Cultura
Politico e carabiniere di Mazara del Vallo ai domiciliari: «Volevano vendere segreti su Messina Denaro a Fabrizio Corona»

Un carabiniere ed un politico di Mazara del Vallo sono stati arrestati e posti agli arresti domiciliari con l’accusa di aver cercato di vendere documenti secretati relativi all’arresto del boss Matteo Messina Denaro a Fabrizio Corona.
Hanno contattato Fabrizio Corona e gli hanno proposto uno “scoop” relativo alla cattura di Matteo Messina Denaro. I documenti che avevano tra le mani erano scottanti: erano infatti secretati. Per questo motivo sono finiti agli arresti domiciliari un politico ed un carabiniere di Mazara del Vallo.
Si tratta di Giorgio Randazzo, consigliere comunale eletto tra le fila della Lega e poi approdato in FdI, accusato di ricettazione, e Luigi Pirollo, il maresciallo accusato di accesso abusivo al sistema informatico e violazione del segreto d’ufficio. Perquisita anche la casa del “fotografo” dei vip.
In base a quanto ricostruito, Pirollo avrebbe “scaricato” illegalmente una copia dei file relativi alla cattura del boss di Cosa Nostra, che proprio nei giorni scorsi si è visto confermare la condanna all’ergastolo. Dopodiché avrebbe girato i documenti a Randazzo, che a sua volta avrebbe contattato Corona.
Qui entra in gioco Moreno Pisto, direttore di MowMag, il cui nome è stato suggerito dallo stesso Corona. I quattro si incontrano. Il carabiniere ed il politico di Mazara del Vallo finiti ai domiciliari mostrano i documenti a Pisto, che con uno stratagemma riesce a copiarli. Si salutano. Pisto riesamina i file e si rende conto che si tratta di documenti sensibili. Chiede consiglio ad un collega, il quale gli dice di informare la polizia e le indagini prendono avvio.
Nel frattempo, il telefono di Fabrizio corona era già sotto controllo da maggio, da quando l’agente era riuscito a mettere le mani su alcuni audio che si erano scambiati in clinica “Andrea Bonafede” e alcune donne che come lui si sottoponevano alla chemioterapia. Audio poi finiti a Non è l’Arena. Durante una conversazione, del 2 maggio, Corona accenna ad uno «scoop pazzesco» tra le mani di un consigliere comunale ed un carabiniere.
Cultura
La Venere di Botticelli trasformata in virtual influencer per promuovere le bellezze d’Italia: il web si scatena

Devono essere state ore tumultuose per i creatori di meme. Ancora non si sa se colpiranno nel segno i messaggi dell’ultima trovata in tema di promozione del Ministero del Turismo, ma di sicuro sono già diventati virali. Per promuovere le ricchezze del nostro Paese, è stata scelta una testimonial d’eccezione, la Venere di Botticelli, ma non nella sua forma originale: al Ministero retto da Daniela Santanché hanno ritenuto una buona idea digitalizzarla e trasformarla in una virtual social influencer. Chissà, forse non piaceva più l’immagine di Simonetta Cattaneo Vespucci ed hanno deciso di rinfrescarla.
Il costo dell’operazione è di 9 milioni di euro, che sono stati spesi per la creazione del video e per la campagna di affissioni, nei quali la versione digitale della Venere mangia la pizza, va in bicicletta di fronte al Colosseo, si fa i selfie in piazza San Marco a Venezia. Va notato che nel passaggio da 2D a 3D oggettivamente la povera Simonetta ci ha perso. E anche che comunque questa campagna si lancia all’inseguimento dei luoghi comuni più sdoganati [manda il mandolino in realtà, ndr].
Alla presentazione in pompa magna, a fianco della ministra del turismo Daniela Santanchè sedevano il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro dello Sport e dei Giovani Andrea Abodi e l’amministratrice delegata dell’Enit Ivana Jelinic.
La Venere di Botticelli in formato influencer digitale viaggerà per tutto lo Stivale, mostrando le bellezze dei paesaggi e delle città d’arte italiani, esaltandone cultura, enogastronomia e offerte turistiche. Il claim della campagna è “open to Meraviglia”. La Venere virtual social influencer ha ovviamente un proprio profilo, venereitalia23, che sarà attivo su tutti i social network.
I primi effetti della campagna comunicativa sono evidenti: basta fare un giretto sui social, per vedere all’opera tutto l’italico genio e la maestria artigianale nel creare meme e sfottò di pregevolissima fattura.
Cultura
Il messaggio di Julia Ituma alla squadra: «addio», la madre: «non credo al suicidio»

