responsabilità», Calenda: «obiettivo non raggiunto»

Pubblicato

il

letta-calenda-salvini-reazioni-dichiarazioni-voto

Per la prima volta dall’inizio della campagna elettorale Salvini, Letta e Calenda sono tutti dalla stessa parte: le dichiarazioni dopo il voto sono tutte analisi della sconfitta. Salvini mastica amaro e fa sibillini complimenti alla Meloni. Letta non si dimette, ma non si candiderà al prossimo Congresso, col quale terminerà la sua leadership. Calenda parla di obiettivo non raggiunto, scommette su una nuova intesa Pd e M5S ed assicura un’opposizione netta, ma costruttiva.

Il primo a presentarsi di fronte alla stampa per le dichiarazioni successive al voto, con qualche minuto di ritardo rispetto alle previsioni, è stato Matteo Salvini, dopodiché, senza accavallarsi con le conferenze stampa, hanno parlato, Carlo Calenda ed Enrico Letta.

Il leader della Lega più che fare un’analisi della sconfitta, che spetterà alle discussioni interne, si concentra sulla possibilità di recuperare i consensi perduti: ««Il 9% non mi soddisfa, ma staremo al governo per 5 anni come protagonisti ed abbiamo enormi margini di recupero». In apertura del suo discorso Matteo Salvini ha elogiato Giorgia Meloni, ma più che complimenti sinceri sembrano recriminazioni di carattere politico: «Brava Giorgia e complimenti anche agi amici di Forza Italia e ai moderati. Certo, abbiamo pagato la presenza nel governo Draghi, mentre l’opposizione è stata premiata. Stare al governo è stato complicato, ma lo rifarei. Abbiamo anteposto il lavoro per il Paese agli interessi di partito, ma l’abbiamo fatto convintamente e lo rifaremmo». Salvini glissa sulla debacle del suo partito e si concentra sui prossimi 5 anni nei quali, assicura, ci sarà un governo di centro destra stabile in cui la Lega sarà protagonista. «Sono andato a letto incazzato, ma mi sono alzato carico a molla. Ho il doppia della voglia e dell’energia. E’ un bel gruppo parlamentare».

Terminato l’intervento del leader della Lega, iniziano le conferenze stampa degli altri candidati. Enrico Letta invece, forse anche grazie ad una maggiore esperienza in questo campo, si lancia in una vera analisi della sconfitta. Tante responsabilità, secondo il segretario dem, sono ascrivibili al Movimento 5 Stelle: «Se siamo arrivati al governo Meloni è colpa di Giuseppe Conte che ha improvvisamente tolto la fiducia al governo Draghi». Letta non nasconde le proprie responsabilità e comunica che traghetterà il partito fino al Congresso di marzo, dopodiché terminerà la sua leadership. Ma prima di congedarsi tiene a chiarire un concetto: «Molti partiti e movimenti hanno lavorato contro di noi più che contro il centrodestra, ma non ci sono riusciti. Siamo ancora il secondo partito e il primo partito d’opposizione, che sarà netta e intransigente».

Opposizione netta anche nelle intenzioni di Carlo Calenda, ma non intransigente bensì «costruttiva». Oltre ad alcune lacrime di coccodrillo per l’esclusione dal Parlamento di Emma Bonino («nonostante gli attacchi ricevuti mi dispiace molto»), il leader di Azione è convinto che nei prossimi mesi il Pd «tornerà tra le braccia del Movimento 5 Stelle». Calenda appare soddisfatto, sebbene ammetta di non aver raggiunto gli obiettivi che si era prefisso: «era necessario il 10% per fermare la destra e andare avanti con Draghi». «Continueremo a costruire il polo del “buon governo”, popolare, riformista e moderato. Continueremo a lottare contro un modo di fare politica nel quale vince chi urla più forte e fa più promesse degli altri».

Politica

Giorgia Meloni in Senato: «Su Cutro ho la coscienza a posto, sono una madre»

Pubblicato

il

giorgia-meloni

Serrato confronto al Senato tra le opposizioni e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, chiamata a riferire prima del consiglio europeo, su diversi temi: naufragio di Cutro, guerra in Ucraina, politica energetica ed ambientale.

Il 23 e il 24 marzo si terrà il Consiglio europèeo ed ovviamente la presidente del Consiglio presenzierà a Bruxelles. Come è d’uopo in queste occasioni, Giorgia Meloni ha riferito in Senato quale sarà la posizione italiana di fronte ai partner continentali. Inevitabilmente, le dichiarazioni della premier si sono trasformate in un confronto tra governo ed opposizioni, che ha toccato diversi temi, sia di politica interna che estera, e che in diversi passaggi si è fatto serrato. Ed altrettanto inevitabilmente le forze di minoranza hanno stuzzicato Giorgia Meloni soprattutto in tema di gestione dei flussi migratori, con particolare riferimento al tragico naufragio di Cutro, suscitando la risposta piccata di Giorgia Meloni: «Ho la coscienza a posto. Io sono una madre».

