Cronaca
Neonata abbandonata nell’auto rovente, positiva alla cocaina: tolta la potestà genitoriale

Una coppia era troppo impegnata a litigare ed ha abbandonato una neonata in auto, sotto il sole cocente di luglio. La commessa di un negozio nelle vicinanze ha sentito la piccola piangere ed ha allertato i soccorsi.
Sta bene la piccola che i genitori avevano lasciato in un’auto resa rovente dal sole di luglio. Gli accertamenti di routine però, hanno mostrato una sorpresa inaspettata: la bambina, di appena due mesi, era positiva alla cocaina. Dovrà restare in osservazione qualche giorno, prima di essere affidata ad una struttura protetta. Ai genitori della neonata abbandonata in auto infatti, è stata tolta la potestà genitoriale. La coppia oltretutto è stata denunciata per abbandono di minore.
I fatti si sono svolti in provincia di Latina, a Borgo Montello. I due hanno cominciato a litigare in maniera veemente all’interno di un bar, prima di spostarsi all’esterno dell’esercizio commerciale. La loro lite ha attirato l’attenzione delle persone nelle vicinanze, tra le quali la commessa di un negozio, che ha notato il passeggino in cui riposava la bambina, una neonata di appena due mesi. L’uomo e la donna che stavano litigando hanno rimesso in auto la piccola, ma anziché salire a loro volta e partire, hanno semplicemente richiuso le portiere e, imperterriti, hanno continuato a litigare. Per almeno mezz’ora. Mentre il termometro segnava più di 30 gradi. Il pianto della bambina ha nuovamente attirato l’attenzione della commessa, che ha invitato i due a farla uscire.
Ma la coppia era troppo presa ad insultarsi in mezzo alla strada per starla ad ascoltare, così lei ha chiamato le forze dell’ordine, non prima di aver aperto la portiera, preso la neonata che era stata abbandonata in auto con i finestrini chiusi ed essersi rifugiata all’interno del bar. Poco dopo sono arrivati i carabinieri ed il personale sanitario del 118.
Alla vista dei militi, la madre della bambina si è data alla fuga, ma è stata rintracciata poco dopo. Sia lei che il padre sono conosciuti alle forze dell’ordine. Entrambi, sono stati denunciati per abbandono di minore e il Tribunale dei minori di Roma ha sospeso la potestà genitoriale, disponendo che la bambina sia accolta in una struttura protetta.
Cronaca
Finto padre e finta cieca organizzano finto matrimonio per intascare il bonus bebè

Lui si spacciava per padre di tre figli, lei per una persona ipovedente al 100%: hanno allestito un finto matrimonio per finta per intascare, oltre a reddito di cittadinanza e pensione di invalidità, il bonus bebé.
Chissà, forse alla base del loro rapporto c’era amore vero. Tutto il resto invece era fasullo. MA forse una condizione di disagio cronico l’avevano davvero: l’ingordigia. Non bastavano il Reddito di Cittadinanza e la pensione di invalidità ottenuti illecitamente, volevano anche il bonus bebè, così hanno organizzato un finto matrimonio che ha permesso loro di ottenere sussidi e soldi veri, così come sono veri i guai in cui si sono cacciati.
Un uomo ed una donna sono stati denunciati per falso in atto pubblico e truffa dopo che i finanzieri hanno riscontrato la mendacia delle loro dichiarazioni. La vicenda è stata resa nota dall’edizione romana de Il Messaggero.
Lei si era spacciata come ipovedente al 100%. Lui, già sette anni fa, dichiarò padre di un bimbo appena nato, al quale seguiranno poi altri due “figli immaginari”, ma regolarmente registrati di fronte a un ufficiale del Campidoglio. Queste “condizioni” sono valse alla coppia di truffatori seriali una serie di sussidi.
Che però, forse, non erano sufficienti, pertanto hanno osato una nuova impresa: un finto matrimonio che avrebbe garantito loro anche gli assegni previsti dal bonus bebè e destinati ai neo-coniugi.
Attualità
Amministrazione giudiziaria per BRT e Geodis per sfruttamento dei lavoratori

Turni massacranti, pagamenti a cottimo e nemmeno sicuri, scarsa attenzione delle condizioni di sicurezza dei lavoratori. I giganti della logistica e delle spedizioni, BRT e Geodis, sono finiti in amministrazione giudiziaria, disposta dal Tribunale di Milano, per lo sfruttamento dei lavoratori.
Il colosso delle spedizioni BRT, che prima di essere acquisito dalle Poste francesi si chiamava Bartolini, è finito in amministrazione giudiziaria per sfruttamento dei propri lavoratori. stessa sorte per un altro gigante della logistica, Geodis. Lo ha stabilito il Tribunale di Milano che ha rilevato turni massacranti ai quali erano sottoposto i corrieri, alcuni dei quali oltretutto venivano pagati a cottimo, in base al numero di consegne effettuate, e in determinati casi senza nemmeno la certezza di essere retribuiti.
Secondo la corte meneghina, l’azienda attraverso migliaia di cooperative, definite «meri serbatoi di manodopera» nel provvedimento con cui è stata disposta l’amministrazione giudiziaria per sfruttamento dei lavoratori a BRT, impiegava nelle proprie filiali corrieri costretti a turni infernali e in condizioni di precariato, anche nel caso di persone impiegate da oltre vent’anni .
Sia Geodis che BRT avevano già subito una sequestri per 126 milioni di euro per frode fiscale e caporalato, come ricordato da La Stampa. Riccardo Bonivento è stato nominato amministratore giudiziario e per una anno affiancherà il CdA.
Quella che viene definita una «prassi radicata e collaudata» si sarebbe andata consolidando una decina di anni fa. Il meccanismo avrebbe permesso a BRT di risparmiare fino a 100 milioni di euro all’anno. Oggetto particolare delle indagini, i «controlli di transumanza», ovvero quelli relativi alla passaggio dei lavoratori da una compagnia all’altra.
La corte si è spinta a dire che l’ad Costantino Dalmazio Manti fosse «a conoscenza di tutto il sistema». La multinazionale invece ha reso noto che l’amministratore delegato starebbe collaborando con la Procura.
Cronaca
Neonato morto dopo la circoncisione fatta in casa

Due donne nigeriane sono indagate per esercizio abusivo della professione medica e omicidio preterintenzionale aggravato, dopo la morte di un neonato al quale hanno fatto la circoncisione in casa. Anche la madre della piccola vittima risulta indagata.
Un neonato è morto in seguito ad una circoncisione effettuatagli in casa da persone non qualificate e in assenza di strumentazioni e condizioni di sicurezza. L’incredibile e tragica vicenda giunge dalla periferia capitolina, dove sono state fermate due donne, entrambe di origine nigeriana. Sono indagate per omicidio preterintenzionale aggravato ed esercizio abusivo della professione medica. Anche la madre del piccolo risulta indagata per concorso in omicidio preterintenzionale, ma a differenza delle altre due, non risultano misure cautelari a suo carico.
Il neonato morto a causa delle complicazioni dovute ad una circoncisione eseguita in casa, aveva appena 20 giorni. In seguito alla pratica alla quale è stato sottoposto, ha subito un copioso dissanguamento. La corsa disperata al policlinico di Tor Vergata si è rivelata inutile.
La circoncisione alla quale il neonato è stato sottoposto è stato eseguito in casa, a Colonna, nei dintorni di Roma, dove risiede una nutrita comunità nigeriana.
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