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Salvini contro le sanzioni alla Russia: “Non funzionano”. Meloni lo gela

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ROMA – Matteo Salvini rilancia sulla modifica o addirittura l’eliminazione delle sanzioni alla Russia. Lo fa prima a Fano: “E’ l’unico caso al mondo in cui le sanzioni che dovrebbero fermare la Russia, mettere in ginocchio la Russia, invece, che punire i russi stanno punendo gli italiani. Quindi evidentemente qualcuno ha sbagliato i suoi conti”. Il segretario della Lega lo ripete su Twitter: “Le sanzioni stanno funzionando? No. A oggi chi è stato sanzionato sta guadagnando, mentre chi ha messo le sanzioni è in ginocchio. Evidentemente qualcuno in Europa sta sbagliando i conti: ripensare la strategia è fondamentale per salvare posti di lavoro e imprese in Italia”.

Come riporta l’Adnkronos, parole che scatenano la dura reazione del segretario del Partito democratico Enrico Letta, che su Twitter commenta il cinguettio di Salvini: “Credo che Putin non l’avrebbe detta meglio”. In serata poi, a Reggio Emilia, rincara la dose, coinvolgendo anche il resto del centrodestra: “La coalizione, checché ne dica la Meloni, ha una scelta che è profondamente ambigua su una delle questioni oggi più importanti, quella del’aggressione russa all’Ucraina. Salvini vicino a Putin, pro Putin, che sostiene le tesi di Putin, è un vero pericolo per il nostro paese”. Nuova stoccata di Letta dal palco della Festa di Reggio: “Evidentemente è una scelta che è contro di noi, e l’idea che diamo il governo del nostro paese in mano alle quinte colonne del putinismo in Italia, è un argomento in più per combattere fino alla fine, voto per voto, casa per casa, strada per strada”.

Da Salvini prende le distanze Fratelli d’Italia. E’ il senatore Giovanbattista Fazzolari a dare l’altolà al segretario della Lega: “Decisioni come il sostegno all’Ucraina, l’invio di armi e le sanzioni, devono essere concordate con i partner occidentali, e l’Italia deve mantenere la compatezza dell’alleanza. E’ inimmaginabile – sottolinea il fedelissimo di Giorgia Meloni all’Adnkronos – che un governo sulla questione Ucraina segua una linea diversa da quella dei partner occidentali”. Salvini vuole ripensare le sanzioni? “E’ un auspicio da parte del leader della Lega, ma non potrà essere una linea di governo”.

E se da Forza Italia il coordinatore nazionale Antonio Tajani, parla di “giuste sanzioni”, spiegando che “la priorità è abbassare il costo dell’energia e lo si deve fare con un tetto europeo al prezzo del gas, ecco perché serve un’azione congiunta di tutta l’Unione per porre rimedio alle sanzioni giuste che sono state inflitte dall’Europa alla Federazione russa”, la parte più “draghiana” del centrodestra, come riporta l’Adnkronos, non ha dubbi: nessun passo indietro sulle sanzioni.

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Suicidio assistito, il governo ricorre al Tar contro le delibere dell’Emilia-Romagna

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Palazzo Chigi si oppone alle delibere per regolamentare il suicidio assistito emanate da Stefano Bonaccini.

Iter e tempistiche stabilite per permettere alle aziende sanitarie di garantire il diritto dei malati a ricorrere al suicidio assistito, come sancito da una sentenza della Corte costituzionale. Questi i contenuti di un provvedimento sul suicidio assistito emanato della giunta regionale dell’Emilia-Romagna, guidata da Stefano Bonaccini, contro il quale oggi hanno presentato ricorso al Tar la presidenza del Consiglio dei Ministri ed il Ministero della Salute.

Si tratta del secondo ricorso presentato contro le delibere sul suicidio assistito annunciate da Regione Emilia-Romagna, dopo quello presentato a marzo dalla consigliera di Forza Italia Valentina Castaldini. E’ lei stessa a rendere noto oggi che il governo le dà man forte in questa battaglia.

«Carenza di potere dell’ente» sull’oggetto del dibattito «e la contraddittorietà e l’illogicità delle motivazioni introdotte nelle linee guida inviate alle aziende sanitarie», tra le cause indicate alla base del ricorso.

I provvedimenti fissano un limite di 42 giorni a disposizione di enti ed istituzioni per rispondere alla domanda presentata da pazienti che richiedono l’esecuzione del fine vita. Sui social Bonaccini si è espresso duramente contro la decisione del governo: «Il Governo, anziché preoccuparsi di dare una legge al Paese e alle persone che vivono in condizioni drammatiche, sceglie addirittura di boicottare l’Emilia-Romagna che attua la sentenza dalla Corte Costituzionale».

