Attualità
Riparte l’Unità: dal 16 maggio ritorna in edicola

E’ ripartito oggi nelle edicole romane il nuovo corso de l’Unità: oggi è stato dato alle stampe il numero 0, di sole quattro pagine, mentre da martedì 16 maggio, il giornale che fu della sinistra, ritorna in edicola.
«In genere quando nasce o rinasce un giornale c’è un clima di affetto. Stavolta no. Sento molto odio. Perché? Perché l’Unità è un giornale che ha sempre fatto paura. C’è timore, in molti ambienti, che possa mordere come oggi nessun giornale morde. Credo che sia un timore fondato». Annuncia così il ritorno in edicola de L’Unità il direttore Piero Sansonetti, precedentemente direttore de Il Riformista prima di abdicare in favore di Matteo Renzi, neo direttore non responsabile della testata. Oggi nelle edicole romane ha cominciato a circolare il numero 0 della testata, mentre a partire da martedì 16 L’Unità ritorna ad affacciarsi in edicola in tutto il Paese.
Nei giorni scorsi, Sansonetti ha parlato a più riprese del giornale che dirigerà: «L’Italia è ancora un paese libero e anche la sinistra ha diritto di fare un giornale», e ancora «Non prendiamo contributi. Io sono contrario alle querele, ma l’avvocato del giornale ha deciso che da oggi in poi farà causa e chiederà ricchi risarcimenti a chi sosterrà che siamo finanziati dallo Stato. Mi dispiace, non posso oppormi».
Ma il direttore ne ha anche per quanti lo hanno criticato: «l’Unità è fallita 19 anni dopo che io ne avevo lasciato la direzione» risponde a chi lo attacca per la conclusione ingloriosa di sette anni fa, «Ho rifiutato molte allettanti proposte dalla Stampa, da Repubblica, dalla Rai, dall’Indipendente, da Libero, dal Foglio» replica a chi gli dà del voltafaccia, «Negli ultimi anni ho fondato un nuovo quotidiano e ne ho riportato in vita un altro. Ora sto provando a riportarne in vita un altro ancora, gloriosissimo come l’Unita. In Tv vado solo per parlare male del governo e delle Procure» controbatte a chi lo accusa di essere stato servile sulle reti Mediaset.
L’impressione è che il giornale che fu del partito e che del partito rimase anche in seguito alla scissione capeggiata da Rossana Rossanda e dagli altri manifestanti, che arrivò a vendere due milioni di copie al giorno tramite il porta a porta, dovrà faticare non poco per convincere i militanti della sinistra più a sinistra.
Attualità
In tre in sella senza casco: polemiche sul cantante Ultimo

Il video che mostra tre persone in motorino senza casco, tra le quali il cantante Ultimo, sfrecciare per le vie di Napoli ha suscitato diverse critiche e in molti chiedo al cantante di chiedere scusa pubblicamente per l’esempio sbagliato che ha fornito.
Le immagini che mostrano tre persone, tra le quali il cantante Ultimo, in sella ad un motorino mentre sfrecciano senza casco per le vie di Napoli, hanno suscitato critiche e polemiche. Non si tratta di un video rubato da qualche paparazzo, ma di un filmato pubblicato su TikTok.Il cantante, guardando in macchina sorridente, fa perfino un gesto di saluto.
Il video è subito diventato virale e contemporaneamente sono montate le critiche di chi crede che si tratti di un pessimo messaggio fornito ai più giovani da parte di un volto noto. L’episodio è diventato perfino un caso politico in seguito al post del deputato napoletano Francesco Emlio Borrelli, Alleanza Verdi-Sinistra: «Ci hanno segnalato un video pubblicato su TikTok che immortala il cantante Ultimo in giro per i Quartieri Spagnoli di Napoli su uno scooter con altre due persone. Nessuno, compreso l’artista, indossa il casco. Una cosa inaccettabile da un personaggio pubblico seguito da tanti giovani. A meno che non ci dica che si tratta di un suo ‘sosia’, chieda scusa pubblicamente al più presto».
Attualità
Che cos’è la chiazza verde fosforescente nelle acque di Venezia?