Julia Ituma, la ragazza di 18 anni, promessa della Nazionale italiana di pallavolo, trovata morta nella mattinata di giovedì 13 aprile, si sarebbe tolta la vita. La madre, che ha raggiunto Istanbul, non crede alla tesi del suicidio: «nessuno si è accorto di nulla?».
La tragedia che si è consumata in Turchia, si è abbattuta su tutto lo sport italiano. Julia Ituma, pallavolista della Igor Gorgonzola Novara è stata trovata morta dopo la partita contro l’Eczacibasi Istanbul, valevole per i quarti di finale di Champions League. Si sarebbe tolta la vita. La ragazza era una promessa della pallavolo, da tutti descritta come una predestinata. Ma soprattutto, era una ragazza di appena di 18 anni. Si sarebbe gettata nel vuoto dal sesto piano.
Il suo corpo è stato trovato intorno alle 5:30, da alcuni dipendenti della struttura in ci alloggiava insieme al resto della squadra. La sua compagna di stanza, Julia Varela, dormiva e non si sarebbe accorta di niente. Sarebbe stata svegliata dalla polizia la mattina seguente. Sin dal ritrovamento del corpo si è cominciata a parlare di gesto volontario. Altri elementi emersi in seguito paiono corroborare questa tesi, che però viene rigetta dalla madre della ragazza: «Nessuno ha sentito niente? Io non sono riuscita ancora a piangere perché non ci credo ancora». Oggi, accompagnata da alcuni familiari, ha raggiunto Istanbul, attesa dalla console italiana e da due rappresentanti del club. Visiterà la salma della figlia, sulla quale è stata disposta l’autopsia.
Gli inquirenti nel frattempo hanno sequestrato il telefonino di Julia Ituma. Proprio questo elemento pare essere centrale, anche in seguito alla diffusione delle immagini riprese dal sistema di videosorveglianza. Una telecamera ha immortalato la giovane camminare con aria tesa lungo i corridoi dalle 22:30 fino alle 23:50 circa. In mano ha il telefono cellulare, con il quale avrebbe fatto una telefonata anche dopo essere rientrata in camera, intorno alla mezzanotte. La sequenza la mostra seduta, con le braccia incrociata e la testa appoggiata sulle ginocchia. Avrebbe avuto una discussione con un amico e con un compagno di classe del liceo che frequentava a Novara. Il ragazzo avrebbe parlato anche con la compagna di stanza, Julia Valera, che a sua volta avrebbe parlato con Ituma fino all’1:30, prima di addormentarsi.
Dalle analisi sul telefonino della vittima, gli inquirenti turchi sono certi di sgomberare il campo da ogni dubbio e restano orientati maggiormente verso la teoria del suicidio. Secondo le ultime indiscrezioni pubblicati dai media, Ituma avrebbe mandato anche un ultimo messaggio alla squadra, nella chat di gruppo: addio, vi voglio bene». Secondo altre indiscrezioni avrebbe affermato alle compagni di squadra e all’allenatore di non stare bene.
Cultura
Giornalista definisce Meloni “pescivendola”, ira di Crosetto: «superato il confine»

Un tweet della giornalista Jeanne Perego in cui Giorgia Meloni viene definita “pescivendola” innesca le polemiche e provoca critiche sul web. Il ministro della Difesa Crosetto: «insulto greve e volgare».
Il botta e risposta tra esponenti del governo e parte della stampa italiana continua, con una polemica nella polemica. La prima è stata provocata dalla risposta puntuta della presidente Meloni in conferenza stampa ad un giornalista che insisteva per fare la sua domanda, nonostante la presidente del Consiglio volesse andar via per partecipare ad altri impegni. La seconda dalla reazione della corrispondente italiana in Germania Jeanne Perego che commentando le parole di Giorgia Meloni ha scritto su Twitter: «il ritorno della pescivendola. Che imbarazzo».
Il commento è arrivato in seguito alla reazione di Meloni in conferenza stampa. Spazientita dalle domande dei giornalisti, non ha nascosto il proprio disappunto per essere incalzata dai cronisti, mentre era attesa ad altri appuntamenti. Nella vasta mole di reazioni a questo passaggio, si inserisce il tweet della gornalista Perego, che ha innescato una nuova serie di polemiche. Sia tra coloro che difendono Giorgia Meloni, sia tra coloro che reputano offensivo utilizzare il termine “pescivendola” in senso dispregiativo.
Tra i primi a commentare l’episodio, il ministro della Difesa Guido Crosetto che sullo stesso social ha scritto: «Si possono e si devono criticare le Istituzioni perché la libertà di critica di chiunque è il sale della democrazia. Ma perché insultarle in modo greve e volgare? Perché alcuni, in Italia, devono sempre superare il confine delle normali regole di rispetto tra persone civili?».
Non tarda ad arrivare la controreplica di Jeanne Perego: «Caro Crosetto, qui mi pare che chi ha superato il confine delle normali regole di rispetto tra le persone civili sia stata proprio chi rappresenta le istituzioni. Lei avrebbe reagito così su quel palco?».
Un nuovo episodio che vede ancora contrapposti esponenti della stampa e del governo dopo le polemiche per i commenti di Rula Jebreal e la denuncia a Saviano.
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