«Per la destra- continua il post di Bonaccini – non basta negare un diritto alle persone sancito dalla Corte: per loro è preferibile che un paziente in condizione di fine vita debba rivolgersi ad un tribunale per vedersi riconosciuto quanto la Consulta ha finalmente sancito. Si è passato il limite. Non solo si negano i diritti delle persone riconosciuti dalla Corte costituzionale, ma si fa battaglia politica sulla pelle di pazienti che si trovano in condizioni drammatiche».

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«Lo spot è blasfemo»: i telespettatori cattolici vogliono fermare la pubblicità delle patatine

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Un associazione di telespettatori cattolici chiede il blocco per uno spot che mostra alcune suore prendere le patatine al posto dell’ostia durante la messa, che considerano blasfemo.

Alcune suore prendono la comunione, ma al posto dell’ostia ci sono le patatine. Il volto delle religiose è pervaso di sublime estasi, ma sembra più una passione carnale che una divina infatuazione. Ci sono insomma tutti gli elementi giusti per scatenare una polemica. E chi ha commissionato lo spot delle patatine che ora l’Aiart, associazione di telespettatori cattolici, vuole boicottare perché «blasfemo», “non poteva non saperlo”: non è la prima volta che Amica Chips finisce nel vortice delle polemiche per i suoi spot. E non è la prima volta, di conseguenza, che Amica Chips ottiene doppia pubblicità con una sola compagnia promozionale. Bravo l’ufficio marketing.

Lo spot accusato di essere blasfemo è semplice, ma efficace: ci sono un sacerdote e delle suore i chiesa, durante la messa. Una religiosa si rende conto che il tabernacolo è vuoto e lo riempie repentinamente di patatine. Quando la prima novizia, estasiata, viene imboccata, tra le navate riecheggia la croccantezza dell’insolita ostia.

Subito dopo la messa in onda dello spot delle patatine, l’associazione dei telespettatori cattolici ne ha chiesto la sospensione, perché «offende la sensibilità religiosa di milioni di cattolici praticanti».

Non è la prima volta che Amica Chips deve correggere il tiro, dopo una comunicazione particolarmente creativa. Qualche anno fa, dovette mandare in onda una versione più addolcita di uno spot che aveva per protagonista Rocco Siffredi, il quale, tra doppi sensi ed allusioni, raccontava le sue patatine preferite.

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Arresti domiciliari per Salvatore Baiardo: «ha mentito sulla foto di Berlusconi con i Graviano»

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La Cassazione ha confermato il verdetto del riesame e Salvatore Baiardo è stato condannato agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sulle stragi del 1993.

La foto che ritrae Silvio Berlusconi a cena con il generale dei carabinieri Francesco Delfino ed i fratelli Graviano forse «non esiste», come ha sostenuto ai giudici Salvatore Baiardo, ma di sicuro è stata mostrata a Massimo Giletti. Magari era un fotomontaggio, magari il giornalista non ha visto bene le persone ritratte in quello scatto, ma gli è stata mostrata. E sarebbe stato proprio questa a comportare la chiusura del programma che conduceva su La7. Lo ha stabilito la Cassazione oggi, confermando il verdetto del tribunale del riesame relativo all’inchiesta sulle stragi del 1993 che manda Salvatore Baiardo agli arresti domiciliari.

«Sicuramente è stata fatta vedere – ha stabilito il tribunale a proposito della foto incriminata – potrebbe essere un fotomontaggio o addirittura essere stata male osservata dal giornalista, per problemi di luce (l’ambiente in cui venne mostrata non era ben illuminato), od essersi egli sbagliato in ragione del breve tempo in cui gli venne mostrata, magari ingannato da tratti somatici simili a quelli delle persone che ha dichiarato di avere riconosciuto».

Sarebbe proprio la vicenda della foto a far decidere all’editore di La7 di chiudere il programma Non è L’Arena. Urbano Cairo è stato ascoltato dai pm. La sua audizione è coperta dal segreto, ma in passato ha spiegato di aver deciso di sospendere la trasmissione per motivi di audience.

I giudici non sono così convinti: «Non sono emersi ragionevoli altri motivi per la chiusura della trasmissione, né le indagini hanno fatto emergere una audience bassa in relazione ai programmi similari ed alla fascia oraria di messa in onda. Si segnala anzi la repentinità della decisione, maturata proprio quando veniva sviluppata l’inchiesta sui contatti Graviano-Berlusconi dei primi anni Novanta». «Tuttavia la decisione – spiega il provvedimento – certamente allarmante sul piano della libertà d’informazione e della tutela del giornalismo d’inchiesta, non avvalora di per sé la fondatezza di una vicenda tremenda per la storia della Repubblica Italiana, quanto il timore di mandare avanti un’inchiesta scomoda. Certamente resta la figura di un soggetto, il Baiardo, che allude, dice e non dice, afferma e poi nega, gioca con le parole, un soggetto che ha dimostrato di sapere molte cose e che nel contempo non è attendibile».

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