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Manifestazione per la pace di Roma: Conte strappa la scena, Letta fischiato | FOTO

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Associazioni e sindacati hanno radunato a Roma circa centomila persone, quaranta mila secondo la Questura. La piazza chiede di fermare l’invio di armi in Ucraina, ma anche l’avvio di un negoziato serio da parte di UE e Onu. Enrico Letta contestato: «guerrafondaio». A Milano invece il Terzo Polo ha radunato cinque mila persone, favorevoli alle sanzioni e agli aiuti bellici all’Ucraina.

Le piazze italiane si colorano di arcobaleno. Nel weekend appena trascorso, migliaia di persone sono scese in strada ed hanno sfilato in corteo in tante manifestazioni per la pace, dal nord al sud del Paese. Stessa finalità, la pace, ma divergenze di vedute sulle strade per conseguirla tra piazza e piazza. La manifestazione per la pace più grande, lo scorso sabato 5 novembre a Roma per “Europe for Peace”.

Associazioni e sindacati hanno radunato circa centomila persone, sebbene la Questura parli di quaranta mila. Molto variegata la composizione della platea presente alla manifestazione per la pace a Roma: sindacalisti, cattolici, boy scout, partigiani hanno sfilato insieme in corteo. Ad aprire la fila, la rappresentanza della comunità di Sant’Egidio. Nutrita anche la presenza di politici e volti noti: da Conte a Letta, da Frattoianni a Fassina, passando per Landini, Giachetti e don Ciotti.

Il leader del Movimento 5 Stelle, è stato tra i più apprezzati. Ringalluzzito ha lanciato un monito al ministro della Difesa: «A Crosetto dico che visto che è stata votata una risoluzione in Parlamento, non si azzardi a decidere un nuovo invio armi senza un confronto in Parlamento». Non si è fatta attendere molto la replica: «Conte può stare sereno, il Ministero, non il Ministro (che non dispone delle istituzioni né delle organizzazioni, ma le rappresenta e le serve) seguirà le leggi come ha sempre fatto dalla sua istituzione in età Repubblicana».

Contestato e fischiato invece, il segretario dimissionario del Partito Democratico Enrico Letta, che è stato apostrofato come «guerrafondaio» e «filoamericano». A differenza di Conte, Letta ha sempre difeso il sostegno militare all’Ucraina.

Una visione che si è scontrata con quella della piazza, che ha più riprese ha scandito cori e slogan contro Putin, ma che ha messo spesso in discussione la fedeltà agli accordi dell’alleanza atlantica: «nè con Putin, nè con con la Nato».

Un orientamento molto diverso dalla piazza di Milano, dove il Terzo Polo ha radunato cinque mila persone, favorevoli all’invio di armi agli ucraini e alle sanzioni contro la Russia. Sul palco Calenda ha ben riassunto la sua posizione: «se l’ideale della Pace è disarmare gli ucraini è l’ideale della sottomissione».

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Da gennaio scatta l’aumento delle pensioni minime: 1,8 euro in più

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Quando la manovra è stata chiusa ed inviata alla Camera, diverse critiche aveva attirato l’aumento delle pensioni minime annunciato dal governo. In molti infatti avevano sorriso, considerando irrisorio un aumento di soli 3 euro. Ora che l’aumento  delle pensioni minime è entrato in Gazzetta però, i sorrisi si sono appiattiti, dal momento che la cifra è perfino inferiore: 1,8 euro.

Da gennaio ogni mese il governo offrirà un caffè ai pensionati che riscuotono la minima. Non molto forse, ma è pure sempre il gesto che conta. L’incremento dell’emolumento per chi si è ritirato dal lavoro arriverà a 616,57 euro dai 614,77 euro attuali. Dunque l’aumento delle pensioni minime garantirà ai beneficiari 1,8 euro in più al mese. Lo certifica la Gazzetta ufficiale numero 278 dello scorso venerdì, laddove pubblica il decreto del ministero dell’Economia di concerto con il ministero del Lavoro firmato il 15 novembre dai ministri Giancarlo Giorgetti e Marina Calderone.

