Mondo
Mosca ordina l’arresto di Yulia Navalnaya, vedova di Navalny
Dopo la morte del marito in circostanze mai approfondite dalle autorità russe in una prigione di massima sicurezza in Siberia, la vedova di Aleksej Navalny ha continuato a denunciare il regime di Putin ed ora per lei è arrivato l’ordine d’arresto in contumacia da parte di un tribunale di Mosca.
Avrebbe legami con un gruppo estremista e come «misura preventiva» dovrebbe scontare due mesi di reclusione. Questa l’accusa nei confronti di Yulia Navalnaya, vedova dell’attivista Aleksej Navalny, per la quale un tribunale di Mosca ha emesso un ordine di arresto in contumacia.
In questo momento non si sa dove si trovi la donna. Il periodo di detenzione scatterebbe non appena ottenuta un’eventuale estradizione, oppure nel moment in cui le autorità russe riuscissero a prenderla. Attualmente Yulia Navalnaya, per la quale è stato ordinato l’arresto, è stata inserita nella lista internazionale dei ricercati.
Il marito Aleksej Navalny è stato uno dei grandi oppositori di Vladimir Putin e a lungo ha denunciato i crimini del suo governo. Dopo essere scampato ad un avvelenamento da parte dei servizi segreti russi ed aver trovato brevemente rifugio in Germania, decise di far ritorno in patria. Questa scelta ha decretato la sua morte prematura: dopo essere stato condannato per estremismo nel 2021, lo scorso febbraio è morto in carcere in circostanze mai chiarite. Ma le autorità russe non hanno approfondito le indagini.
Mondo
Sindaco messicano decapitato una settimana dopo la sua elezione
Alejandro Arcos Catalan è stato eletto sindaco di Chilpancingo, in Messico, la settimana scorsa. Ieri la polizia ha ritrovato la sua testa mozzata sopra un pickup.
Una truce storia proveniente dal Messico riaccende i riflettori sullo strapotere dei cartelli della droga nel Paese del Centro America, dove Alejandro Arcos Catalan, sindaco della città di Chilpancingo, è stato ucciso e decapitato. Le immagini del brutale omicidio sono state diffuse sui social e sono agghiaccianti. Mostrano la testa mozzata della vittima appoggiata sopra un pickup.
Alejandro Arcos Catalan ha centrato l’elezione la settimana scorsa nella città dello Stato messicano meridionale di Guerrero, una delle aree più colpite dalla violenza dei cartelli della droga data la sua posizione lungo la costa del Pacifico.
Mondo
Ancora un’esplosione nel centro di Colonia: un ferito
A Colonia si è verificata una nuova esplosione, a poche centinaia di metri dalla discoteca dove lunedì scorso è scoppiata una bomba.
Dopo che lo scorso lunedì 16 settembre un ordigno è deflagrato all’entrata di un ristorante discoteca, provocando un ferito, questa mattina, mercoledì 18 settembre, una nuova nuova esplosione è riecheggiata nel centro di Colonia. Anche questa volta si tratterebbe di una bomba ed anche in questo caso una persona è rimasta ferita, un passante di 40 anni. Le sue condizioni fortunatamente non sarebbero serie ed è stato ascoltato dagli inquirenti in qualità di testimone.
L’esplosione di questa mattina a Colonia è avvenuta nella Ehrenstrasse. Il vanity Club, la discoteca dove è stato piazzato un ordigno lunedì scorso, dista solo poche centinaia di metri. Che tra i due casi possa esserci un collegamento appare più di un sospetto, anche se al momento non è chiara la matrice dei due attentati.
Mondo
Venezuela, Maduro al contrattacco: mandato d’arresto per Gonzalez
La faida tra l’erede di Chavez ed il suo sfidante si fa più sempre più aspra. Maduro accusa di cospirazione e terrorismo Gonzalez, che aveva a sua volta denunciato brogli elettorali e che si trova in semi-clandestinità dal 30 luglio.
Poco più di un mese dopo le elezioni presidenziali, il Venezuela scivola sempre più nel caos dopo che nella notte è stato spiccato, e ratificato a tempo di record, un mandato d’arresto per lo sfidante di Nicolas Maduro, Edmundo Gonzalez Urrutia. Le accuse sono di «usurpazione di ufficio, diffusione di false informazioni, incitamento a disobbedire alla legge, incitamento all’insurrezione e associazione a delinquere».
All’indomani del voto Gonzalez ha denunciato brogli elettorali, ha contestato la proclamazione di Maduro con il 52% dei voti da parte del Consiglio elettorale nazionale ed ha mostrato dati sugli scrutini che lo davano in netto vantaggio. Poco più di un mese dopo, è arrivata la risposta decisa del governo, anche se la richiesta d’arresto reca la firma della Procura ed è stata approvata dal Tribunale di Prima Istanza con Funzioni di Controllo.
E’ lo stesso presidente a mettere il cappello sull’iniziativa: «Crede di essere al di sopra della legge questo signor codardo, ha la pretesa di dire che non riconosce la legge, che non riconosce nulla. Questo è inammissibile, non accade in nessun’altra parte de mondo», ha detto nel corso del suo programma settimanale “Con Maduro+” sulla tv di Stato.
L’ex ambasciatore Gonzalez, che dopo il mandato d’arresto si trova in condizione di semi-clandestinità, non appare in pubblico dal 30 luglio. Dal giorno delle elezioni in tutto il Paese si sono verificati scontri e disordini e si stimano che siano oltre 2.400 le persone arrestate o detenute. L’Onu ha speso parole pesanti, parlando di «clima di terrore» in Venezuela, mentre i Paesi dell’Unione Europea e molti stati latino americani non riconosceranno il risultato elettorale, fino a che il governo venezuelano non mostrerà prove inconfutabili. Gli Stati Uniti invece hanno già riconosciuto Gonzalez come vero vincitore.
-
Politica2 settimane fa
L’audizione di Alessandro Giuli alla Camera: parlamentari confusi e frastornati
-
Uncategorized3 settimane fa
Tragedia in Thailandia, a fuoco uno scuola bus: morti 22 bambini e 3 insegnanti
-
Cronaca3 settimane fa
Rete ferroviaria in tilt, ma Salvini pensa alla Festa dei Nonni: polemiche
-
Cronaca3 settimane fa
Arrestati i vertici delle curve di Milan ed Inter
-
Cronaca3 settimane fa
Indagini sulle curve, perquisizione anche per il rapper Emis Killa
-
Politica9 ore fa
Consiglio d’Europa: in Italia forze dell’ordine razziste e magistratura sotto attacco»
-
Attualità1 settimana fa
L’ombra dei licenziamenti su Stellantis, Tavares: «non scarto nulla»
-
Mondo2 settimane fa
Sindaco messicano decapitato una settimana dopo la sua elezione