Attualità
Trump si ricandida e attacca Biden: “Con lui sull’orlo della guerra nucleare”

WASHINGTON – Con uno sfondo di bandiere americane e tra i soliti cori “Usa, Usa”, Donald Trump ha annunciato ufficialmente la sua terza ricandidatura alla Casa Bianca con un discorso di circa un’ora in prime time serale, nella ballroom della sua residenza di Mar-a-Lago, affollata di fan in estasi. Come riporta l’Ansa, prima ancora che iniziasse a parlare, lo speaker lo ha annunciato come “il prossimo presidente degli Stati Uniti”.
“Il ritorno dell’America comincia oggi”, ha esordito, prima di vantare i propri successi e di incolpare Joe Biden per un Paese ora “in declino, umiliato e deriso sulla scena internazionale”, dal caotico ritiro dall’Afghanistan al conflitto in Ucraina con cui ha portando il Paese “sull’orlo di una guerra nucleare”.
“Proprio oggi un missile è stato mandato, probabilmente dalla Russia, dentro il confine della Polonia. La gente è impazzita e arrabbiata e noi abbiamo un presidente che si addormenta ai vertici internazionali”, ha attaccato. Biden gli ha risposto in tempo reale dal G20 di Bali con un tweet secco: “Donald Trump ha rovinato l’America”.
Come riporta l’Ansa, il momento clou è stato quando a metà discorso ha annunciato solennemente la sua corsa nel 2024, dopo aver gia’ presentato i documenti alla commissione elettorale federale: “Per rendere l’America nuovamente grande e gloriosa, stasera annuncio la mia candidatura a presidente degli Stati Uniti”, ha scandito tra le ovazioni della folla, anche se complessivamente tutto il suo messaggio è sembrato vecchio, ripetitivo, ossessivo. “Biden non avrà altri quattro anni”, ha promesso, assicurando che “da ora all’election day combatterò come nessun altro prima e sconfiggeremo la sinistra democratica radicale che sta tentando di distruggere il nostro Paese dall’interno”.
“Questa non sarà la mia campagna, questa sarà la vostra campagna”, ha proseguito il tycoon, rilanciando il suo movimento Maga, il suo slogan “America first” e l’immagine di una nuova “età dell’oro”. Trump ha vantato i successi della sua presidenza, sorvolando sul caos della pandemia e ignorando la sua “big lie” sulle elezioni, culminata nell’attacco al Congresso.
Quindi ha puntato il dito contro Biden per l’inflazione, la crisi del migranti e una invasione dell’Ucraina che con lui “non sarebbe successa”, promettendo di tenere l’America “fuori da ogni guerra”. Il tycoon ha insistito anche sul successo dei suoi candidati a Midterm con 232 vittorie e 22 sconfitte, omettendo di dire che le debacle sono avvenute nei posti chiave. E si è dipinto come “una vittima” delle inchieste (da cui tenterà di proteggersi usando proprio la ricandidatura), e ha ironizzato di avere il “record” dei mandati di comparizione, dicendosi più perseguitato di Al Capone. Ha chiuso dopo 68 minuti uscendo con Melania, unico membro sul palco di una famiglia divisa sulla sua candidatura.
Come scrive l’Ansa, la figlia Ivanka ha già messo in chiaro che questa volta darà priorità alla famiglia e non sarà coinvolta in politica, sostenendo il padre “da fuori dall’arena politica”. Diviso anche il partito repubblicano, con il governatore della Florida Ron DeSantis, suo principale potenziale rivale, che lo ha attaccato poco prima dell’evento accusandolo, senza nominarlo, del flop Gop a Midterm. Gli volta le spalle anche Rupert Murdoch: il magnate, secondo il Guardian, lo ha avvisato che il suo impero mediatico non lo sosterrà nel suo tentativo di tornare alla Casa Bianca, preferendogli DeSantis. Il New York Times invece invita apertamente in un editoriale a dire “Basta” e ad opporsi al “tentativo di rinascita politica” di un presidente rivelatosi “inadeguato” e “incompetente”.
Attualità
Bando del Ministero dell’Università per 15 lavoratori gratis. Bernini: «errore di stesura»

Dopo le polemiche che ha suscitato, il Ministero dell’Università ha ritirato il bando col quale si cercavano 15 figure esperte da inserire nell’organico per 18 mesi, che avrebbero dovuto lavorare gratis. Il Ministro Bernini sostiene che si sia trattato di un errore di battitura.
