Attualità
Sanremo, commuove il monologo di Lorena Cesarini. Ma c’è chi, come Adinolfi, non apprezza

SANREMO – E’ nata a Dakar da mamma senegalese e papà italiano, è cresciuta a Roma, è italiana e ne va “molto fiera”, ma da quando Amadeus l’ha scelta per Sanremo ha sperimentato l’odio degli hater: Lorena Cesarini porta all’Ariston un monologo forte contro il razzismo, che conclude tra le lacrime dopo aver letto un brano di “Il razzismo spiegato a mia figlia” di Tahar Ben Jelloun. “La cosa più importante – dice – è chiedersi perché, per andare verso la libertà da frasi fatte, giudizi precostituiti, insulti, giudizi sul tram”.
Come riporta l’Ansa, visibilmente emozionata, Lorena Cesarini, attrice lanciata da Diego Bianchi ‘Zoro’ e poi volto di Suburra su Netflix, è la co-conduttrice della seconda serata di Sanremo.
“La prima volta che mi ha visto si è messa a piangere”, dice Amadeus. “E’ perché sei tu quello che mi ha voluta qui, guardarti mi riempie di gioia”. Quando il primo gennaio il direttore artistico l’ha chiamata, “ho avvisato subito mamma Germaine, che ora starà piangendo come una matta”.
Dopo l’annuncio di Amadeus, “a 34 anni – racconta l’attrice sul palco dell’Ariston – scopro che non è vero che sono una ragazza italiana come tante, resto nera, fino ad oggi a scuola, all’università, al lavoro, sul tram nessuno aveva mai sentito l’urgenza di dirmelo” e invece “evidentemente per alcuni il colore delle pelle è un problema, al punto che hanno voluto farlo sapere a tutti”. Dopo aver letto alcuni insulti ricevuti sui social (“È arrivata l’extracomunitaria”, “l’avranno chiamata per lavare le scale”, ma “lavare le scale è un mestiere dignitoso come tanti”), “un pochino all’inizio ci sono rimasta male, poi mi sono anche arrabbiata, poi mi è passata, ma mi è rimasta dentro una domanda: perché? Perché c’è chi si indigna per la mia presenza su questo palco, perché c’è gente che ha problema con il mio colore della pelle”. “Non sono qui per darvi una lezione, non ne sarei neanche capace”, sottolinea Lorena e poi legge alcune pagine del libro dello scrittore marocchino, in cui l’autore spiega alla figlia che il razzismo “è la cosa meglio diffusa tra la gente”, ma “non ha base scientifica, perché esiste un solo genere umano, un uomo è uguale a un uomo” e “quando uno riesce a uscire dalle sue contraddizioni fa un passo verso la libertà”.
Un coro di consensi, commenti buonisti ma anche gli strali degli hater nel fiume di reazioni che mandano in tendenza su twitter Lorena Cesarini, la giovane attrice protagonista della seconda serata del Festival di Sanremo, dopo il suo monologo sul razzismo e la discriminazione subita in Italia.
Come riporta l’Ansa, c’è chi la definisce “sensibile, bella, intelligente”, ma anche chi le indirizza commenti negativi sull’abito, sulla sua “magrezza” e su una presunta fragilità per aver pianto sul palco dell’Ariston. Il suo intervento era stato proprio incentrato sulla denuncia di analoghi attacchi dagli hater ma a qualcuno la lezione non è servita.
“Nel 1998 al tavolo di un bar di Milano con #TaharBenJelloun pensammo a questo libro, ‘Il razzismo spiegato a mia figlia’. È un libro che ha accompagnato tanti lettori, in tutti questi anni, e ora è arrivato a Sanremo. Grazie #LorenaCesarini, Amadeus, #Sanremo”, scrive su twitter l’editrice Elisabetta Sgarbi.
Anche Rula Jebreal commenta la performance dell’attrice: “Due anni dopo che la Destra ha tentato di censurarmi a #Sanremo2020 #LorenaCesarini ci ricorda la banalità del razzismo e come la cultura può abbattere i muri dell’ignoranza. ‘Il razzista crede che lo straniero [ I diversi] appartenga ad un’altra razza, che considera inferiore'”.
Uno dei commenti più duri è di Mario Adinolfi che scrive: “A Sanremo l’imbarazzante monologo della Cesarini ha dimostrato che certamente è stata chiamata da Amadeus perché è nera, è il solo motivo. In tutta evidenza non è stata chiamata perché brava, spigliata o simpatica. Il pippotto sul razzismo, letto male, fa rimpiangere la Leotta”.
Attualità
Il film di Paola Cortellesi campione di incassi non ha ricevuto finanziamenti ministeriali: «opera non straordinaria»

