Cronaca
Lo campagna elettorale si gioca anche sullo stupro di Piacenza
A Piacenza un richiedente asilo ha aggredito e stuprato per strada una rifugiata proveniente dall’Ucraina, prima di essere fermato e arrestato dalla polizia. Salvini ci si fionda a capofitto e pubblica un fermo immagine, la Meloni condivide il video sui suoi social. Letta: «stiamo dentro i limiti della dignità e della decenza», la Meloni: «menzogne sul mio conto e bieca propaganda sul gravissimo stupro di Piacenza. Il video pubblicato sui miei social è oscurato».
In periodo di campagna elettorale, qualunque cosa viene buttata nel calderone della propaganda e data in pasto agli elettori. Lo stupro avvenuto a Piacenza ieri, domenica 21 agosto, non fa certo eccezione e diventa argomento elettorale. Per la destra, è il simbolo di un’errata gestione dei flussi migratori, per la sinistra è il tentativo di strumentalizzare un episodio per fini propagandistici.
Nelle prime ore della giornata di ieri, un richiedente asilo originario della Guinea ha gettato a terra una donna, una rifugiata ucraina, e l’ha stuprata, lì sul marciapiede. Ovviamente le grida della donna hanno attirato l’attenzione dei residenti. Nessuno ha mosso un dito, ma qualcuno ha chiamato la polizia, che ha fermato lo scempio in corso ed arrestato lo stupratore. Qualcun altro ha girato un filmato e lo ha consegnato ad un quotidiano, che ha pubblicato il video.
Immediatamente la sindaca di Piacenza, Katia Tarasconi, ha chiesto alle forze politiche di non strumentalizzare la vicenda per fini elettorali. Un appello caduto nel vuoto. Salvini ha condiviso sui suoi canali l’estratto di un giornale contente un fermo immagine del deprecabile episodio, la Meloni ha invece direttamente condiviso il video. Una scelta criticata fortemente da Letta.
«Faccio un appello a tutti perché tutti stiamo dentro i limiti della dignità e della decenza. Il video postato da Giorgia Meloni su uno stupro è un video indecente e indecoroso – ha detto ai microfoni di Radio 24 il segretario dem, che ha aggiunto – C’è il rispetto delle persone che deve essere prima di tutto quindi invito tutti a fare una campagna elettorale in cui si parli delle cose e ci si confronti anche animatamente. Ma non si può essere irrispettosi dei diritti delle persone».
Una ricostruzione contro la quale la leader di FdI si oppone: «Non consento a Enrico Letta di diffondere menzogne sul mio conto e fare bieca propaganda sul gravissimo stupro di Piacenza. Il video pubblicato sui miei social è oscurato in modo da non far riconoscere la vittima ed è preso dal sito di un importante quotidiano nazionale, a differenza di quanto da lui sostenuto -scrive su Facebook Giorgia Meloni, che prosegue – Questi metodi diffamatori e che distorcono la realtà sono ormai caratteristici di una sinistra allo sbando, lo sappiamo tutti da tempo, ma a tutto c’è un limite. Soprattutto quando si parla di stupri e violenza sulle donne. E mi vergogno francamente di leader politici che mentre usano uno stupro per attaccare me non spendono una parola di solidarietà per la vittima, evidentemente per paura di dover affrontare il tema dell’emergenza sicurezza aggravato».
Salvini invece, non è entrato nel botta e risposta fra Letta e Meloni, ma si è limitato a dare la sua ricetta vincente sul tema della sicurezza. In primis, una sua visita a Piacenza «per confermare l’impegno della Lega per restituire sicurezza al nostro Paese: 10.000 poliziotti e carabinieri in più nel 2023, più telecamere accese e blocco degli sbarchi clandestini. Richiedente asilo e stupratore. Basta! Difendere i confini e gli italiani per me sarà un dovere, non un diritto».
L’episodio in questione dunque, non riguarda solo un caso di cronaca, ma è stato utilizzato dalle principali forze politiche del Paese per dibattere delle diverse posizioni in merito di sicurezza, violenza sulle donne, immigrazione, temi e linguaggi della politica. E con ancora un mese abbondante di campagna elettorale, ci si chiede fin dove si spingerà la propaganda dei partiti.
