Attualità
Milano, abbandonata in casa per sei giorni: morta bambina di 16 mesi. Fermata la madre

MILANO – L’ha lasciata a casa da sola per quasi una settimana, con a fianco un biberon con del latte e null’altro, ben sapendo quello che sarebbe successo. E’ morta di stenti la piccola Diana di quasi un anno e mezzo, trovata senza vita nel suo lettino da campeggio, in un appartamento alla periferia est di Milano dove era stata abbandonata da giovedì scorso.
La madre, Alessia Pifferi, 37 anni ad agosto, è ora in cella con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato, anche dai futili motivi e dalla premeditazione. Come riporta l’Ansa, è una storia che lascia senza parole e che ha sconvolto anche inquirenti e investigatori, quella scoperta ieri mattina e che ha portato il pm Francesco De Tommasi, titolare dell’inchiesta condotta dalla Squadra mobile, a fermare la donna, separata e con un nuovo fidanzato (nessuno dei due uomini è il padre della piccola), dopo averla interrogata in piena notte. Interrogatori in cui sarebbe rimasta lucida, non avrebbe mai perso il controllo e nemmeno pianto, ma avrebbe invece manifestato la consapevolezza delle tragiche conseguenze del suo gesto.
“Sapevo che poteva andare così”, avrebbe detto. Un gesto non dettato da una situazione di degrado e di tossicodipendenza, ma pare da una volontà, venuta a galla in modo ‘intermittente’, di far finta di non aver mai dato alla luce quella bambina che, è stato riferito, sarebbe stata il frutto di una relazione clandestina. Forse indesiderata poiché, come ha spiegato una vicina, “non giocava mai con lei, non la portava a passeggio, la teneva sempre nel passeggino”.
Come riporta l’Ansa, secondo la ricostruzione, sette giorni fa Alessia Pifferi avrebbe lavato e cambiato la piccola e le avrebbe lasciato, a fianco della brandina da camping, un biberon con il latte. Dopo di che sarebbe andata a Leffe, nella Bergamasca, per raggiungere il suo attuale compagno, al quale avrebbe detto che la piccina era al mare con sua sorella. Quando, poi, nei giorni scorsi ha accompagnato il fidanzato a Milano per alcune faccende di lavoro, la donna non ha nemmeno messo piede in casa. Si sarebbe comportata come se la piccola non fosse esistita tant’è che, ha sostenuto davanti al pm, non solo non si era resa conto di essere rimasta incinta ma ha anche partorito, senza che il padre lo sapesse, in casa a Bergamo. In più, già altre volte, specie per il week end, l’aveva lasciata da sola e la bimba era sopravvissuta. Invece, ieri mattina, in quell’edificio non molto lontano da Ponte Lambro e dall’aeroporto di Linate, l’ha trovata senza vita, morta di stenti, senza cibo né acqua.
Come riporta l’Ansa, con l’aiuto di una vicina, piangendo a dirotto in quei momenti, ha chiamato i soccorsi. Vicino a quella culla di fortuna aveva il biberon pieno a metà e pure una boccetta mezza vuota di En, un potente tranquillante. Cosa che, assieme all’assenza di segni di violenza, fa pensare che sia stata ‘addormentata”. Un’ipotesi che potrà chiarire l’autopsia o la madre quando verrà di nuovo interrogata dal gip a cui verrà inoltrata la richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare in carcere. Nessuno, infatti, l’ha sentita piangere, niente strilli, nessun lamento. Se ne è andata senza disturbare, lasciando tanta tristezza e dolore tra la gente del quartiere che per ricordarla ha appeso alla cancellata di quell’anonima palazzina in cui viveva una grappolo di palloncini bianchi.
Attualità
Patty Pravo: «come si fa a far questo mestiere senza anfetamina?»

In un’intervista a Belve la cantante e show girl Patty Pravo ha rilasciato alcune dichiarazioni che hanno fatto scalpore ed attirato critiche, in particolare quella sulle droghe e sull’anfetamina.
Non sarà Fedez, ma Patty Pravo è più gangsta del rapper. Intervistata a Belve, Patty Pravo ha parlato senza peli sulla lingua del suo rapporto con le droghe, ammettendo di averne provate di diverse tipologie («tutte» è stata la sua risposta, ndr) e spingendosi a dire: «ma chi è che fa questo mestiere senza anfetamina?».
Sono anche altri i temi toccati, come l’amore, gli inizi, la carriera, i viaggi, i ritocchini, il rapporto col successo e via dicendo. Ma le dichiarazioni a proposito delle sue esperienze “stupefacenti” sono quelle che hanno ottenuto la cassa di risonanza più ampia.
Anche perché Patty Pravo si dimostra piuttosto arzilla in tema droghe, perché quando la conduttrice le chiede se si stia riferendo agli anni ’70, la cantante risponde: «in generale».
Attualità
Salvini e il post mentre fa la spesa: «niente pesche, ma tanta roba», Calenda: «vai a lavorare»

