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La Russia ritira parte delle truppe schierate al confine con l’Ucraina: «fine della propaganda di guerra e dell’isteria occidentale»

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La Russia ritira parte delle truppe ammassate al confine con l'Ucraina

La Russia ha ufficialmente comunicato di aver iniziato le operazioni con cui ritira parte delle truppe ammassate al confine con l’Ucraina. Segnale di forte distensione che arriva quando le speranze parevano perdute. Il portavoce del Cremlino: «nulla di nuovo, abbiamo sempre detto che sarebbe andata così».

«Unità dei distretti militari meridionali e occidentali, che hanno completato i loro compiti, hanno già iniziato a caricare i mezzi di trasporto ferroviari e terrestri e oggi inizieranno a rientrare alle proprie basi. Mentre le misure di addestramento al combattimento si avvicinano alla conclusione, le truppe, come sempre avviene, effettueranno marce combinate alle proprie basi permanenti». Con queste parole il generale Igor Konaschenkov, portavoce del Ministero della Difesa, ha dato l’annuncio tanto atteso e sul quale stavano iniziando a scemare le speranze. La Russia ritira parte delle truppe schierate al confine con l’Ucraina, i canali diplomatici sono stati riattivati e sembra più concreta l’ipotesi di de-escalation della tensione in est Europa.

La notizia ha ovviamente fatto subito il giro del mondo ed è stata accolta con positività dalle cancellerie del continente. «Insieme ai nostri partner [le potenze occidentali ndr] siamo riusciti ad impedire ogni nuova escalation da parte della Russia» ha affermato Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri ucraino, che ha voluto rivendicare la paternità della prima risoluzione.

Dalla Russia invece giungono dichiarazioni che sanno di provocazione: «La data del 15 febbraio del 2022 entrerà nella Storia come il giorno del fallimento della propaganda di guerra da parte dell’Occidente. Svergognati e annientati senza sparare un colpo» ha detto Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, mentre il portavoce del Cremlino Dmytro Peskov ha affermato che «il ritiro dei diplomatici occidentali è un’isteria esibizionista e senza senso», prima di precisare alla Bbc: «abbiamo sempre detto che quando le esercitazioni saranno concluse le truppe torneranno alle loro basi permanenti. Non c’è nulla di nuovo.»

Tutto questo mentre è iniziato da poco l’incontro tra Vladimir Putin e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ieri ha avuto un colloquio con il premier ucraino Volodymyr Zelensky al quale ha annunciato che avrebbe chiesto al presidente russo di stemperare le tensioni militari al confine, promettendo sanzioni economiche in caso di invasione. Al termine dell’incontro tra Putin e Scholz è in programma una conferenza stampa, dalla quale si attendono grosse novità riguardanti il futuro dell’Europa.

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E’ morto a 100 anni l’ex segretario di Stato USA Henry Kissinger

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Draghi-premiato-da-Kissinger-come-statista-dell'anno

Un secolo di storia al centro della storia contemporanea. Henry Kissinger, consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca dal 1969 al 1975 e segretario di Stato USA dal 1973 al 1977, si è spento a 100 anni.

Nato in Germania in una famiglia ebrea, Kissinger nel 1938 si trasferisce prima a Londra e poi negli Stati Uniti, dove assume il nome Henry ed ottiene la cittadinanza nel ’43. Studia, lavora, viene arruolato dal Pentagono nei servizi segreti e nel ’45 torna in Germania con le truppe americane, con l’incarico di stanare i nazisti nascosti nella città di Bensheim. E’ l’incipit di una brillante carriera.

Tornato negli Stati Uniti completa gli studi ad Harvard ed inizia il percorso di avvicinamento alla politica. Comincia a stabilire contatti con organismi governativi, incontra il miliardario Nelson Rockfeller, stringe rapporti. Le prime visite alla Casa Bianca arrivano con la presidenza Eisenhower e, successivamente, con quelle Kennedy e Johnson. Nel 1968 riesce ad avvicinarsi ad entrambi i candidati alle presidenziali, Nixon e Humphrey, e ad entrambi offre i propri servigi. Entrambi hanno delle perplessità, ma sono interessati a dare un’occhiata ai suoi dossier. Alla fine vince Nixon, che vince anche le elezioni e accoglie Henry Kissinger nel suo entourage. Nel ’73, alla rielezione, Kissinger è consigliere alla Casa Bianca.