Cronaca
Grave una ragazza colpita da una statuetta caduta da un balcone a Napoli
Lo scorso 15 settembre una ragazza di origine padovana in gita a Napoli insieme al fidanzato, è stata colpita da una pesante statuetta in onice caduta da un balcone. Si trova in gravi condizioni.
E’ ricoverata in terapia intensiva dopo essere stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico all’Ospedale del Mare, la ragazza colpita da una statuetta caduta da un balcone a Napoli lo scorso 15 settembre. La giovane si trovava nella città partenopea in compagnia del fidanzato per una vacanza. Mentre percorreva via Sant’Anna di Palazzo ai Quartieri Spagnoli è stat colpita dal pesante manufatto in onice.
Subito dopo l’urto, la ragazza è caduta a terra, priva di sensi e perdendo copiosamente sangue. Trasportata d’urgenza e stabilizzata al vicino ospedale Vecchio Pellegrini, è stata poi trasferita all’Ospedale del Mare. L’incidente si è verificato alle 16. Poco dopo i due avrebbero dovuto raggiungere Capodichino per prendere l’aereo che li avrebbe riportati a Parigi, dove vivono.
Cronaca
Neonato morto a Parma, accusata la madre 22enne: «nessuno sapeva della gravidanza»
Gli inquirenti hanno trovato i resti di un altro neonato nello stesso giardino. Si pensa ad una confessione.
Nemmeno la famiglia e l’ex fidanzato della ragazza sarebbero stati a conoscenza della gravidanza della giovane, che avrebbe partorito da sola e non sarebbe stata seguita da un ginecologo. Il corpicino del piccolo è stato trovato nel giardino di casa, ad agosto. Un mese dopo, sono affiorati nuovi resti. La ragazza è accusata di omicidio volontario e occultamento.
Il 9 agosto scorso nel giardino di una villetta di Traversetolo, in provincia di Parma, è stato ritrovato il corpo senza vita di un neonato. In seguito all’esame del Dna è stato possibile identificare la madre, una ragazza di 22 anni, ed il padre, l’ex fidanzato della giovane, che sarebbe stato all’oscuro della gravidanza. E dopo più di un mese dalla prima macabra scoperta, nello stesso giardino sono stati rinvenuti i resti di quello che sembrerebbe un secondo neonato. Gli inquirenti non l’avrebbero scoperto casualmente, ma la scoperta sarebbe il frutto di una confessione.
Nemmeno i genitori della giovane sarebbero stati a conoscenza della gravidanza. La ragazza avrebbe tenuto la cosa nascosta a tutti, non sarebbe stata seguita da un ginecologo ed avrebbe partorito da sola. Non è chiara la causa del decesso del bambino, che l’autopsia ha stabilito fosse vivo al momento del parto, ma la giovane madre è accusata di omicidio volontario ed occultamento di cadavere.
Il primo corpo è stato ritrovato sepolto sotto un sottile strato di terra lo scorso 9 agosto, da un vicino. Sarebbe stato lui a dare l’allarme. Il primo cittadino del comune parmense ha però dato una versione differente. Sarebbe stata la nonna della ragazza a trovare il corpicino, dopo che il cane ha scavato in quel punto. La famiglia non si trovava in zona, ma era partita per una vacanza a New York. Vacanza che non è stata interrotta dopo la scoperta.
Nei giorni scorsi, il secondo ritrovamento. E c’è chi pensa che gli inquirenti siano stati indirizzati in quel punto da una confessione e che abbiano scavato «a colpo sicuro». Secondo quanto trapelato, in base ai primi rilievi effettuati il secondo corpicino sarebbe antecedente al primo e potrebbe essere venuto al mondo, e seppellito, nel 2023.
Si indaga per capire se la madre del neonato trovato senza vita a Parma abbia davvero fatto tutto da sola e se davvero nessuno si fosse accorto della gravidanza della giovane.