Per fortuna della regista, “C’è ancora domani” sta stupendo tutti al botteghino, dal momento che la commissione del Ministero della Cultura lo scorso anno le ha bocciato i finanziamenti.
Al bando “Contributi selettivi 2022 – II Sessione”, Categoria «Produzione di opere cinematografiche di lungometraggio di particolare qualità artistica e film difficili con risorse finanziarie modeste», il film “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, che ha guadagnato i consensi della critica e sta sbancando al botteghino, è arrivato 51°, ultimo posto in classifica, non ricevendo dunque finanziamenti ministeriali: «Progetto di opera non giudicata di straordinaria qualità artistica in relazione a temi culturali, a fatti storici, eventi, luoghi o personaggi che caratterizzano l’identità nazionale».
In sostanza, il film di Paola Cortellesi, che sta trainando il cinema italiano in questi giorni e che ha sollevato un dibattito di stringente attualità sulla violenza domestica, secondo il Ministero era di «non straordinaria qualità» e dunque non meritava i finanziamenti statali. “C’è ancora domani” ha già guadagnato 20 milioni di euro, terzo nel 2023 dietro Oppenheimer e Barbie. Era dai tempi dell’ultimo film di Checco Zalone che una pellicola italiana non faceva strappare tanti biglietti.
Dal Ministero, con una nota, precisano però che il film può contare su un ritorno economico aggiuntivo di 3,5 milioni di euro grazie al tax credit, la legge sul credito di imposta, e che la decisione è stata presa quando il dicastero era retto dall’ex ministro Dario Francheschini.
Attualità
Respinto il ricorso di due congregazioni religiose: l’ayahuasca resta proibita

Due congregazioni avevano presentato ricorso contro la decisione del Ministero della Sanità di inserire la sostanza ricavata da una liana nell’elenco di quelle vietate, per motivi religiosi. Il Consiglio di Stato ha dato loro torto.
L’ayahuasca è una sostanza allucinogena che si ricava da alcune liane sudamericane e che viene impiegata nei rituali degli sciamani dell’Amazzonia, ma non soltanto. Due congregazioni religiose operanti in Italia infatti hanno presentato ricorso contro la decisione del Ministero dell’Interno di inserirla nell’elenco delle sostanze vietate, nel 2022. Il Consiglio di Stato però ha respinto il ricorso.
La «Chiesa italiana del culto eclettico della fluente luce universale» con sede in provincia di Reggio Emilia, e il «Centro espírita beneficente união do vegetal in Italia», che invece è a Milano nei pressi di San Vittore, come riporta il Corriere della Sera si erano opposte a questa decisione perché l’ayahuasca è al centro delle liturgie delle due congregazioni. I fedeli la reputano una manifestazione del sangue di Gesù Cristo ed è al centro delle loro funzioni religiose.
Potrebbero però esserci nuovi risvolti ed un nuovo iter legale. I giudici infatti hanno sostenuto, bocciando il ricorso, che le chiese non avrebbero dovuto chiedere l’eliminazione dell’ayahuasca dall’elenco delle sostanze proibite, bensì una dispensa per uso controllato.
Attualità
Il caso Bobo TV: Vieri minaccia querele a Ventola, Adani e Cassano

Lo scioglimento della formazione orignale della Bobo TV ha creato molto scalpore tra i fan ed ha provocato un reciproco scambio di accuse tra i protagonisti, culminati con le minacce di querele di Vieri a Cassano, Ventola e Adani.
Un quartetto si scioglie creando molto scalpore tra i fan, con i membri che iniziano a scambiarsi reciproche accuse. Non stiamo parlando dell’ultimo periodo dei Beatles, bensì del caso mediatico del momento: la separazione Tra Vieri, Adani, Ventola e Cassano nella Bobo TV. Dopo che l’ex numero 32 è apparso misteriosamente da solo in diretta, dai tre vecchi compagni di viaggio sono piovute tantissime accuse. Al punto che oggi Vieri, mediante il suo legale, ha ventilato minacce di querele per diffamazione a Ventola, Adani e Cassano.
I tre hanno affermato di essere stati gradualmente messi da parte, mentre la controtesi del padrone di casa è di essere stato scaricato dai suoi ex compagni di viaggio. Vieri ha fornito la propria versione dei fatti con un post su Instagram nel quale afferma che sarà l’unica occasione in cui tornerà sull’argomento: «Il 31 ottobre ho avuto un diverbio con Lele sulle strategie social future della Bobo Tv. Poi tutto è finito lì e non è stato scritto più niente da parte di nessuno. Tre giorni dopo, a poche ora dal live della puntata, Lele, Antonio e Nicola mi hanno comunicato con tre vocali che non si sarebbero presentati. Mi sono trovato in grandissima difficoltà e in un angolo. Da quel momento per me è finito tutto».
Poi l’ex bomber conclude: «Sento parlare di rispetto per la gente e di tanto altro, ma in quel momento i miei tre amici mi hanno lasciato solo. Ho pensato di non fare la diretta, per chi mi era vicino mi ha fatto capire che la Bobo Tv ha il mio nome, che c’erano persone in Plb world che avevano prenotato per godersi una serata in compagnia o che avevano fatto l’abbonamento al canale, quindi mi sono convinto, nonostante l’umore, ad andare in onda con il sorriso ripartendo da zero. Era giusto così, perché i professionisti si comportano in questo modo».
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