Attualità
Sospensione immediata di “Non è L’Arena”, Giletti smentisce perquisizioni

La notizia della sospensione immediata e senza alcun preavviso della trasmissione “Non è l’Arena” di La7, ha colto di sorpresa la stessa redazione. Mentre mancano motivazioni ufficiali, montano ipotesi e teoria: mancanza di share, trattative con la Rai da parte del conduttore, le dichiarazioni prezzolate di Baiardo, ma anche un’inchiesta della Dia.
«Una notizia falsa, non c’è stata nessuna perquisizione nella mia abitazione. Nessuna notifica delle forze dell’ordine, nulla di nulla. Del resto era tutto facilmente verificabile e riscontrabile». A parlare è Massimo Giletti, che smentisce una delle tanti voci che hanno cominciato a circolare da quando ieri La7, con un comunicato piuttosto striminzito, ha reso nota la sospensione immediata della trasmissione “Non è l’Arena”.
Una notizia che non era stata anticipata da alcun preavviso e che avrebbe colto di sorpresa la stessa redazione, al lavoro per la puntata di domenica prossima. Il diretto interessato, il conduttore, non ha aggiunto elementi significativi.
Ovviamente però, per popolarità del programma e per l’insolita interruzione, la notizia ha suscitato la curiosità dei media, a partire dal telegiornale della stessa rete, che ha dedicato ampio spazio alla vicenda. Anche altri giornali hanno cominciato a guardare a quello che sta succedendo nella tv di Urbano Cairo e si sono messi a fare ipotesi.
Le più “semplici” sono materiali. La prima, ventilata da La Stampa, è relativa ad un presunto conflitto d’interessi che la rete avrebbe voluto sbrogliare. Tradotto, i vertici di La7 sarebbero venuti a conoscenza di una trattativa tra la Rai e Giletti, che non avrebbero gradito e che avrebbero voluto “punire” con la sospensione del programma.
Un’altra invece è orientata verso una mera questione di soldi: costi troppo alti, share troppo basso. Eppure il programma domenicale di Giletti si sarebbe attestato su una media del 5%, pertanto non si tratta di risultati particolarmente negativi.
Proprio i “boom” regalati da alcuni scoop, vengono invece indicati da Domani come cause della sospensione immediata di “Non è l’Arena”. Quelli delle dichiarazioni di Salvatore Baiardo, ex gelataio e factotum dei fratelli Graviano, che ha “profetizzato” l’arresto e le condizioni critiche di salute di MAtteo Messibna Denaro.
Baiardo, che poco prima come un conduttore navigato ha annunciato il suo passaggio a Mediaset ed ha anticipato l’uscita di un suo libro, ha confermato di aver ricevuto compensi per le sue ospitate nella trasmissione di Giletti. Secondo Repubblica, ammonterebbero a 48 mila euro, parte dei quali versati in nero. Anche su questo passaggio Giletti ha fatto alcune precisazioni: «E’ falso che io abbia pagato personalmente Baiardo», ammettendo che certe pratiche, delle quali si occupa la casa di produzione, sono regolari e fatturate.
A Domani Baiardo ha affermato di aver ricevuto gettoni di presenza, «ma tutto è stato fatturato, è tutto regolare» senza specificare la cifra. Ma ha anche detto di essere stato interrogato dai magistrati che stanno indagando sulle stragi di mafia del 1993, per le quali sono indagati anche Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri. Ai pm Giletti, anch’egli sentito, avrebbe affermato che Baiardo gli avrebbe mostrato una foto che ritraeva Paolo Berlusconi, i fratelli Graviano ed il Generale Delfino: «Loro dicevano “Giletti le ha viste, Giletti le ha viste”, ma non è vero. Io sono stato anche perquisito, ma non hanno trovato niente». Non si ferma qui l’ex factotum: «Prima delle trasmissioni con Giletti c’era sempre un colloquio nel quale si parlava degli argomenti da affrontare. Durante la pausa di tre minuti in mezzo alla trasmissione è arrivato con un pezzo di carta con scritto “Dici in trasmissione che sono minacciato”, e io come un cretino ho detto quelle cose che lui era minacciato a 360 gradi».
Attualità
Saluto fascista alla parata del 2 giugno? No, ma in tanti abboccano alla fake

