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Lo schivo Sechi: «curricula come il mio non si trovano, dopo di me ad Agi nessuno reggerà la pressione»

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Il neo nominato capo ufficio stampa del governo Meloni, Mario Sechi, ha rassegnato le sue dimissioni da direttore di Agi. Nel suo discorso di commiato alla redazione si è lodato all’inverosimile, ma non tutti i membri della redazione devono essere d’accordo con lui: qualcuno ha passato il suo discorso al Il Foglio.

«Io non sono Mario Sechi perché sono venuto all’Agi. Io ero già Mario Sechi. E lo sarò anche dopo. L’Agi resta mia, io non mi sento un esule». Che è un po’ come dire « io sono io e voi non siete un…» [mi perdoneranno i lettori se ora non riporto con esattezza la citazione, ma mica sono Mario Bechis ndr]. L’ex direttore di Agi ha rassegnato le proprie dimissioni per accettare il suo nuovo incarico: capo ufficio stampa del governo Meloni.

Che il governo avesse qualche difficoltà di comunicazione, è sembrato evidente nelle ultime settimane. Se lo schivo Mario Sechi sarà la scelta adatta lo dirà soltanto il tempo. Certo è che l’ex direttore di Agi è più che soddisfatto se si guarda alle spalle. Un po’ meno lo devono essere i componenti della redazione, dal momento che qualcuno ha passato al Il Foglio il discorso di commiato che ha tenuto lo scorso venerdì 3 marzo.

Il discorso di Sechi non è proprio un manifesto di umiltà. Partendo dal presupposto che accettò il ruolo di direttore di Agi «per salvare un pezzo di giornalismo», il portavoce del governo afferma che gli ultimi quattro anni sono stati per l’agenzia «molto profittevoli». Certo merito della squadra, ma soprattutto dell’allenatore e questo passaggio è esplicito: «si dice che contano solo i campioni che fanno gol, peccato però che poi c’è chi li mette in campo».

Insomma sono stati quattro anni grandiosi per l’Agi, ma irripetibili: «Curriculum come il mio non è facile trovarne in giro. Dopo di me non ci sarà un’altra persona che reggerà questa pressione, non ci sarà perché bisogna farsi concavi e convessi. Vedrete e direte, Mario aveva ragione. Domani è un altro mondo perché io me ne vado. E sia chiaro, me ne vado io».

Una scelta oltretutto sofferta quella di passare a Palazzo Chigi, che però, con estremo senso del sacrificio, Sechi ha preso in nome dei più alti valori: «se l’istituzione chiama, e sei un patriota, e sei un italiano, le persone serie rispondono. L’istituzione ha chiamato e io ho risposto». Sia chiaro si tratta comunque di un sacrificio, specie «economico», ma che è si prende anche per riconoscenza: «Conosco personalmente Meloni e ho intenzione di restituire qualcosa a questo paese».

Ma non si disperino i lettori. Una volta che la Patria la smetterà di tormentare Sechi con le sue petulanti richieste, egli stringerà nuovamente la penna in pugno: «Io resto fino all’ultimo lembo, fino all’ultimo atomo, un giornalista. Tornerò un giorno dall’altra parte della barricata, sono certo che le occasioni non mi mancheranno».

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Papa Francesco ricoverato al Gemelli per un’infezione respiratoria: notte serena

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papa francesco ricoverato

La Santa Sede non ha ancora diffuso nuove comunicazioni sulle condizioni di papa Francesco, ricoverato al Gemelli, che avrebbe però trascorso una notte tranquilla. Annullati molti impegni per il Pontefice comprese le udienze di giovedì e venerdì. Molta apprensione da parte del Vaticano per il suo stato di salute e per una possibile Pasqua senza la sua presenza nei riti sacri.

È trascorsa la prima notte per il Pontefice al policlinico Gemelli di Roma. Papa Francesco si trova ricoverato per un’infezione respiratoria. Il direttore della sala stampa vaticana, Matteo Bruni nella serata di ieri ha comunicato che «nei giorni scorsi papa Francesco ha lamentato alcune difficoltà respiratorie e questo pomeriggio si è recato presso il Policlinico A. Gemelli per effettuare alcuni controlli medici. L’esito degli stessi ha evidenziato un’infezione respiratoria (escluso il Covid19) che richiederà alcuni giorni di opportuna terapia medica ospedaliera». «Papa Francesco è toccato dai tanti messaggi ricevuti ed esprime la propria gratitudine per la vicinanza e la preghiera».

Durante l’udienza generale il Santo Padre era molto sereno e non sembrava accusare gravi malesseri, tranne che per la sua solita difficoltà di deambulazione per il dolore al ginocchio. È apparso molto affaticato solo nel momento in cui è stato aiutato ad alzarsi dalla sua carrozzina per salire sulla papamobile per tornare nei suoi appartamenti a Santa Marta, dove dopo poco tempo ha avuto il malore.

Tale notizia ha immediatamente fatto il giro dei media internazionali attraverso un rimbalzo di ipotesi sulle cause del ricovero e sulle sue reali condizioni e pericoli nascosti. Infatti fin da subito ciò che era stato definito dalla Santa Sede nel suo bollettino come «controlli precedentemente programmati» sono risultati essere un tentativo di non creare eccessivi allarmismi, poiché di programmato c’era poco quanto niente.