Il motivo di questa corsa al ribasso sta nella riformulazione dell’inflazione da recuperare nel 2025 sulle pensioni di Istat. 0,8% e non 1% come precedentemente ipotizzato. A questo 0,8% il governo ha applicato un’addizionale del 2,2%, per poter raggiungere il 3% totale. In questo modo è stato sventato il calo delle pensioni a 598 euro.

Per quanto riguarda le altre pensioni, la situazione non appare più rosea. Il governo ha deciso di tornare al criterio di indicizzazione del governo Prodi applicato anche dal governo Draghi, che funziona a scaglioni. Tutti gli assegni fino a quattro volte il minimo (circa 2.400 euro) avranno il 100% di rivalutazione, quindi tutta l’inflazione dello 0,8%. La parte di assegno tra 2.400 e circa 3 mila euro sarà rivalutata al 90%, pari allo 0,72% di inflazione. La porzione di pensione sopra 3 mila euro recupererà il 75% dell’inflazione, pari allo 0,6%.

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Bersani assolto dall’accusa di diffamazione a Vannacci

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Il Tribunale di Ravenna ha assolto Pierluigi Bersani dall’accusa di diffamazione avanzata dal generale Roberto Vannacci. Il politico, rispondendo ai contenuti del libro “Il Mondo al Contrario” utilizzo l’epiteto «coglione», parlando del militare. Secondo i giudici si trattava di una allegoria.

Bersani non ha diffamato il generale Vannacci. Secondo il tribunale di Ravenna, che si è pronunciato sulla querela avanzata dal militare leghista, «il fatto non sussiste». La Procura, in seguito alla denuncia, aveva chiesto per Bersani una multa da 450 euro per diffamazione aggravata dal mezzo, «provata la penale responsabilità sulla base delle documentazioni audio-video». Bersani in un’intervista, riferendosi all’ipotetico bar Italia immaginato da Vannacci nel suo libro, chiese: «Ma se in quel bar lì è possibile dare dell’anormale a un omosessuale, è possibile anche dare del coglione a un generale?».

Secondo il giudice, le parole utilizzate dal politico «non possono essere qualificate come metaforiche», ma è successo che «l querelante abbia confuso la figura della metafora con quella della allegoria». Nel caso di Bersani confondere metafora con allegoria è ancor più facile.

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Marina Berlusconi nominata Cavaliere del lavoro: «lo dedico a mio padre»

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Oggi a Palazzo del Quirinale si è tenuta la cerimonia di consegne delle onorificenze dell’Ordine al Merito del Lavoro ai 25 Cavalieri del Lavoro nominati dal Capo dello Stato Sergio Mattarella il 2 giugno, tra cui Marina Berlusconi. 

La famiglia Berlusconi può vantare un altro cavaliere del lavoro: Marina, figlia primogenita di Silvio, ha ricevuto la prestigiosa onorificenza oggi, a Palazzo del Quirinale. Tecnicamente però, si tratta della prima della famiglia, dal momento che il padre si autosospese dalla Federazione dei cavalieri del lavoro nel 2014, in seguito alla condanna per frode fiscale. Lei però dedica il premio proprio al genitore: «Dedico questo riconoscimento a mio padre, che nel 1977 ricevette lo stesso titolo. Sono passati più di quarant’anni, ma ricordo come fosse ieri quella giornata a Roma in cui mia madre, io e mio fratello Pier Silvio lo accompagnammo alla cerimonia per questa onorificenza: ero una bambina, e quel momento resterà per sempre nel mio cuore».

«È un onore grandissimo, per il quale desidero davvero esprimere tutta la mia gratitudine al Presidente Mattarella e al Consiglio dell’Ordine al Merito del Lavoro» ha affermato la presidente del  Gruppo Mondadori, Mediaset e Fininvest e neo Cavaliere Marina Berlusconi.

 

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