Tra i volti noti che si sono indignati per il saluto fascista e l’omaggio alla X Mas durante la parata del 2 giugno, sotto gli occhi del presidente della Repubblica Mattarella, anche Roberto Saviano e Michela Murgia, ma si tratta di una fake news: smentita dalla Marina: non era un saluto romano, ma un «attenti a sinist».
Durante la parata delle forze armate in occasione della Festa della Repubblica, lo scorso 2 giugno, diversi militari sono stati immortalati con il braccio destro teso e subito sul web si è lanciato l’allarma: è un saluto fascista, un insulto alle istituzioni democratiche, una minaccia di golpe rivolta a Mattarella. Ha pure cominciato a circolare la notizia secondo la quale il gesto era accompagnato da un omaggio alla X Mas, il reparto della fanteria marina che, sotto il comando del principe Junio Valerio Borghese, passò dalla parte della Repubblica di Salò dopo l’Armistizio. Tra coloro che si sono indignati e detti «preoccupati» gli scrittori Roberto Saviano e Michela Murgia. Ma in realtà, hanno preso un granchio e a smentirli è stata la stessa Marina Militare.
Quello che alcuni soldati hanno fatto non era un saluto fascista, ma l’«attenti a sinist», un saluto alla tribuna delle autorità che fanno tutti i reparti che sfilano. Il grido «Decima» che alcuni hanno interpretato come un omaggio alla X Mas, si riferiva alla «Decima della Marina militare del Regno che ha operato fino al 1943 e che è il precursore degli incursori di Marina».
Nono sono mancate le repliche. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, commentando l’episodio ha detto: «Chi infanga i Comsubin con assurdi paragoni con la Rsi disprezza il valore e il lavoro delle Forze speciali».
Attualità
In tre in sella senza casco: polemiche sul cantante Ultimo

Il video che mostra tre persone in motorino senza casco, tra le quali il cantante Ultimo, sfrecciare per le vie di Napoli ha suscitato diverse critiche e in molti chiedo al cantante di chiedere scusa pubblicamente per l’esempio sbagliato che ha fornito.
Le immagini che mostrano tre persone, tra le quali il cantante Ultimo, in sella ad un motorino mentre sfrecciano senza casco per le vie di Napoli, hanno suscitato critiche e polemiche. Non si tratta di un video rubato da qualche paparazzo, ma di un filmato pubblicato su TikTok.Il cantante, guardando in macchina sorridente, fa perfino un gesto di saluto.
Il video è subito diventato virale e contemporaneamente sono montate le critiche di chi crede che si tratti di un pessimo messaggio fornito ai più giovani da parte di un volto noto. L’episodio è diventato perfino un caso politico in seguito al post del deputato napoletano Francesco Emlio Borrelli, Alleanza Verdi-Sinistra: «Ci hanno segnalato un video pubblicato su TikTok che immortala il cantante Ultimo in giro per i Quartieri Spagnoli di Napoli su uno scooter con altre due persone. Nessuno, compreso l’artista, indossa il casco. Una cosa inaccettabile da un personaggio pubblico seguito da tanti giovani. A meno che non ci dica che si tratta di un suo ‘sosia’, chieda scusa pubblicamente al più presto».
Attualità
Che cos’è la chiazza verde fosforescente nelle acque di Venezia?

Si tratterebbe di un liquido tracciante usato in idraulica per verificare eventuali perdite nei tubi e negli scarichi, innocuo per la salute umana. Nessuna sigla ambientalista ha rivendicato il gesto, pertanto si pensa ad uno scherzo o ad un errore umano durante una riparazione.
Suggestive ed inquietanti al contempo, le foto dell’acqua del Canal Grande di Venezia tinta di verde fosforescente hanno fatto il giro del mondo ed hanno alimentato diverse teorie, alcune anche strampalate. Ora invece si sarebbe capito che cosa ha colorato le acque dei canali veneziani: la fluoresceina, un colorante usato come tracciante durante i lavori idraulici, per rilevare perdite nei tubi e negli scarichi. La fluoresceina è innocua per l’uomo, si può reperire tranquillamente e bastano pochi millilitri per colorare diversi litri d’acqua.

Si è pensato che potesse essere una protesta ambientalista sull’esempio di quelle avvenute nei mesi scorsi, nelle quali sono stati imbrattati fontane e palazzi, ma nessuno ha rivendicato il gesto. La mancata rivendicazione porta ed escludere dunque la pista ambientalista e a concentrarsi maggiormente verso la goliardia di qualche bontempone, oppure verso un erroneo sversamento del colorante durante qualche lavoro.
Tra coloro che pensano che l’acqua di Venezia si diventata verde fosforescente in seguito ad una qualche protesta ambientalista, Luca Zaia, presidente di Regione Veneto, che commentando la chiazza allargatasi fino a San Marco aveva paventato il rischio emulazione da «personaggi in cerca di clamore».
Secondo gli esperti, bastano un paio di grammi di fluoresceina per colorare 200 litri d’acqua. In genere il suo effetto dura un paio d’ore, ma per sciogliersi completamente nelle acque dei canali veneziani servirà qualche giorno.
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