Attualità
Dei fazzoletti bianchi, una foto, una lettera
Con questi gesti la Regina Elisabetta ha voluto dare l’ultimo saluto al principe Filippo durante i funerali nella cappella di St.George

Un uomo solo al comando la sua maglia e bianco azzurra il suo nome è Fausto Coppi? No, ma una donna sola a comando dei suoi sentimenti nella cappella ducale di St. George, il suo vestito è nero, il suo nome, è regale. Si perché la Regina Elisabetta oltre ad aver dato prova di una tempra solidissima a dispetto dell’età e di quello che si stava celebrando, ha tenuto accanto a sé una borsa, un’immancabile Una Launer, brand inglese ufficiale dei regnanti e della quale la regina possiede 200 esemplari.
Ma cosa c’era all’interno di questa borsa? Al Daily Mail, un insider ha rivelato, come ha poi puntualmente ripreso Il giornale,.it, che dentro questa borsa ci sarebbero stati i fazzoletti bianchi appartenuti al principe. Quando il duca di Edimburgo li commissionava ai sarti di Savile Row Kent. 6 Haste. Filippo era impeccabile nell’uso di questi fazzoletti, che riponeva con estrema eleganza, nel taschino, della giacca. Ma non solo fazzoletti i protagonisti di quella borsa regale, ma anche una foto che li ritraeva assieme a Malta, un loro locus amoenus.
Sull’isola infatti il principe Filippo e la regina Elisabetta vissero i primi anni di matrimonio dal 1949 al 1951, dopo che erano convolati a nozze nel novembre del 1947. In quel di Malta il principe Filippo prestava infatti servizio come ufficiale della HMS Magpie. Qui abitarono a Villa Guardamangia, dove la regina come ha più volte ribadito, poteva gustare sprazzi di vita normale fuori dal Palazzo e da tutto ciò che comporta. Infine, ecco un biglietto adagiato tra i fiori, gigli, rose e fresie, con la scritta: “All’amorevole memoria”.
Non si conosce il contenuto, non si sa se sia stato posto proprio da Elisabetta lì, ma dall’Inghilterra, i più addentro alla questione, hanno spoilerato che si trattasse di un’epistola che la sovrana avrebbe scritto di suo pugno e firmata con il diminutivo Lilibet che i due erano soliti usare. Dei fazzoletti, una foto, una lettera. Elisabetta sarà pure una regina ma è senza dubbio una grande romantica.
Attualità
Selfie tra Mauro Corona e Brad Pitt: l’attore da qualche giorno si trova sulle Dolomiti

La foto che ritrae un sorridente Brad Pitt a fianco di Mauro Corona ha già fatto il giro del web. La star si trova in Italia per qualche giorni di vacanza, ma secondo qualcuno starebbe preparando un film.
Che la televisione abbia dato tanta popolarità a Mauro Corona è assodato, ma che lo potesse far diventare una star internazionale era inimmaginabile. Cosa ci facessero Brad Pitt e Mauro corona insieme sul lago di Misurina non è dato saperlo. Né perché tra i due quello più emozionato sembri essere il divo di Hollywood. Improbabile però che gli studios abbiano commissionato un film biografico sull’autore montanaro. Anche perché nel caso la scelta dovrebbe ricadere su Di Caprio, dopo l’ottima prova in The Revenant, film che potrebbe tranquillamente descrivere la routine quotidiana di Corona (notizia non confermata, ndr).
Comunque sia, lo scatto che ritrae il divo, riconoscibile nonostante occhiali e cappello, ed il celebre autore ed opinionista, inconfondibile nel suo smanicato, ha fatto il giro del web. La foto è stata caricata su Twitter dallo stesso Mauro Corona, che però non è entrato nei dettagli dell’incontro avuto con Brad Pitt.
Il celebre attore sta trascorrendo qualche giorno di vacanza tra le Dolomiti ed il Mediterraneo. Lunedì scorso è atterrato a Bolzano con un volo privato. Secondo voci non confermate, sarebbe in zona anche per visionare il set del suo prossimo film. Ma si tratta appunto solamente di rumors.
Nulla di confermato dunque, ma nulla impedisce di sognare: e se stessimo per vedere un action movie hollywoodiano con Mauro corona nella parte del cattivo?
Attualità
Pichetto Fratin: «superiamo il referendum sul nucleare», Salvini: «non perdiamo tempo»

Oggi prima riunione della Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile, Pnns. Il ministro dell’Ambiente: «non si tratta di grandi centrali nucleari, ma di nuove tecnologie sicure». Salvini: «energia pulita e sicura a partire dai prossimi anni.
Piccoli passi sulla strada del ritorno al nucleare in Italia, checché ne dica il Referendum del 2011, che raggiunse il quorum con il 57% degli elettori che si recarono alle urne. La maggioranza di essi, il 94,05%, si espresse contro il ritorno alla produzione di energia nucleare. Eppure, adesso non sembra impraticabile la via del ritorno al nucleare, anzi al “nucleare sostenibile”. Si è infatti svolta la prima riunione della Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile (Pnns), al termine del quale il ministro Pichetto Fratin si è dimostrato favorevole.
Lo scopo della piattaforma d’altronde è esplicito: «definire in tempi certi un percorso finalizzato alla possibile ripresa dell’utilizzo dell’energia nucleare in Italia e alle opportunità di crescita della filiera industriale nazionale già operante nel settore». Le proposte vanno elaborate nei prossimi sei mesi, mentre entro sette mesi va redatto un documento contente la road map per le Linee Guida Linee Guida con azioni, risorse, investimenti e tempi entro 9 mesi.
Al termine della riunione di stamani, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha spiegato: «non si tratta evidentemente di proporre il ricorso in Italia alle centrali nucleari di grande taglia della terza generazione, ma di valutare le nuove tecnologie sicure del nucleare innovativo quali gli Small Modular Reactor (SMR) e i reattori nucleari di quarta generazione (AMR)».
A dar man forte al progetto, il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, che si dice sicuro della buona riuscita dell’intera operazione: «L’’Italia non può perdere tempo: dev’essere chiaro l’obiettivo di tornare a produrre energia pulita e sicura tramite il Nucleare, a partire dai prossimi anni».
Attualità
Sindaco di Portofino accusato di vendere borse false nella sua tabaccheria

Un articolo de Il Fatto Quotidiano accende i riflettori su Matteo Viacava, primo cittadino della nota località ligure. Le opposizioni chiedono le sue dimissioni.
Merce contraffatta venduta a poche centinaia di metri dalla celebre piazzetta. L’accusa, lanciata da Il Fatto Quotidiano, non riguarda qualche ambulante irregolare, bensì il sindaco di Portofino, Matteo Viacava, che secondo il quotidiano ha esposto borse false sugli scaffali della sua tabaccheria. Per questo fatto la Lista Sansa nel Consiglio regionale della Liguria ne ha chiesto le dimissioni.
L’atto d’accusa non è declinato propriamente in politichese: «Di solito sono i senegalesi a vendere le borse “taroccate”. A Portofino è il sindaco […] Quando a vendere le borse false per strada sono degli immigrati ecco piombare le forze dell’ordine a riempire verbali, denunce e provvedimenti di espulsione. Ma quando, stando a quanto scrive ‘il Fatto’ con tanto di fotografie, lo fa addirittura il sindaco?».
Il caso è particolare: Portofino è da sempre considerata una meta per gli amanti del lusso e delle migliori griffe. Proprio questa sua esclusività attira da decenni turisti facoltosi, attratti dall’immagine luxury della località. Che il primo cittadino possa vendere merce contraffatta non viene visto come un biglietto da visita appropriato.
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