Si tratterebbe di un liquido tracciante usato in idraulica per verificare eventuali perdite nei tubi e negli scarichi, innocuo per la salute umana. Nessuna sigla ambientalista ha rivendicato il gesto, pertanto si pensa ad uno scherzo o ad un errore umano durante una riparazione.
Suggestive ed inquietanti al contempo, le foto dell’acqua del Canal Grande di Venezia tinta di verde fosforescente hanno fatto il giro del mondo ed hanno alimentato diverse teorie, alcune anche strampalate. Ora invece si sarebbe capito che cosa ha colorato le acque dei canali veneziani: la fluoresceina, un colorante usato come tracciante durante i lavori idraulici, per rilevare perdite nei tubi e negli scarichi. La fluoresceina è innocua per l’uomo, si può reperire tranquillamente e bastano pochi millilitri per colorare diversi litri d’acqua.

Si è pensato che potesse essere una protesta ambientalista sull’esempio di quelle avvenute nei mesi scorsi, nelle quali sono stati imbrattati fontane e palazzi, ma nessuno ha rivendicato il gesto. La mancata rivendicazione porta ed escludere dunque la pista ambientalista e a concentrarsi maggiormente verso la goliardia di qualche bontempone, oppure verso un erroneo sversamento del colorante durante qualche lavoro.
Tra coloro che pensano che l’acqua di Venezia si diventata verde fosforescente in seguito ad una qualche protesta ambientalista, Luca Zaia, presidente di Regione Veneto, che commentando la chiazza allargatasi fino a San Marco aveva paventato il rischio emulazione da «personaggi in cerca di clamore».
Secondo gli esperti, bastano un paio di grammi di fluoresceina per colorare 200 litri d’acqua. In genere il suo effetto dura un paio d’ore, ma per sciogliersi completamente nelle acque dei canali veneziani servirà qualche giorno.
Attualità
Il questionario di una scuola di Roma: «Di che razza è il vostro bambino?»

Un questionario sottoposto ai genitori degli alunni di una scuola elementare di Roma finisce nel mirino delle critiche per via di una domanda contente un riferimento alla razza del bambino.
Il questionario fatto girare tra i genitori degli alunni dell’Ics Borsi-Saffi del quartiere capitolino di San Lorenzo è uno strumento utilizzato per individuare eventuali disturbi dell’apprendimento dei bambini. Tra le informazioni richieste ai genitori, oltre ai dati anagrafici e quelle sul nucleo famigliare, una domanda del questionario però ha fatto scalpore: quella che chiedeva di indicare «gruppo etnico o razza del bambino» ai genitori degli alunni della scuola di Roma.
Giuseppe Romano, psicoterapeuta del Centro clinico Marco Aurelio, che ha offerto a titolo gratuito il servizio di individuazione dei Dsa all’istituto, ha spiegato che si tratta di un vecchio modello standard ancora in uso, privo di alcun intento discriminatorio. In merito alla mancata correzione al riferimento alla «razza», lo psicologo ha ammesso che semplicemente nessuno ci ha pensato e che si è trattato di un’ingenuità.
Ma il caso è andato montando, anche a livello politico. Sette deputati del Pd eletti nel Lazio, tra cui Orfini e Zingaretti, hanno annunciato che sulla questione presenteranno un’interrogazione parlamentare al ministro Valditara. I dem, che hanno definito «inaccettabile» l’episodio, vogliono evitare che in futuro possano ripetersi certi malintesi e non hanno ritenuto sufficientemente esaurienti le spiegazioni fornite dal centro clinico.
Nel frattempo, dopo le obiezioni di alcuni genitori e nonni che hanno sollevato la questione, il modulo è stato moficato e non vi è più un riferimento alla razza, bensì alla nazionalità del bambino.
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