Politica
Meloni: «Reazione della Francia aggressiva, non bisogna isolare l’Italia ma gli scafisti»
La segretaria di Stato francese agli Affari Ue Laurence Bonne: «rotto il rapporto di fiducia con l’Italia»

Lo scontro diplomatico tra Italia e Francia sul tema migranti, innescato dalla crisi della Ocean Viking, irrompe anche nella conferenza stampa con la quale la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha presentato il Decreto Aiuti Quater: «reazione aggressiva, incomprensibile e ingiustificabile, Francia ha fatto entrare 230 migranti, noi 90 mila». Meloni anticipa nuovi provvedimenti e non esclude il sequestro delle navi delle Ong.
Durante la conferenza stampa con cui ha illustrato il Decreto Aiuti Quater, la Presidente del Consiglio ha affrontato anche il tema migranti ed ha replicato alle critiche arrivate da oltralpe. Il casus belli l’ha offerto la Ocean Viking, che dopo aver atteso per giorni una risposta dall’Italia, ha fatto rotta verso le coste francesi, destinazione Tolone. Fatto questo che ha molto irritato il governo di Francia, che aveva chiesto all’Italia di far sbarcare i migranti promettendo che ne avrebbe accolto una parte, e che ha aperto uno scontro diplomatico. Adesso invece minaccia di ritirare l’accordo faticosamente firmato a giugno, e che al momento non ha prodotto significative redistribuzioni, cercando anche l’appoggio della Germania. Giorgia Meloni, che rischia una sorta di isolamento europeo, replica: «Sono rimasta molto colpita dalla reazione aggressiva del governo francese, incomprensibile e ingiustificabile».
«La richiesta di isolamento dell’Italia tradisce una dinamica Ue curiosa. Si parla di solidarietà e condivisione…voglio sperare che non accada, non sarebbe intelligente – ha affermato Giorgia Meloni, seconda la quale non bisogna isolare l’Italia, ma gli scafisti: «Credo che valga la pena mettere insieme due numeri: la nave Ocean Viking è la prima nave di una Ong che abbia mai attraccato in Francia con 230 migranti. Questo ha generato una reazione molto dura nei confronti dell’Italia che ha fatto entrare quasi 90mila emigranti». La cifra si riferisce ai migranti sbarcati dall’inizio dell’anno. «Cosa fa arrabbiare? – si è domandata Meloni – Il fatto che l’Italia deve essere l’unico porto di sbarco per i migranti del Mediterraneo? Questo non c’è scritto in nessun accordo».
Infine la Presidente ha dato la sua ricetta: «Ora tre cose possiamo fare: possiamo decidere che siamo l’unico porto d’Europa ma non sono d’accordo, non ho avuto questo mandato dagli italiani. Ipotesi due: non credo che si debba litigare ogni volta con Francia, Grecia, Spagna, Malta…Unica soluzione comune, e ne ho parlato con Macron, Germania e Ue, è la difesa dei confini esterni dell’Ue, bloccare le partenza, aprire hotspot. Abbiamo speso milioni di euro per aiutare la Turchia, ora serve una soluzione europea. Io continuo a dare la mia disponibilità per incontrarci e per mettere sul tavolo le soluzioni perché io francamente non so quale siano. Noi non siamo più in grado di occuparcene ed abbiamo un mandato per occuparcene in modo diverso».
Qunado le è stato chiesto se verranno intraprese altre misure, compreso il sequerstro delle navi delle Ong, Meloni ha risposto: «Nuovi provvedimenti ci saranno sicuramente».
La forte presa di posizione della Meloni arriva dopo le dure critiche all’operato del governo italiano da parte di esponenti politici francesi. Laurence Bonne, segretaria di Stato francese agli Affari Ue, ha affermato: «Con l’Italia si è rotto il rapporto di fiducia. Si era impegnata nel meccanismo di solidarietà Ue. I trattati si applicano al di là della vita di un governo, altrimenti se dovessimo cambiare ogni volta le regole sarebbe insostenibile. Il governo italiano attuale non ha rispettato il meccanismo per il quale si era impegnato e si è rotta la fiducia. Credo lo si possa dire, perché c’è stata una decisione unilaterale che ha messo vite in pericolo e che, del resto, non è conforme al diritto internazionale».
Non meno accesa la critica del ministro dell’Interno Gerald Darminin che ha parlato di mancanza di «umanità» e di «professionalità» da parte dell’Italia. Ha poi annunciato che l’Eliseo sospenderà l’accoglienza dei 3.500 migranti provenienti da Roma ed ha invitato gli altri Paesi che fanno parte del meccanismo di redistribuzione, ni particolare la Germania, a fare altrettanto.
Politica
Il monito di Mattarella a Fontana e La Russa sugli emendamenti: eccesivi e fuorvianti

Sergio Mattarella non apprezza particolarmente il trend imboccato da questa Legislatura, in cui durante il percorso di conversione di un decreto in legge, vengono inseriti troppi emendamenti, che in certi casi sono fuorvianti, in altri stravolgono il testo originariamente finito sui banchi delle Camere. Il presidente della Repubblica non ha poteri in merito, ma i presidenti di Camera e Senato sì e questo avrebbe ricordato loro Mattarella in un colloquio, secondo indiscrezioni di stampa.
Ieri il presidente della Camera Lorenzo Fontana e quello del Senato Ignazio La Russa, sono stati ricevuti al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Si trattava di un incontro per certi versi di routine, al termine del quale non è stata diramata nessuna nota. Ma secondo La Stampa, durante il colloquio Mattarella avrebbe lanciato un monito a Fontana e La Russa: vigilate maggiormente sugli emendamenti proposti ai disegni di legge.
La lamentela del Capo dello Stato è che durante l’iter di conversione di un decreto legge, vengono inseriti sempre più spesso emendamenti che modificano la natura stessa della proposta di legge, inserendo un numero di modifiche eccessive, che stravolgono di fatto il testo presentato in origine. Altri emendamenti invece, totalmente fuorvianti e relativi ad altre questioni, sono stati inseriti durante discussioni non pertinenti, approfittando della proposta in esame in quel momento.
Sempre secondo le indiscrezioni riportate dai media, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa avrebbero convenuto col monito del presidente Sergio Mattarella e si sarebbero impegnati a vigilare con maggiore attenzione sugli emendamenti proposti alle Camere.
Politica
L’impegno di La Russa per «ottenere le migliori condizioni» per l’Inter Club Parlamento alla finale di Istanbul

