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Quarta votazione, gli astenuti superano le schede bianche, Salvini: «il giorno è domani»

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elezioni del Presidente della Repubblica corsa al Quirinale

Il centrodestra dopo aver rischiato lo scontro, ha scelto la via dell’astensione alla quarta votazione per il Presidente della Repubblica. Al centro e a sinistra si prosegue con le schede bianche e qualche preferenza sparsa. Aumentano ancora i voti per Mattarella. Salvini intano afferma che la fumata bianca potrebbe arrivare domani.

Doveva essere il giorno in cui i partiti imbracciavano l’artiglieria pesante e nel fuoco incrociato di proposte di altissimo profilo e scelte istituzionali condivisibili si mettevano a sganciare le loro bombe. Hanno invece sparato a salve, oppure disertato. La quarta votazione, la prima a maggioranza assoluta in cui sono necessari “solo” 505 voti per eleggere il Presidente della Repubblica, si è chiusa senza rilevanti novità dal punto di vista del risultato. Quorum non raggiunto e nessun nome altisonante proposta dalle forze politiche. La rosa di candidati del centrodestra due giorni fa, sembrerebbe essere già stata accantonata, anche se qualcuno pensa che potrebbero essere nomi da buttare nel calderone delle “candidature da bruciare”.

Centrodestra che ha scelto la via dell’astensione ed ha liberato subito l’aula, dopo aver rischiato la spaccatura. La Meloni non era entusiasta, per usare un eufemismo, di questa strategia ed avrebbe preferito che la “conta interna” avvenisse per mezzo di una una proposta di rottura e non sommando i numeri di quelli che hanno abbandonato l’aula. Dalla colazione escono i veti incrociati a Draghi e Casini, sebbene siano entrambi ancora in corsa. Il primo non è ben visto dai forzisti, il secondo non entusiasma Salvini che ricorda che «è stato eletto con il Pd». Il leader della Lega prosegue affermando che a suo avviso domani potrebbe essere la giornata decisiva,. Nel frattempo alle 19 nuovo vertice tra i leader del centrodestra.

Il Partito Democratico ha proseguito nel solco della scheda bianca, mentre il Movimento 5 Stelle ha aggiunto anche la possibilità di esprimersi con coscienza. Al momento si fa un gran parlare di una scelta di alto profilo istituzionale, ma non si fanno i nomi, sebbene gli osservatori vedano in pole position il tridente Draghi-Casini-Amato, con quest’ultimo che sabato dovrebbe essere eletto nuovo Presidente della Consulta.

Dalla quarta votazione quindi non sono emerse sostanziali novità. Sono aumentati i voti per Sergio Mattarella (166 , 41 in più rispetto a ieri). Le altre preferenze espresse se le sono divise Riccardo Muti, Giuliano Amato, Marta Cartabia, Alessandro Altobelli, Walter Veltroni, Giancarlo Giorgetti, Alessandro Barbero, Paola Taverna, Pierluigi Bersani, Mario Segni e Pierluigi Castagnetti. 

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Delmastro: «non mi dimetto, sono orgoglioso di quel che ho fatto»

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andre delmastro

Il sottosegretario alla Giustizia rinviato a giudizio per violazione del segreto d’ufficio: «inconsueto, i pm hanno chiesto l’arciviazione».

Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia sotto il fuoco delle polemiche per aver passato informazioni coperte dal segreto d’ufficio sul caso Cospito al deputato FdI Giovanni Donzelli, non ha intenzione di rassegnare le dimissioni.

E’ quanto ha spiegato oggi in un’intervista al Corriere della Sera, nella quale ha detto: «intendo continuare ad esercitare il mio ruolo, al meglio, all’interno del ministero della Giustizia». Delmastro ritiene il suo rinvio a giudizio per rivelazione di segreti d’ufficio «inconsueto» dal momento che «anche questa seconda volta il pubblico ministero Paolo Ielo e altri tre pm hanno ribadito la richiesta di archiviazione della procura nei miei confronti».

I guai con la Giustizia del sottosegretario alla Giustizia sono cominciati durante le ultime fasi del processo all’anarchico Cospito. Andrea Delmastro Delle Vedove, di Fratelli d’Italia, ha passato le informazioni sui dialoghi di Cospito in carcere al vicepresidente del Copasir Donzelli, che le ha poi rivelate in aula.