La linea rimane quella “terracquea”: la colpa dei naufragi, e dell’immigrazione clandestina, è dei trafficanti di essere umani. Loro è la responsabilità e a loro bisogno dare la caccia. Ma non basta fermare «le organizzazioni criminali che lucrano sulla pelle dei migranti» dice Meloni. Bisogna rafforzare la «collaborazione con i Paesi d’origine e di transito dei migranti, con adeguate risorse finanziarie. Prima di ogni ipotetico diritto a migrare, ogni essere umano ha diritto a non essere costretto a migrare in cerca di una vita migliore. Questo è l’aspetto che l’Occidente in questi anni ha colpevolmente trascurato».

 Urge anche il «coinvolgimento degli Stati di bandiera delle navi ong: gli Stati che finanziano le azioni delle organizzazioni non governative devono assumersi una responsabilità». Responsabilità che anche le opposizioni devono assumersi, rispetto al racconto degli eventi: «State superando un limite, per attaccare il governo rischiate di danneggiare l’Italia. Anche nella più feroce dialettica politica c’è un limite che non dovrebbe essere oltrepassato. Per colpire un avversario, si mette in cattiva luce l’Italia intera. Un limite che, quando superato, vi porta a gettare ombre sulla Guardia costiera. Lo dico da persona che non ha mai fatto mancare la sua opposizione ferrata ai governi che ci hanno preceduto: criticate me, il governo, ma fermatevi un secondo prima di danneggiare l’Italia».

Per quanto riguarda i rapporti con gli altri Paesi membri dell’Unione Europea, la linea Meloni è quella della schiena dritta: «Ho sentito dire che andrei in Europa a prendere ordini. Lo diranno i fatti. Io preferisco dimettermi, piuttosto che presentarmi al cospetto di un mio omologo europeo con i toni con i quali Giuseppe Conte andò al cospetto di Angela Merkel, a dirle che il M5S erano ragazzi che avevano paura di scendere nei consensi ma alla fine avrebbero fatto quello che l’Europa chiedeva . Preferisco dimettermi che rappresentare una nazione del genere».

E sul tema della guerra, nessun discostamento dalla linea Nato: «condividiamo la sua posizione sull’aggressione della Russia all’Ucraina: sappiamo che in questa Aula ci sono partiti che auspicano un accordo con la Cina o una resa dell’Ucraina. Noi non siamo di questo avviso. Accolgo le preoccupazione emerse sui nostri arsenali militari: del resto anche il governo Conte aumentò spese militari».

Continua a leggere

Attualità

Polemiche dopo la parolaccia di Annunziata: «arrogante turpiloquio»

Pubblicato

il

parolaccia-annunziata

Il tema delle adozioni dei figli da parte di famiglie omogenitoriali è particolarmente caldo e a “Mezz’ora in +” alla conduttrice Lucia Annunziata, durante il confronto con la ministra Roccella, scappa una parolaccia: «prendetevi la responsabilità delle leggi c…». Oggi dal centrodestra si levano le critiche.

Le polemiche del giorno dopo sono più feroci delle reazioni a caldo. Dopo che a Lucia Annunziata è scappata una parolaccia in diretta durante la sua trasmissione “Mezz’ora in +”, alla ministra Eugenia Roccella, con la quale era impegnata a dibattere, è scappata una risata. In effetti la faccia di Luca Annunziata quando si rende conto che le è scappato un improperio è irresistibile. Tutto finito dunque? Macché, il tema è caldo e le polemiche sono nel vivo. Tanto a destra, quanto a sinistra si getta benzina sul fuoco e se le opposizioni criticano le posizioni di Rampelli, Roccella e Mollicone, le forze di maggioranza inorridiscono per cotanto turpiloquio.

Lo scivolone in diretta della conduttrice è nato mentre si dibatteva sull’eventuale riconoscimento di figli di coppie omogenitoriali. Annunziata, pur ribadendo che le posizione del governo e della coalizione sono legittime, ha invitato, con troppo trasporto, a riconoscere che si tratta di una scelta ideologica : «prendetevi la responsabilità di farle queste leggi, c…» dove c non sta per cribbio.

