Cronaca
Morte di Giovanna Pedretti, Selvaggia Lucarelli: «nessuna gogna», Lega e FdI: «caso in Commissione»
Giovanna Pedretti, la ristoratrice al centro delle polemiche relative alla risposta a tono alla presunta recensione discriminatoria ricevuta dal suo ristorante, è stata trovata senza vita sulle sponde del Lambro a Sant’Angelo Lodigiano. Se i partiti di centrodestra invocano l’intervento della Commissione Vigilanza Rai, Selvaggia Lucarelli, tra le prime a sollevare dubbi sulla veridicità della recensione, sostiene che non ci sia stata alcuna gogna mediatica: «La signora non è stata “sommersa” da insulti, ma non si riesce mai a raccontare la verità».
L’ipotesi più accreditata sula morte di Giovanna Pedretti, è quella del suicidio. Gli inquirenti non hanno trovate tracce che lascerebbero pensare ad un delitto o ad un terribile incidente, sebben sia necessario aspettare i referti dell’autopsia. La ristoratrice si sarebbe recata spontaneamente sulle rive del fiume Lambro intorno alle 4 del mattino di domenica scorsa e si sarebbe gettata tra le acque del fiume. Anche sul movente gli inquirenti si sono fatti un’idea: scartata l’ipotesi economica, né la donna né il marito risultano indebitati, la più probabile rimane quella della reazione alle polemiche che l’hanno travolta.
La donna infatti è l’autrice della risposta a tono alla presunta recensione discriminatoria ricevuta dal suo ristorante, che prima l’ha portata alla ribalta come paladina dei diritti e poi l’ha gettata nel vortice delle critiche e dei dubbi sulla veridicità della vicenda. La donna infatti ha guadagno immediata popolarità quando ha risposto «vi prego di non tornare» ai clienti che si lamentavano del fatto che accettasse clienti disabili ed omossessuali. La vicenda è stata ripresa da giornali e tv, provocando un muro di lodi nei confronti della donna. Ma in breve tempo, il tenore dei commenti è mutato.
Tra i primi a sollevare dubbi sulla genuinità della recensione e della risposta, lo chef Lorenzo Biagiarelli, che analizzando font ed interlinea del messaggio aveva notato alcune incongruenze, oltre ad elementi comuni tra risposta e recensione che lasciavano pensare che fossero opera della stessa mano. La compagna dello chef, la giornalista Selvaggia Lucarelli, si è interessata della vicenda, sposando la teoria del falso ad arte, ed oggi respinge le accuse di aver realizzato una gogna mediatica: «Trovo interessante che in questa triste vicenda ci siano tre protagonisti: a) una persona che purtroppo ha pensato di inventare una storia sfruttando gay e disabili per finire sui giornali. b) i giornali che non hanno verificato la veridicità di uno screen così falso da essere pure ingenuo e hanno spammato su tutte le home la signora con lodi e interviste, dandole una popolarità enorme e spropositata in poche ore. c) una persona che per amor di verità fa un asciutto debunking e spiega che la storia è falsa. Trovo interessante che purtroppo la persona (di cui non sappiamo nulla) si suicidi e qualcuno ritenga responsabile la c)».
Il caso di attualità, si è trasformato in una vicenda di cronaca e rischia di mutarsi anche in uno scontro politico. Lega e Fratelli d’Italia si dicono pronti a portare il caso in commissione Vigilanza Rai, in particolare in merito al servizio del Tg3 dedicato alla vicenda di Giovanna Pedretti. Salvini, tra i primi ad intervenire sulla questione, sui social si chiede «Davvero una (presunta) recensione falsa meritava una polemica nazionale così avvelenata, su social e tg?». «Una redazione è libera di esercitare il diritto di cronaca, urge però una riflessione sul principio di proporzionalità. Non ci pare che l’interesse sociale fosse tale da giustificare l’accanimento mediatico verso i protagonisti», afferma invece in una nota Giorgio Maria Bergesio, capogruppo della Lega in Vigilanza Rai. «Auspichiamo una presa di posizione da parte della Rai, anche alla luce di contratti e compensi sui quali intendiamo fare presto chiarezza».
Dello stesso avviso anche FdI, che per bocca dell’onorevole Filini, capogruppo in Commissione, sostiene che «il modo in cui è stato affrontato il caso della presunta recensione discriminatoria ricevuta dalla ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano da parte del Tg3, ha risvolti inquietanti alla luce del probabile suicidio della signora».
Cronaca
Maltempo in Emilia-Romagna, FdI: «Regione non ha speso i fondi per la messa in sicurezza», Pirolo: «sciacallaggio non ammesso»
in merito alla Secondo i deputati emiliano-romagnoli di Fratelli d’Italia, il governo avrebbe stanziato cospicui fondi per la messa in sicurezza, che la Regione non avrebbe speso adeguatamente. La presidente facente funzione smentisce.
Le piogge sono cadute copiose nella notte ed il maltempo non accenna a placarsi in in Emilia-Romagna, dove è tornato l’incubo alluvione, dopo gli straripamenti e gli allagamenti che si sono verificati in tutta la regione. E mentre un migliaio di persone si trovano attualmente senza casa, in Parlamento la gestione dell’emergenza si è già trasformata in occasione di dibattito e polemica.
