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Vertice del centrodestra dopo la sconfitta alle amministrative: non cambia nulla, avanti così

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Il vertice del centrodestra dopo la débâcle delle amministrative, non modifica di una virgola il rapporto tra gli alleati. Si va avanti così, senza troppe intese né promesse, fino alle elezioni del Presidente della Repubblica.

ROMA – Abbracci, baci e sorrisi a favor di camera nel vertice del centrodestra di ieri andato in scena a Villa Grande, già dimora del regista Zeffirelli e quindi avvezza alle rappresentazioni. Berlusconi, accompagnato dal fido Dudù, ospita a pranzo Salvini e Meloni per un ripartire dopo le pesanti sconfitte elettorali alle ultime amministrative.

Nessuno scossone, niente stravolgimenti. L’attuale scenario rimane immutato, cristallizzato. La coalizione tiene, ma non è un’alleanza. Di federazione non se ne parla più, le forze in campo preferiscono non farsi troppe promesse. Si discuterà su tutto, caso per caso, dal fisco, alla legge elettorale, dalle pensioni, alla legge di stabilità. Appuntamenti settimanali <<per concordare azioni parlamentari condivise>> in cui si cercherà di tenere uniti i cocci di una coalizione che vede due forze al governo ed una all’opposizione. E lo scenario non è destinato a cambiare: <<ho due priorità: parlo con Draghi e tengo unito il centrodestra>> il commento del leader della Lega.

Le divergenze non vengono superate, ma semplicemente messe da parte fino a data da destinarsi. Si va avanti così, almeno fino alle elezioni del prossimo Presidente della Repubblica. Non è certo un segreto che Berlusconi voglia succedere a Sergio Mattarella il prossimo febbraio. Aspetta e conta i voti dei fedelissimi e quelli promessi dagli “alleati”. In base ai calcoli più ottimisti dei forzisti, mancherebbero solo una trentina di voti per portare Berlusconi al Quirinale, se il centrodestra sostenesse compatto la sua candidatura.

Meloni e Salvini rassicurano e garantiscono il loro appoggio, il leader azzurro, per sicurezza, fa calcoli e continua a cercare voti. C’è chi sostiene che sarebbe a buon punto. Non molto altro emerge dal vertice del centrodestra. Nessuna analisi della sconfitta, nessun confronto sui temi sociali, nessuna proposta comune. Solo il rigetto di qualsivoglia ipotesi di legge elettorale proporzionale e qualche timido accenno a quota 100, tasse e legge di bilancio. Di tutto il resto si discuterà, forse, dopo febbraio.

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