Una lettera inviata ai soci dell’Inter Club Parlamento finita sul web, specifica che il presidente del Senato Ignazio La Russa si è impegnato a fondo per permettere ai membri del club di assistere alla finale di Champions League.
In vista della finale di Champions League tra Inter e Manchester City in programma il 10 giugno ad Istanbul, tanti tifosi nerazzurri si sono messi all’opera per trovare i biglietti. In pochi hanno avuto fortuna. Tra loro, un gruppo di tifosi più di altri ha attirato l’interesse di media e social media: l’Inter Club Parlamento. In una lettera ai soci, finita sul web, Alessandro Colucci di Noi Moderati scrive: «in queste ultime ore il presidente Ignazio La Russa ha lavorato intensamente per ottenere le migliori condizioni» relative alla finale di Champions.
Grazie all’impegno del presidente del Senato, noto interista, i parlamentari neroazzurri potranno vedere la partita con “appena” 1.200 euro, circa. Il pacchetto comprende viaggio e pernottamento. Il documento specifica che gli spalti dai quali assisteranno alla partita sono ubicati in «posizioni discrete». Insomma, non ci si può certo lamentare delle doti organizzative della seconda carica dello Stato.
Ovviamente le polemiche non si sono fatte attendere a lungo. tra chi giudica inappropriato che il presidente del Senato si occupi di queste questioni e chi parla di favoritismi ai parlamentari, che hanno ottenuto biglietti considerati introvabili, la notizia ha fatto storcere il naso a molte persone, non solo tifose.
Nei giorni scorsi i supporter nerazzurri hanno preso posizione sulla difficoltà a reperire i tagliandi per l’ingresso alla finalissima, chiedendo al club nerazzurro di renderne disponibili di nuovi. Ma sul punto è ancora Colucci che puntualizza a Repubblica: «Vogliamo contare quanti iscritti vorrebbero partire. Per quanto riguarda i biglietti non abbiamo certezza che tutti li avranno, né abbiamo trattamenti di favore rispetto ad altri Inter club». Ma se tutti gli onorevoli e senatori nerazzurri iscritti all’Inter Club Parlamento riusciranno a vedere la finale di Champions League, è solo merito di La Russa.
Cronaca
Lucia Annunziata si è dimessa dalla Rai: «atto di serietà, non ci sono le condizioni»

Lucia Annunziata si è dimessa dalla Rai, di cui, oltre che conduttrice e giornalista di punta, è stata anche presidente. La decisione arriva in seguito alle nomine in azienda. «Non condivido nulla dell’operato dell’attuale governo, né sui contenuti, né sui metodi».
Dopo quella di Fabio Fazio, una nuova importante defezione si registra in viale Mazzini: Lucia Annunziata, conduttrice di Mezz’ora in più su Rai3 si è dimessa dalla Rai. Un piccolo terremoto, ma che negli ambienti del cavallo non ha rappresentato uno shock. La notizia infatti era nell’aria da tempo, ma la decisione è stata comunicata oggi. E non passa inosservato che poche ore prima sono state completate le nomine dei nuovi direttori delle testate (Gian Marco Chioccial Tg1, Antonio Preziosi al Tg2 e Mario Orfeo confermato al Tg3).
La motivazione non è un mistero e l’ha resa nota la stessa giornalista con una missiva inviata ai vertici Rai: «Arrivo a questa scelta senza nessuna lamentela personale: giudicherete voi, ora che ne avete la responsabilità, il lavoro che ho fatto in questi anni. Vi arrivo perché non condivido nulla dell’operato dell’attuale governo, né sui contenuti, né sui metodi. In particolare non condivido le modalità dell’intervento sulla Rai. Riconoscere questa distanza è da parte mia un atto di serietà nei confronti dell’azienda che vi apprestare a governare. Non ci sono le condizioni per una collaborazione dunque».
La decisione dell’Annunziata, che secondo alcune ricostruzioni a lei attribuite arriva per anticipare un sicuro prossimo siluramento («C’è una cosa che io ho sempre fatto con orgoglio nelle situazioni difficili: saper scegliere di andarmene con le mie gambe» avrebbe detto ad un confidente), non è priva di ripercussioni sul paino politico.
Annunziata, giunta in Rai dopo un lungo periodo all’estero in qualità di inviata per alcune delle principali testate del Paese, non è stata solo una delle giornalista di punta dell’azienda, sapendosi ritagliarsi sempre più spazio e consensi di pubblico con le sue trasmissioni e diventando anche direttrice di Rai3 dal 1996 al 1998 , ma ne è stata anche presidente, dal 2003 al 2004.Il suo programma Mezz’ora, lanciato nel 2005, è cresciuto sempre di più negli anni, arrivando a sforare il minutaggio originale. Recentemente è stato celebre uno scontro tra la conduttrice e le ministra Roccella in tema riconoscimento di figli di coppie omogenitoriali.
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