Alla Camera i deputati FdI emiliano-romagnoli, in una conferenza stampa appositamente convocata, tengono a precisare che il governo «ha fatto la sua parte» e che dopo l‘alluvione dello scorso anno «ha stanziato per la messa in sicurezza del reticolo idrografico circa 130 milioni con due ordinanze specifiche, di cui sono stati spesi soltanto 49 milioni», come spiegato dalla deputata Alice Buonguerri.
A stretto giro arriva la risposta della presidente facente funzione dell’Emilia-Romagna, Irene Priolo, la quale ha affermato che per prevenire i danni del maltempo «sono stati fatti tantissimi cantieri, sto già vedendo delle polemiche e mi dispiace anche perché ormai è un leitmotiv, nei momenti di maggiore emergenza. Lo sciacallaggio per quanto mi riguarda non è ammesso, soprattutto quando ci sono territori che stanno dando l’anima e il sangue attraverso i propri sindaci e amministratori».
Intanto le acque hanno invaso le strade in diverse province, sia nella parte emiliana, che in quella romagnola e l’allerta continua a rimanere rossa, anche per domani.
Cronaca
Orio al Serio, tifoso tenta di attraversare l’autostrada e viene travolto da diverse macchine
La vittima è un tifoso dei reds di nazionalità irlandese arrivato in Italia per assistere alla partita tra Milan e Liverpool. L’incedente è avvenuto nei pressi dell’aeroporto. Secondo i testimoni insieme a lui c’erano altre persone.
Non si tratterebbe di un gesto volontario, determinato dalla volontà di farla finita, né della fuga disperata da un pericolo, quanto più che altro di un sconsiderato tentativo di raggiungere a piedi il proprio hotel. Philip Joseph Dooley, 51, è morto intorno all’1:00 di martedì 17 settembre sull’autostrada A4, all’altezza di Orio al Serio, dopo essere stato investito da diverse auto. Dopo il primo impatto infatti, il suo corpo è stato sbalzato sulla strada e colpite da altre vetture.
L’uomo era atterrato poche ore prima all’aeroporto di Orio Al Serio, distante qualche decina di metri. La mattina avrebbe dovuto raggiungere Milano per seguire la partita tra Liverpool e Milan, poi sarebbe tornato a casa. Ha viaggiato insieme ad una comitiva di tifosi dei “reds”, partita da Manchester. In tasca gli hanno trovato il passaporto ed il biglietto per entrare a San Siro. L’hotel nel quale avrebbe dovuto dormire si trovava dalla parte opposta dell’autostrada, rispetto all’aeroporto.
Dopo aver scavalcato la recinzione, ha attraversato le prime 3 corsie dell’A4, quelle che viaggiano in direzione Milano. Quando ha scavalcato la barriera in cemento che delimita le due carreggiate, è stato centrato da un suv guidato un cittadino svizzero. Il corpo del cinquantunenne è stato poi travolto da altre auto che viaggiavano in direzione Brescia.
Secondo alcuni testimoni l’uomo investito sull’autostrada non sarebbe stato da solo, ma insieme a lui ci sarebbero state altre due persone.
Cronaca
Neonati sepolti a Parma, la madre avrebbe confessato: «ho fatto tutto da sola»
I media hanno raccolto le testimonianze di chi conosceva bene la made dei neonati sepolti in provincia di Parma: tutti si dicono sconvolti e nessuno si sarebbe accorto della gravidanza. L’amica intima: «nessun segnale, Chiara dimostrava una tranquillità che ora mi fa paura».
Al ritrovamento del secondo corpicino gli inquirenti non sarebbero arrivati in seguito ad una confessione, bensì grazie alle analisi sul telefono della principale sospettata. Che solo in seguito sarebbe crollata ed avrebbe confessato tutto. La madre dei neonati sepolti a Vignale di Traversetolo, in quello che è stato ribattezzato come il cimitero dei bambini di Parma, si chiama Chiara Petrolini, studentessa di giurisprudenza di 22 anni. Agli inquirenti ha detto di aver fatto tutto da sola.
Né il fidanzato, né i genitori, né le sue amiche più strette, sarebbero state a conoscenza della gravidanza. Gli inquirenti starebbero comunque verificando l’eventuale coinvolgimento di altre persone. Agli investigatori la ragazza avrebbe detto di aver partorito da sola, nel bagno di casa. Il parto sarebbe avvenuto il 7 agosto. Il giorno successivo lei e la sua famiglia sono volati a New York. Il 9 agosto è stato ritrovato il primo corpicino, sepolto sotto un sottile strato di terra.
Il secondo corpicino è stato trovato dagli agenti del Ris dopo le analisi sul telefonino della ragazza. Una ricerca in particolare li ha instradati: «come abortire il secondo figlio». Dopo il ritrovamento la ragazza avrebbe deciso di confessare.
Nel frattempo i media hanno raccolto le testimonianze, attonite, di chi conosceva bene la ragazza. Secondo una fonte accreditata, «non mangiava più per non ingrassare e non far crescere la pancia». Il fidanzato, Emanuele, è stato intervistato da La Stampa. Ha ribadito di non saper nulla della gravidanza, aggiungendo che lui avrebbe tenuto il bambino, con l’aiuto della madre. La donna, sentita invece da Corriere della Sera, l’ha confermato ed ha ripetuto fino al 7 agosto «la pancia non si vedeva». Repubblica ha invece ascoltato una delle amiche più strette di Chiara, secondo la quale la ragazza dimostrava una «tranquillità che ora mi fa paura».
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