«Gli incarichi oggetto della presente Procedura sono a titolo gratuito, prevedono un impegno a tempo pieno e avranno una durata pari a 18 mesi, prorogabili su richiesta». Recitava così il punto 3 del primo articolo del bando pubblicato dal Ministero dell’Università col quale si cercavano 15 figure esperte, che avrebbero dovuto lavorare gratis. Oggi il ministro Bernini ha reso noto che in realtà era solo «un errore di stesura».
Chiarito l’equivoco dunque, non ha senso proseguire con pensieri maligni, secondo i quali il bando sia stato ritirato solo in virtù delle critiche che ha attirato. Si è trattato solo di un errore di battitura. Anche perché sembrava impossibile che il Ministero dell’Università pretendesse davvero di ottenere 15 lavoratori a titolo gratuito per un anno e mezzo, con la possibilità di prorogare questa collaborazione.
Anzi, scegliere più che ottenere. Perché ovviamente le figure ricercate erano figure esperte e specializzate, che sarebbero state individuate dopo una severa opera di selezione e scrematura. Anche perché stiamo parlando del Ministero dell’Università: l’eccellenza deve essere la base di partenza [volevo scrivere minimo sindacale, ma non sembrava molo appropriato, ndr]. Figuriamoci se il Mur non è al corrente del fatto che i lavoratori, tutti non solo quelli esperti e specializzati, vanno retribuiti.
Ed infatti Anna Maria Bernini, dopo aver ritirato il bando nel quale si cercavano figure da inserire nel Ministero dell’Università che avrebbero dovuto lavorare gratis, ha spiegato: «Errore tecnico nella sua stesura. Il contenuto e i termini dell’avviso pubblico non rispecchiano la volontà e il modo di procedere del Ministero, che considera il lavoro comunque configurato un valore cui deve corrispondere sempre un’adeguata retribuzione».
Attualità
Polemiche dopo la parolaccia di Annunziata: «arrogante turpiloquio»

Il tema delle adozioni dei figli da parte di famiglie omogenitoriali è particolarmente caldo e a “Mezz’ora in +” alla conduttrice Lucia Annunziata, durante il confronto con la ministra Roccella, scappa una parolaccia: «prendetevi la responsabilità delle leggi c…». Oggi dal centrodestra si levano le critiche.
Le polemiche del giorno dopo sono più feroci delle reazioni a caldo. Dopo che a Lucia Annunziata è scappata una parolaccia in diretta durante la sua trasmissione “Mezz’ora in +”, alla ministra Eugenia Roccella, con la quale era impegnata a dibattere, è scappata una risata. In effetti la faccia di Luca Annunziata quando si rende conto che le è scappato un improperio è irresistibile. Tutto finito dunque? Macché, il tema è caldo e le polemiche sono nel vivo. Tanto a destra, quanto a sinistra si getta benzina sul fuoco e se le opposizioni criticano le posizioni di Rampelli, Roccella e Mollicone, le forze di maggioranza inorridiscono per cotanto turpiloquio.
Lo scivolone in diretta della conduttrice è nato mentre si dibatteva sull’eventuale riconoscimento di figli di coppie omogenitoriali. Annunziata, pur ribadendo che le posizione del governo e della coalizione sono legittime, ha invitato, con troppo trasporto, a riconoscere che si tratta di una scelta ideologica : «prendetevi la responsabilità di farle queste leggi, c…» dove c non sta per cribbio.
Oggi, dal centrodestra si solleva un coro unanime di condanna verso quella sboccata di Lucia Annunziata. Apre le danze il sempre pacato Maurizio Gasparri, che abborrisce un uso così volgare dell’italica favella: «Ha dimostrato, con protervia e arroganza, di fare un uso ideologico degli spazi che, purtroppo, il servizio pubblico le riserva». “Uso ideologico del mezzo televisivo” d’altronde è alle prime pagine del manuale del perfetto forzista. Il senatore azzurro ha anche aggiunto: «Ha usato il turpiloquio quasi volesse intimidire il ministro Roccella, è una vergogna che una persona del genere abbia in mano spazi del servizio pubblico. La stagione di ricambio dei vertici Rai diventa urgente perché c’è un abuso costante di cui l’Annunziata è soltanto l’emblema più grave, più vetusto, più fazioso. Ora basta».