A seguito di ciò sono state annullate tutte le udienze di oggi e venerdì, inoltre «si è fatto spazio nell’agenda perché i controlli possano proseguire per il tempo eventualmente necessario». Già nel tardo pomeriggio di ieri si è appreso dalle fonti mediche l’esito negativo della tac toracica, con grande sollievo dell’intero entourage), mentre sarebbe sotto stretto controllo la saturazione dell’ossigeno nel sangue. Sarebbero stati scongiurato problemi cardiaci. Al momento, secondo le dichiarazioni dei medici la situazione non desterebbe preoccupazione.

Avvicinandosi la Settimana Santa con tutti gli impegni pastorali molto faticosi, il Vaticano avrebbe già pensato a un progetto alternativo per le celebrazioni.

La Conferenza episcopale italiana ha reso noto un comunicato dove «nell’augurare al Santo Padre una rapida ripresa, la Presidenza affida al Signore, ai medici e al personale sanitario che, con professionalità e dedizione, si prendono cura di Lui».

Francesca Pia Lombardi

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Salvini fa gli auguri a Berlusconi ricoverato e il web si scatena

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Le dimissioni di Silvio Berlusconi dal San Raffaele di Milani, nel quale si trova ricoverato per accertamenti, potrebbero arrivare giovedì. Intanto i buontemponi del web ironizzano sugli auguri pubblicati via social da Matteo Salvini, considerato dai detrattori un menagramo.

Ormai, quando Salvini fa gli auguri a qualcuno, è un po’ come quando Fassino fa previsioni: in pochi riescono a stare seri. E se per caso fa gli auguri di pronta guarigione ad un degente, e quel degente si chiama Silvio Berlusconi, il black humor del popolo del web diventa più scuro della pece.

Silvio Berlusconi si trova ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano per alcuni accertamenti e Matteo Salvini gli ha fatto gli auguri via social. Spietati i commenti satirici sotto al suo post.

«Povero Silvio sei spacciato», «ci siamo giocato il Cavaliere», «non è così che si battono gli avversari politici» giusto per fare qualche esempio dell’ironia del web. Salvini si è guadagnato l’ingloriosa nomea di iettatore a causa di alcuni post non proprio azzeccatissimi. Gli esempi più celebri: nel 2006 dichiarò di non tifare Italia ai Mondiali di calcio (finì con Cannavaro che solleva la coppa del mondo); nel 2018 è andato a Monza per tifare Ferrari, con le rosse che partivano in prima fila (vinse Mercedes); nel 2021 fece l’in bocca al lupo a Berrettini, primo itliano ad arrivare in finale a Wimbledon (vinse Djokovic). Ma non c’è solo lo sport, c’è anche la scomparsa della Regina Elisabetta dopo i suoi auguri di buon compleanno, gli attentati a Bruxelles in occasione di una sua visita al parlamento europeo, l’auspicio per la buona riuscita del golpe in Turchia, poi fallito.

Se Silvio Berlusconi, al quale Salvini ha fatto gli auguri di pronta guarigione, stia facendo gli scongiuri o meno non è dato saperlo. Ma come dimostra una foto ormai leggendaria scattata in occasione di un G20, Berlusconi le corna le ha sempre fatte.

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Gianni Minà e l’arte dell’intervista sorniona

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Allestita in Campidoglio la camera ardente, mentre i funerali si terranno in forma privata. Lo hanno reso noto i familiari tramite i social. Gianni Minà, maestro delle interviste, che con la sua aria timida e sorniona riusciva a entrare in sincera confidenza e amicizia con i più grandi dello sport, della musica, del cinema e anche della politica, aveva 84 anni.

Scompare a causa di una malattia cardiaca Gianni Minà, grande giornalista totalmente ignaro di cosa volesse dire urlare, inalberarsi, essere aggressivi né offendere così come alcuni suoi attuali colleghi si fregiano di fare, millantando sincerità e passione.

Gianni come amava sentirsi chiamare da tutti coloro i quali lo circondavano, riusciva con la su aria timida e sorniona a entrare in sincera confidenza e amicizia con i più grandi dello sport, della musica, del cinema e anche della politica. Indimenticabile il suo rapporto con Fidel Castro, che lo scelse per raccontare per la prima volta sulla stampa internazionale la storia di Che Guevara, ma anche quello con Sandro Pertini con il quale spesso intrattenevano cene e confidenze.

Nella memoria di molti se non di tutti saranno impresse le immagini di Maradona, il quale dopo la vittoria in semifinale contro l’Italia evitò tutti gli altri giornalisti dicendo: «scusate ma devo parlare con il amico Gianni Minà». Durante la sua lunghissima carriera ha raccontato eventi sportivi rimasti nella storia, dai campionati mondiali di calcio, all’incontro di pugilato Alì vs Foreman svoltosi a Kinshasa nel 1974. Ha fatto meravigliosi viaggi a Cuba e in altri Paesi latino-americani che ha reso noti in indimenticabili reportage. Troisi in una sua irresistibile gag si definì invidioso di Minà per la sua leggendaria agendina dove alla lettera F appariva il nome e il numero di telefono di Fidel e alla lettera C corrispondevano i dati di Cassius Clay, non ancora diventato Muhammad Alì.

È ovvio e anche giusto che nei prossimi giorni ci saranno innumerevoli testimonianze di stima e affetto per Gianni Minà, ma non dobbiamo dimenticare quanto in realtà sia stato dimenticato e isolato da una tv dimostratasi immensamente irriconoscente.

La famiglia ha annunciato la dipartita del compianto Gianni attraverso la sua pagina ufficiale di Facebook dichiarando “non è mai stato lasciato solo ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari”. Sarà possibile rendere omaggio al grande giornalista dalle 10 alle 19, mentre i funerali si terranno in forma privata.

Francesca Pia Lombardi

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