Cronaca
Alpinisti bloccati sul Monte Bianco: «veniteci a prendere o moriremo assiderati»
I loro telefoni non sono più raggiungibili. Sono partiti sabato, nonostante le previsioni meteo non particolarmente favorevoli, e sono stati sorpresi dalla nebbia e dal gelo durante la discesa. «Non sappiamo dove andare ed abbiamo freddo» una delle ultime comunicazioni. Soccorsi resi difficili dalle condizioni metereologiche. Dispersi anche due turisti coreani, dei quali non si conosce nemmeno la posizione.
Due alpinisti italiani di quarant’anni dalle 17:30 di sabato pomeriggio sono rimasti bloccati sul Monte Bianco. Avevano raggiunto la cima ed avevano cominciato la discesa, quando sono stati sorpresi dal maltempo, a circa 200 metri dalla vetta, sul versante francese. Si troverebbero a circa 4.600 metri. LE temperature sono in drastico calo e nebbia e forte vento impediscono loro di vedere e di spostarsi. Si troverebbero infatti a circa 300 metri di altezza da un rifugio d’emergenza, che però non sarebbero in grado di raggiungere. I tentativi di recuperarli per il momento non sono andati a buon fine.
I due alpinisti bloccati sul Monte Bianco, dei quali non sono state rese note le generalità, sono stati descritti come esperti di alta quota, ma non professionisti della montagna. I loro famigliari sono stati avvisati ed alcuni hanno già raggiunto Chamonix. Si sono mossi alla volta della vetta, nonostante le previsioni non fossero delle migliori. Sono partiti dal Rifugio des Cosmiques a quota 3.600 metri la notte tra venerdì e sabato. Probabilmente sono arrivati a 4.800 metri prima di prendere la discesa. Lì sono stati sorpresi dal calo della temperatura e dalla nebbia.
«Non vediamo nulla, veniteci a prendere, rischiamo di morire congelati» avrebbero detto durante l’ultima telefonata. I loro telefoni probabilmente si sono scaricati e non risultano più raggiungibili. In un messaggio hanno reso noto di non potersi muovere: «Siamo finiti in un crepaccio, ma ne siamo usciti, ma adesso non sappiamo bene dove siamo e abbiamo freddo, tanto freddo. Da dove scendiamo?». Trecento metri più in basso c’è il rifugio Vallot, un bivacco di emergenza con coperte.
I tentativi di recuperarli sono immediatamente scattati, ma non sono andati a buon fine. I soccorritori francesi del Pghm, Peloton de gendarmerie de haute montagne, hanno provato a raggiungerli ieri. Una squadra partita alle prime luci dell’alba. si è dovuta fermare all’altezza del Dome du Goûter a 4.200 metri a cause delle condizioni metereologiche. Stesso discorso per il tentativo di stamani alle 7. Le operazioni verranno riprese non appena il tempo lo consentirà. Anche gli elicotteri aspettano di potersi alzare in volo. Il Soccorso Alpino valdostano è in costante contatto con le famiglie degli alpinisti italiani coinvolti.
Mancano all’appello anche due escursionisti corani, dei quali si sono perse le tracce da sabato, ma di loro i soccorritori non conoscono nemmeno la posizione.
-
Politica2 settimane fa
Maria Rosaria Boccia smentisce Sangiuliano (e Meloni): «non ho mai pagato, dicevano che rimborsava il Ministero»
-
Politica3 settimane fa
La consulente di Sangiuliano che al Ministero non conoscono: chi è Maria Rosaria Boccia
-
Cronaca3 settimane fa
Nasconde il cadavere della madre nel freezer per 2 anni per la pensione
-
Cronaca2 settimane fa
Strage di Paderno Dugnano, il ragazzo che ha sterminato la famiglia: «non me lo so spiegare»
-
Politica2 settimane fa
Il caso della “consulente fantasma” di Sangiuliano ora imbarazza anche il governo
-
Attualità3 ore fa
Bambino morto alla festa patronale, ma non salta il live di Fedez. Il padre: «ti facevo più umano»
-
Attualità2 settimane fa
Giornalista accusa di violenza sessuale i colleghi Nello Trocchia e Sara Giudice
-
Politica1 settimana fa
Sangiuliano rassegna le dimissioni: «grazie alla premier per avermi difeso»