Kissinger diventa un protagonista del corso degli eventi su scala globale, in particolare durante gli anni della Guerra Fredda. Fautore della visita in Cina di Nixon nel 1972 e dell’apertura delle relazioni diplomatiche con Pechino, al centro del colpo di Stato contro Salvador Allende in Cile nel 1973 e della conferenza di Ginevra del 1975 tra arabi e israeliani. Nel 1973 ottiene il Premio Nobel per la pace aver negoziato la fine della guerra in Vietnam, mentre in patria qualcuno chiede di processarlo per crimini di guerra.

In Italia ha avuto diverse amicizie, tra le quali spiccano quelle con Gianni Agnelli, Cesare Romiti, Mario Draghi e Giorgio Napolitano, che definì «my best communist friend».

Figura discussa e divisiva, i media statunitensi ancora oggi sono spaccati tra chi piange un grande diplomatico e chi invece lo considera una macchia della politica d’oltreoceano. Uomo d’acciaio, dallo sguardo imperturbabile e dalla voce priva di inflessioni, ma dallo spiccato accento tedesco, è celebre per aneddoti ed aforismi di andreottiana memoria. Il più celebre è dedicato al potere, «l’afrodisiaco più potente».

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Rilasciati i primi ostaggi da Hamas: «Consegnati alla Croce Rossa»

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ostaggi israeliani liberati da hamas

Il primo convoglio di ostaggi israeliani rilasciati da Hamas ha attraversato il valico di Rafah. 13 le persone liberate. Tregua anche al nord, con Hezbollah.

Con un giorno di ritardo e con poche speranze che possa perdurare, l’accordo per il cessate il fuoco sulla striscia di Gaza ed in Israele è cominciato oggi ed i primi 13 ostaggi nelle mani dell’organizzazione terroristica sono stati rilasciati da Hamas e «consegnati alla Croce Rossa». Gli operatori della Croce Rossa hanno accompagnato gli ostaggi liberati da Hamas alla base aerea di Hatzarim, che si trova vicino a Beer Sheva, nella regione del Negev. In seguito, torneranno in libertà anche 30 donne e minori detenuti in Israele. 

Nei prossimi 4 giorni, in base agli accordi, 150 prigionieri palestinesi dovrebbero tornare in libertà, mentre sono in tutto 50 gli ostaggi nelle mani di Hamas che dovrebbero fare ritorno in Israele. La tregua però, fragile e complicata, non è destinata a durare. Entrambe le parti hanno comunicato che al termine imbracceranno nuovamente le armi.

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Oscar Pistorius verso la scarcerazione: a gennaio verrà rimesso in libertà vigilata

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pistorius scarcerazione

Dopo aver trascorso dieci anni in carcere per l’omicidio della ex fidanzata, il campione paralimpico che prima ha commosso e poi scioccato il mondo sarà scarcerato con la condizionale.

La notizia è stata confermata dal Dipartimento dei Servizi Correzionali del Sudafrica. Oscar Pistorius ha ottenuto la scarcerazione e il prossimo 5 gennaio lascerà la prigione di Atteridgeville, nel quale si trova rinchiuso per l’omicidio della ex fidanzata Reeva Steenkamp. Sconterà il resto della sua pena in libertà vigilata e seguirà un percorso terapeutico.

L’ex campione paralimpico sudafricano è stato condannato a 13 anni e 6 mesi di carcere, ma ha ottenuto il rilascio anticipato. Già nel marzo scorso Pistorius aveva presentato istanza di scarcerazione, ma gli era stata negata, perché non erano ancora maturato il tempo minimo per presentare la richiesta. La madre dell’ex fidanzata in quell’occasione chiese al Dipartimento di non concedergli la libertà vigilata: «La riabilitazione richiede che qualcuno si impegni onestamente, con la piena verità del suo crimine e delle sue conseguenze. Nessuno può affermare di avere rimorsi se non è in grado di affrontare pienamente la verità».

Nel 2017 Oscar Pistorius sparò quattro colpi alla sua fidanzata, l’attrice e modella Reeva Steenkamp, attraverso la porta del bagno. Lui ha sempre sostenuto essersi trattato di un tremendo errore e che pensava si trattasse di un ladro. Il Tribunale lo ha invece considerato un omicidio intenzionale.

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