Oggi, dal centrodestra si solleva un coro unanime di condanna verso quella sboccata di Lucia Annunziata. Apre le danze il sempre pacato Maurizio Gasparri, che abborrisce un uso così volgare dell’italica favella: «Ha dimostrato, con protervia e arroganza, di fare un uso ideologico degli spazi che, purtroppo, il servizio pubblico le riserva». “Uso ideologico del mezzo televisivo” d’altronde è alle prime pagine del manuale del perfetto forzista. Il senatore azzurro ha anche aggiunto: «Ha usato il turpiloquio quasi volesse intimidire il ministro Roccella, è una vergogna che una persona del genere abbia in mano spazi del servizio pubblico. La stagione di ricambio dei vertici Rai diventa urgente perché c’è un abuso costante di cui l’Annunziata è soltanto l’emblema più grave, più vetusto, più fazioso. Ora basta».

I componenti della Lega in Vigilanza Rai hanno definito l’episodio «inaccettabile». I tempi delle dichiarazioni del senatur d’altronde ormai sono lontani e il verde padano è sbiadito I leghisti che, parafrasando, erano stati benedetti da spiccate doti virili, hanno lasciato il passo a nuovi, più puritani e formali, che non dicono parolacce.

Ora, per dare una chiusa al testo, due considerazioni (e mezzo) assolutamente non richieste. La prima: la faccia di Lucia Annunziata dopo che ha detto una parolaccia, non sembra proprio quella di una persona che vuole intimidire la sua “dirimpettaia”. La prima-bis: Roccella sembrava più divertita che intimidita. La seconda: saranno pure prive di parolacce, ma le dichiarazioni di Rampelli e Mollicone, non sembrano poi così moderate.

Continua a leggere

Politica

Federico Mollicone (FdI): «maternità surrogato reato peggiore della pedofilia»

Pubblicato

il

federico-mollicone-maternità-surrogata-peggio-della-pedofilia

Ancora polemiche relative ad alcune dichiarazioni di esponenti di Fdi in merito ai diritti civili delle famiglie arcobaleno. Dopo che Rampelli ha definito i bambini delle foglie omogenitoriali come «spacciati per figli propri», il presidente della Commissione Cultura Federico Mollicone cala il carico da 11 definendo la maternità surrogata un reato peggiore della pedofilia.

Nel nostro Paese la maternità surrogata non è consentita, anzi, è punibile con pene superiori ai 3 anni. Il governo però, pare intenzionato a inasprire queste pene e più in generale sembra molto sensibile al tema delle adozioni di figli da parte di famiglie arcobaleno, verso le quali mostra posizioni ultraconservatrici. Al punto che le dichiarazioni di alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, hanno suscitato molte polemiche per vie delle affermazioni espresse e della loro veemenza. Ha aperto le danze sabato scorso il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, che, nello stupore della conduttrice Concita De Greogorio, a InOnda su La7 ha affermato: «Se in Italia due persone dello stesso sesso chiedono il riconoscimento, cioè l’iscrizione all’anagrafe, di un bambino che spacciano per proprio figlio significa che questa maternità surrogata l’hanno fatta fuori dai confini nazionali». Oggi sulla questione è tornato, ancora sulle frequenze di La7 ma questa volta ad Omnibus, anche il presidente della Commissione Cultura Federico Mollicone, anch’egli FdI, che ha definito la maternità surrogata un: «reato peggiore della pedofilia».

Non si è limitato a questa osservazione l’onorevole, che ha anche affermato: «Siamo di fronte a persone che vogliono scegliere un figlio come la tinta di casa». Poi, commentando le dichiarazioni di Rampelli ha aggiutno: «La legge prevede con chiarezza che l’utero in affitto sia un delitto. È reato anche solo farne pubblicità. Non mi pare quindi un termine particolarmente efferato». E sulla proposta di rendere la maternità surrogata un reato “universale” si dice favorevole: «Sono assolutamente d’accordo. Non si capisce perché non venga perseguito anche in Italia, come si fa con la pedofilia».

Voic isolate all’interno del partito? Non sembrerebbe, a giudicare dalle dichiarazioni di ieri del ministro per le pari opportunità e la famiglia Eugenia Roccella, che dal canto suo ha detto: «l’utero in affitto è un mercato dei bambini».

Continua a leggere

Più letti

Copyright © 2020 by Iseini Group | Osservatore Quotidiano è un prodotto editoriale di Il Martino.it iscritto al tribunale di Teramo con il n. 668 del 26 aprile 2013 | R.O.C. n.32701 del 08 Marzo 2019 | Direttore : Antonio Villella | ISEINI GROUP S.R.L - Sede Legale: Alba Adriatica (TE) via Vibrata snc, 64011 - P.Iva 01972630675 - PEC: iseinigroup@pec.it - Numero REA: TE-168559 - Capitale Sociale: 1.000,00€ | Alcune delle immagini interamente o parzialmente riprodotte in questo sito sono reperite in internet. Qualora violino eventuali diritti d'autore, verranno rimosse su richiesta dell'autore o detentore dei diritti di riproduzione.