Matteo Salvini posta sul proprio profilo un post con due foto che lo immortalano mentre fa la spesa e il leader di Azione Calenda lo trolla: «non ci rompere le pxxxe e vai a lavorare».
Matteo Salvini è alla frutta e lo fa vedere: posta una foto sul proprio profilo mentre fruga tra i marroni nel reparto ortofrutticolo di una nota catena di supermercati, di cui recentemente si è molto discusso a causa dello spot della pesca della discordia. E proprio citando il caso mediatico Salvini pubblica un post con due foto, una mentre carica la spesa in macchina e uno in cui sceglie le castagne, accompagnate dalla didascalia: «niente pesche, ma tanta roba. Le domeniche belle».
In poco tempo arriva la risposta, fulminea e fulminante, dell’onnipresente (sui social) Carlo Calenda: «Caro Matteo, non ci rompere le pxxxe e vai a lavorare. Parte seconda». Un post non proprio velato insomma. Parte seconda perché qualche giorno fa ne aveva caricato uno simile sempre rivolto al ministro dei Trasporti e sempre sul medesimo argomento.
Salvini infatti aveva condiviso sul proprio profilo lo spot oggetto del dibattito, commentando: «Dare voce ai tanti genitori separati, a quelle mamme e a quei papà quasi mai citati e spesso troppo dimenticati, al legame indissolubile con i figli. Trasformare uno spot in uno splendido messaggio di Amore e Famiglia merita solo sorrisi. Come fa certa gente a insultarlo e deriderlo solo perché non narra il “modello” che vorrebbero loro?». Anche in questo caso la replica del leader di Azione non si è fatta attendere ed è arrivata in punta di fioretto: «Matteo, non ci rompere le pxxxe e vai lavorare».

Attualità
Meme di Musk contro Zelensky: «quando sono passati 5 minuti e non hai chiesto un miliardo di dollari in aiuti»

L’account ufficiale di Elon Musk ha pubblicato su X una serie di meme provocatori: il patron di Space X e Tesla si è scagliato contro il presidente ucraino, i vaccini, i media e il presidente Biden.
«Quando sono passati 5 minuti e non hai chiesto un miliardo di dollari di aiuti» cita la didascalia. La foto, tratta da un celebre meme, mostra Volodymyr Zelensky che si trattiene a fatica, con le vene ingrossate dallo sforzo. Il meme di Elon Musk contro Zelensky ha suscitato tantissime reazioni contrariate, ma non è l’unico a tono provocatorio pubblicato nelle scorse ore su X dal suo patron.
Ma non c’è solo Zelensky tra i bersagli dei meme di Musk. Poco prima aveva pubblicato un post dai toni psichedelici che mostrava una spirale ed un dottore e la didascali: «Immagina un vaccino così sicuro che bisogna essere minacciati per prenderlo. Per una malattia così mortale bisogna sottoporsi a un test per sapere di averla». Il riferimento al vaccino anti covid è fin troppo palese. Esplicito il terzo meme: un cane di grossa taglia appoggio, indicato semplicemente come Elon, appoggia i testicoli in testa ad un altro cane, indicato genericamente come media.
Oltre ai post satirici, e divisivi, Musk dedica un pensiero anche alle politiche migratorie del presidente degli Sati Uniti: «Se New York si sta già piegando sotto il carico e ha esaurito lo spazio, come sarà la situazione tra un anno? La politica di apertura delle frontiere è iniziata sotto Biden due anni fa. Questa politica non era in vigore sotto Obama e il governatore Hochul è un democratico e non un repubblicano, quindi non si tratta di una battaglia politica tra D e R, ma di una questione specifica dell’attuale amministrazione».
I meme pubblicati da Musk hanno ampiamente diviso gli utenti dell’ex Twitter, ora X, ma sembrano rispondere alla nuova strategia imposta dal nuovo titolare: creare contenuti anche discutibili, ma sicuramente discussi.

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