Il caso ha sollevato molte polemiche e dopo il rinvio a giudizio le opposizioni hanno chiesto le dimissioni di Delmastro, che però non ci pensa minimamente. «Sono orgoglioso di aver fronteggiato l’attacco frontale al 41 bis di terroristi e anarchici in combutta con la criminalità organizzata e della mafia».

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Talò, l’ex consigliere di Palazzo Chigi che ha passato lo scherzo telefonico a Meloni, andrà alla Difesa

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talò alla difesa

Ha lasciato il suo incarico dopo la «vicenda gestita con leggerezza» dello scherzo telefonico di due comici russi a Giorgia Meloni, ma ora passa alla Difesa e, secondo alcuni fonti di stampa, è in attesa di prendere la presidenza dell’Ispi.

Francesco Talò è l’uomo che ha passato a Giorgia Meloni la telefonata poi rivelatasi una burla di due comici russi. Per la vicenda, che la premier ammise essere stata «trattata con leggerezza», dello scherzo telefonico, che «ha esposto la Nazione», ha lasciato il suo incarico a Palazzo Chigi. Ma la carriera di Talò non sembra averne risentito più di tanto, dal momento che prenderà servizio presso il Ministero della Difesa retto da Guido Crosetto.

Per i prossimi mesi l’ex consigliere doplomatico ricoprirà il delicato ruolo di coordinatore della politica militare. Secondo Il Fatto Quotidiano, che ha riportato la notizia, oltre ad un «incarico ad hoc» nei giorni scorsi ha ricevuto una lettera dalla presidente del Consiglio nella quale viene ringraziato per il suo lavoro svolto «da vero patriota».

Dunque il telefonatagate è stato considerato soltanto un passo falso in una carriera diplomatica durata quasi quarant’anni altrimenti irepprensibile. Secondo il giornale poi, oltre a quello alla Difesa Talò sarebbe prossimo ad assumere un altro incarico prestigioso e di rilievo, la presidenza dell’Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale, non appena raggiungerà l’età pensionabile nel 2024.

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La società di cybersecurity di cui Gasparri è presidente, all’insaputa del Senato

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show gasparri commissione vigilanza rai ranucci

Secondo La Notizia, che ha scodellato lo scoop, il vero motivo alla base della staffetta tra Ronzulli e Tajani, ma anche dello show del senatore in commissione vigilanza Rai contro il giornalista Ranucci, sarebbe il fatto che Gasparri ha assunto l’incarico senza informare Palazzo Madama.

Mettere al riparo Gasparri e, allo stesso tempo, ridimensionare Licia Ronzullli. La decisione di Tajani di invertire di ruolo capogruppo e vice capogruppo di Forza Italia al Senato non sarebbe stata presa solo per logiche partitiche, ma anche per anticipare una possibile difesa. Gasparri infatti da ieri non è più vice presidente del Senato. Si tratterebbe di una mossa per evitare che possa essere travolto da uno scandalo mentre ricopre un ruolo di così alto prestigio. Il presunto scandalo sarebbe collegato ad una società di cybersecurity della quale Gasparri assunto la presidenza nel 2021 senza informare Palazzo Madama. La vicenda è stata resa nota dal giornale La Notizia.

L’incarico assunto da Gasparri potrebbe essere incompatibile con il mandato parlamentare e potenzialmente, potrebbe far addirittura scattare la decadenza dal seggio. Sul tema si esprime la Giunta per le elezioni, della quale Gasparri è stato presidente fino al 2022, un anno dopo aver accettato la presidenza della società di cybersecurity.

Ma non è finita qui secondo il giornale, che sostiene che nel giro di un paio di settimane potrebbe andare in onda un servizio che Report ha confezionato proprio sull’argomento. Lo show del senatore in Commissione vigilanza Rai, quando mostrò un cognac ed una carota a Sigfrido Ranucci, chiamato a rispondere per una puntato sull’eredità di Silvio Berlusconi, si sarebbe mosso nell’ottica di sminuire il giornale e la trasmissione.

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