Cronaca
Smantellata ‘holding’ dello spaccio a Palermo: un intero quartiere coinvolto, donne al vertice
L’organizzazione è stata individuata nel quartiere Sperone. Un giro di cocaina, crack, hashish e marijuana che fruttava oltre un milione e mezzo all’anno.

Maxi operazione antidroga dei carabinieri a Palermo. 37 arresti e 56 persone segnalate alla Prefettura, in un’operazione con cui è stata smantellata una vera e propria holding dello spaccio nel quartiere Sperone. Coinvolti interi nuclei familiari, inclusi i minorenni, che avevano allestito un traffico di stupefacenti ramificato in tutto il quartiere. In molti casi il giro veniva gestito dalle donne. I ricavati stimati si aggirano intorno ad un milione e mezzo di euro all’anno. Oltre agli arresti, sono stati sequestrati circa 3 chili di stupefacente e oltre 6 mila euro in contanti.
La droga veniva nascosta negli androni dei palazzi e nelle abitazioni. In qualche caso anche nelle camerette dei figli piccoli dei componenti dell’organizzazione. L’attività di spaccio avveniva nei pressi della scuola pubblica del quartiere, con acquirenti provenienti da ogni parte della Sicilia.
Le indagini, dirette dall’ antimafia, sono state coordinate dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca. Il ruolo delle madri, delle mogli e delle conviventi dei capi, era nei contatti con i fornitori e nel tenere la contabilità delle piazze di spaccio.
Il Comando provinciale dei carabinieri spiega: «è stato investigativamente delineato l’organigramma dell’associazione», con un vertice che gestiva il rifornimento. La droga veniva poi distribuita in diverse “piazze”, ognuna gestita da una famiglia, che impartiva precise direttive ai pusher.
Cocaina, crack, hashish e marijuana rappresentavano una delle principali fonti per intere famiglie. Individuati anche i due canali di approvvigionamento a Palermo, gravitanti nel mondo della criminalità organizzata, con precedenti penali ed indagati.
L’organizzazione aveva a disposizione magazzini e appartamenti in cui avvenivano le riunioni, venivano divise e smistate le sostanze stupefacenti e poi consegnate ai pusher. Gli stessi siti erano utilizzati anche come luoghi di stoccaggio di marijuana e hashish e come luoghi per ‘cucinare’ e ‘basare’ la cocaina per la produzione del crack.
Attualità
Il fuoriprogramma shock su Canale 5: “Pure la patata è rinfrescata”

ROMA – Fuoriprogramma decisamente imbarazzante su Canale 5, durante la trasmissione Morning News. In occasione di un collegamento con Ostia, dedicato alle vacanze della terza età, l’inviata Giorgia Ceccacci ha intervistato alcune signore anziane intente a fare il bagno e, alla domanda se si fossero rinfrescate, una di loro ha risposto: “Sì, ma pure la patata si è rinfrescata!“
Resasi conto di averla sparata grossa, la signora si è portata le mani sulla bocca, sconvolta. Mentre un’amica della donna ribadiva il concetto a gran voce, la giornalista ha cercato di arginare dicendo: “Non si può, lasciamo perdere!“. Intanto, in studio è scoppiata la più totale ilarità.
Attualità
WhatsApp: Zuckerberg annuncia tre nuove funzioni per la privacy

SAN FRANCISCO – “Sono in arrivo nuove funzionalità per la privacy su WhatsApp: uscire dalle chat di gruppo senza avvisare tutti i partecipanti, decidere chi può vedere quando si è online e impedire gli screenshot dei messaggi visualizzabili una sola volta. Continueremo a creare nuovi modi per proteggere i vostri messaggi e mantenerli privati e sicuri come nelle conversazioni di persona”.
Lo annuncia, come riporta l’Ansa, Mark Zuckerberg, fondatore e CEO di Meta.
Attualità
Primo italiano indagato per arruolamento in Ucraina: è un 19enne simpatizzante di CasaPound

KIEV – C’è il primo Italiano indagato per essere andato a combattere in Ucraina con la resistenza. Come riporta l’Ansa, è un genovese di 19 anni, Kevin Chiappalone, simpatizzante del movimento di estrema destra CasaPound.
Il sostituto procuratore Marco Zocco della Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo genovese lo accusa di essere un mercenario arruolato nella Brigata internazionale ucraina e rischia una condanna da due a sette anni. L’indagine della Digos era partita dopo le dichiarazioni del giovane al settimanale Panorama in cui annunciava di volere partire per difendere l’Ucraina dopo avere sentito Putin che parlava di “denazificare il Paese”.
Secondo quanto appreso dall’Ansa, il ragazzo, senza alcuna esperienza in ambito militare o nell’uso delle armi (se non la passione per il softfair), è partito a maggio, entrando nel Paese probabilmente attraverso il confine polacco. Dopo una fase di addestramento, come mostrano anche alcune foto sui social, ora si troverebbe in Donbass.
Al momento il giovane è l’unico indagato ma gli investigatori stanno cercando di capire se vi siano altri mercenari e se vi sia una rete di reclutatori. La Digos ha interrogato diverse persone di CasaPound. Da quanto emerso avrebbe fatto tutto da solo tramite internet. Sarebbe arrivato in Polonia con l’aereo e da lì in pullman ha raggiunto il fronte.
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