«Mino Raiola è morto», ma l’ospedale smentisce e lui twitta: «so risorgere»

Indiscutibilmente, Mino Raiola sa come far discutere di sé. Persino ora che si trova ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale San Raffaele di Milano. Ma è ancora vivo, a differenza di quanto trapelato nelle ultime ore e riportato anche da diversi giornali, che si sono affrettati a dare la notizia. Ebbene, il coccodrillo è stato pubblicato con troppo anticipo. Alberto Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione del San Raffaele si è affrettato a dare la smentita della notizia secondo la quale Raiola era morto, affermando: «non si specula sulla vita di un uomo che sta combattendo».

La controprova definitiva arriva dallo stesso Mino Raiola, che alle 14:41 ha twittato: «il mio stato di salute per chi se lo stesse chiedendo: sono contrariato [non ha scritto proprio contrariato, ndr] per la seconda volta in 4 mesi mi hanno ucciso. Sembrerebbe che sia anche in grado di resuscitare». Più smentita di così, si muore.

Il celebre procuratore dei calciatori già da tempo accusa problemi di salute e nel gennaio di quest’anno si è sottoposto ad un delicato intervento, proprio nell’ospedale in cui è ricoverato. Le sue condizioni si sarebbero aggravate negli ultimi giorni, tuttavia Mino Raiola non è morto ed ha dato di persona la smentita.

Cinquantaquattrenne italo-olandese, è cresciuto nei Paesi Bassi, dove ha lavorato nella pizzeria di famiglia. Poi l’ingresso nel mondo del calcio, i primi ingaggi di giocatori importanti dell’Eredivisie, il campionato olandese, e poi sempre più in su, fino a diventare uno de procuratori più famosi, e ricchi, al mondo. Ibrahimovic, Pogba, Donnarumma e Haaland sono solo alcuni dei campioni che hanno affidato a lui la gestione dei loro contratti. Personaggio sempre molto discusso, negli ultimi anni, insieme ad altri “superprocuratori”, ha lanciato apertamente la sfida alle regola Fifa. Secondo le stime di Forbes, solo nel 2020 avrebbe guadagnato oltre 70 milioni di dollari.