I componenti della Lega in Vigilanza Rai hanno definito l’episodio «inaccettabile». I tempi delle dichiarazioni del senatur d’altronde ormai sono lontani e il verde padano è sbiadito I leghisti che, parafrasando, erano stati benedetti da spiccate doti virili, hanno lasciato il passo a nuovi, più puritani e formali, che non dicono parolacce.
Ora, per dare una chiusa al testo, due considerazioni (e mezzo) assolutamente non richieste. La prima: la faccia di Lucia Annunziata dopo che ha detto una parolaccia, non sembra proprio quella di una persona che vuole intimidire la sua “dirimpettaia”. La prima-bis: Roccella sembrava più divertita che intimidita. La seconda: saranno pure prive di parolacce, ma le dichiarazioni di Rampelli e Mollicone, non sembrano poi così moderate.
Attualità
Cosa sta succedendo a Credit Suisse: la crisi, il crollo in Borsa e?

A pochi giorni dal fallimento della Silicon Valley Bank negli Stati Uniti ecco il panico anche in Europa. L’istituto di credito svizzero Credit Suisse, avendo ceduto il 24,2% nella Borsa di Zurigo, ha provocato un uragano di vendite su tutto il comparto bancario del vecchio continente, tanto da fargli dichiarare in una nota “l’intenzione di prendere in prestito 50 miliardi di franchi svizzeri” dalla banca centrale nazionale per evitare il crack.
Nella giornata di ieri i titoli di Credit Suisse, la seconda banca svizzera sono arrivati a perdere fino al 31 per cento del loro valore, tanto da dover chiedere aiuto alla banca centrale svizzera, la quale ha concesso non senza timori un prestito davvero ingente di 50 miliardi di franchi svizzeri per tentare di frenare la crisi e provare ai mercati finanziari la sua solidità in termini di liquidità.
Da qualche giorno l’istituto di credito svizzero sta generando gravissime preoccupazioni sui mercati internazionali, alimentando ulteriormente le tensioni nate dalle crisi temporalmente precedenti della SVB e della Signature Bank. Crisi non direttamente correlate, ma che inserite in un contesto di generale incertezza in relazione alla stabilità del sistema finanziario e bancario hanno di fatto innescato il timore di un “contagio” ad altre realtà. Significa, cercando di semplificare, che il solo fantasma di una banca in crisi può portare gli investitori a riversare tali debolezze su tutto il settore, vendendo le azioni di altri istituti di credito anche se perfettamente in salute, ma percepite instabili solo perché viste dietro le lenti della paura, facendo precipitare tutto il sistema nel panico. Ecco chiarita la motivazione sulla quale si fonda l’elargizione a volte spropositata di enormi prestiti a un singolo istituto, precisamente per proteggere sin dai primi segnali l’intero sistema bancario.
Nel peculiare, l’andamento negativo dei titoli di Credit Suisse è stato generato da molte indiscrezioni riguardo a debolezze di bilancio, confermate dal fatto che mercoledì sera il presidente della Saudi National Bank, prima azionista di Credit Suisse, ha dichiarato ufficialmente l’indisponibilità a fornire liquidità in caso di difficoltà. Tale dichiarazione ufficiale unita all’ammissione del management di Credit Suisse della presenza di “concrete debolezze di bilancio” ha mandato nel panico l’intera massa di investitori e portatori di interesse. Da tempo la banca era attenzionata e sotto pressione a causa di gravi scandali finanziari, tanto che a inizio febbraio 2022 vennero resi noti i peggiori risultati finanziari dal 2008.
Ulrich Korner, nuovo amministratore delegato, ha annunciato un grosso piano di ristrutturazione, comprendente tagli del personale ma soprattutto lo scorporo delle attività di investment banking, in modo che ci sia una rifocalizzazione sul suo core business, cioè la gestione dei patrimoni. Nonostante tutto gli analisti sono abbastanza concordi nel ritenere Credit Suisse ancora una banca solida, nonostante la crisi, viste anche le rigide regole europee e svizzere sulle attività bancarie. Tuttavia nemmeno il massimo esperto nelle meccaniche di mercato può disegnare lo scenario nel quale andremo a trovarci nelle prossime settimane. Non ci resta che attendere.
Francesca Pia Lombardi
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