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Migranti bloccati in mare, l’apertura della Francia: «pronti ad accoglierne una parte, l’Italia li faccia sbarcare»

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cimitero barche Lampedusa strage di migranti

Il ministro dell’Interno francese Gerad Darmanin rende noto che Francia e Germania sono pronte ad accogliere parte dei migranti bloccati in mare: «non ho alcun dubbio, l’Italia rispetterà il diritto internazionale. Abbiamo detto all’Italia, e lo diciamo insieme alla Germania, che se quella nave umanitaria verrà accolta in Italia, anche noi accoglieremo una parte dei migranti, affinché l’Italia non si debba prendere carico da sola del fardello di questo arrivo».

Mentre arriva qualche apertura da oltralpe, il governo resta fermo sulle sue posizioni, così come le navi con migranti a bordo rimangono bloccate in mare. Le navi Ocean Viking, Geo Barents e Humanity 1, tutte battenti bandiera straniera hanno imbarcato da giorni più di 300 persone ed hanno chiesto di attraccare in un porto sicuro, ma non hanno ricevuto ancora risposta. Ma la situazione dei migranti bloccati in mare potrebbe sbloccarsi dopo le aperture della Francia.

E se la Commissione Europea rende noto di non aver avere responsabilità di coordinamento in materia, al tempo stesso afferma di seguire con attenzione la vicenda e raccomanda agli stati di collaborare: «È un obbligo morale e legale per gli Stati membri dover salvare le persone in mare».

Il governo resta fermo sulle sue posizioni e tocca a Tajani fare la parte del duro: ««Abbiamo chiesto soltanto il rispetto delle regole, lo abbiamo fatto in maniera ufficiale, con grande garbo ma anche con grande fermezza». Il riferimento è alla richiesta presentata ieri da Berlino: «Il governo tedesco chiede che l’Italia presti rapidamente soccorso ai 104 minori non accompagnati salvati nel mare Mediterraneo dalla nave Humanity 1 battente bandiera tedesca». A dar man forte al ministro degli Esteri, quello delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che sui social rilancia la propria soluzione: «Dove dovrebbe andare una nave norvegese? Semplice in Norvegia…».

A porsi in una posizione da mediatrice la Francia, che oggi, per bocca del ministro dell’Interno Gerald Darmanin, fa sapere: «Abbiamo detto all’Italia, e lo diciamo insieme alla Germania, che se quella nave umanitaria verrà accolta in Italia, anche noi accoglieremo una parte dei migranti, delle donne e dei bambini, affinché l’Italia non si debba prendere carico da sola del fardello di questo arrivo di migranti». Il ministro francese ha poi affermato di non «aver alcun dubbio» sul fatto che l’Italia rispetterà il diritto internazionale: «è molto chiaro: quando una barca chiede di accostare con dei naufraghi a bordo, è il porto più sicuro e più vicino che deve accoglierla. Nello specifico, l’Italia».

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Sindaco messicano decapitato una settimana dopo la sua elezione

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sindaco messicano decapitato

Alejandro Arcos Catalan è stato eletto sindaco di Chilpancingo, in Messico, la settimana scorsa. Ieri la polizia ha ritrovato la sua testa mozzata sopra un pickup.

Una truce storia proveniente dal Messico riaccende i riflettori sullo strapotere dei cartelli della droga nel Paese del Centro America, dove Alejandro Arcos Catalan, sindaco della città di Chilpancingo, è stato ucciso e decapitato. Le immagini del brutale omicidio sono state diffuse sui social e sono agghiaccianti. Mostrano la testa mozzata della vittima appoggiata sopra un pickup.

Alejandro Arcos Catalan ha centrato l’elezione la settimana scorsa nella città dello Stato messicano meridionale di Guerrero, una delle aree più colpite dalla violenza dei cartelli della droga data la sua posizione lungo la costa del Pacifico.

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Ancora un’esplosione nel centro di Colonia: un ferito

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A Colonia si è verificata una nuova esplosione, a poche centinaia di metri dalla discoteca dove lunedì scorso è scoppiata una bomba.

Dopo che lo scorso lunedì 16 settembre un ordigno è deflagrato all’entrata di un ristorante discoteca, provocando un ferito, questa mattina, mercoledì 18 settembre, una nuova nuova esplosione è riecheggiata nel centro di Colonia. Anche questa volta si tratterebbe di una bomba ed anche in questo caso una persona è rimasta ferita, un passante di 40 anni. Le sue condizioni fortunatamente non sarebbero serie ed è stato ascoltato dagli inquirenti in qualità di testimone.

L’esplosione di questa mattina a Colonia è avvenuta nella Ehrenstrasse. Il vanity Club, la discoteca dove è stato piazzato un ordigno lunedì scorso, dista solo poche centinaia di metri. Che tra i due casi possa esserci un collegamento appare più di un sospetto, anche se al momento non è chiara la matrice dei due attentati.

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Venezuela, Maduro al contrattacco: mandato d’arresto per Gonzalez

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La faida tra l’erede di Chavez ed il suo sfidante si fa più sempre più aspra. Maduro accusa di cospirazione e terrorismo Gonzalez, che aveva a sua volta denunciato brogli elettorali e che si trova in semi-clandestinità dal 30 luglio.

Poco più di un mese dopo le elezioni presidenziali, il Venezuela scivola sempre più nel caos dopo che nella notte è stato spiccato, e ratificato a tempo di record, un mandato d’arresto per lo sfidante di Nicolas Maduro, Edmundo Gonzalez Urrutia. Le accuse sono di «usurpazione di ufficio, diffusione di false informazioni, incitamento a disobbedire alla legge, incitamento all’insurrezione e associazione a delinquere».

All’indomani del voto Gonzalez ha denunciato brogli elettorali, ha contestato la proclamazione di Maduro con il 52% dei voti da parte del Consiglio elettorale nazionale ed ha mostrato dati sugli scrutini che lo davano in netto vantaggio. Poco più di un mese dopo, è arrivata la risposta decisa del governo, anche se la richiesta d’arresto reca la firma della Procura ed è stata approvata dal Tribunale di Prima Istanza con Funzioni di Controllo.

E’ lo stesso presidente a mettere il cappello sull’iniziativa: «Crede di essere al di sopra della legge questo signor codardo, ha la pretesa di dire che non riconosce la legge, che non riconosce nulla. Questo è inammissibile, non accade in nessun’altra parte de mondo», ha detto nel corso del suo programma settimanale “Con Maduro+” sulla tv di Stato.

L’ex ambasciatore Gonzalez, che dopo il mandato d’arresto si trova in condizione di semi-clandestinità, non appare in pubblico dal 30 luglio. Dal giorno delle elezioni in tutto il Paese si sono verificati scontri e disordini e si stimano che siano oltre 2.400 le persone arrestate o detenute. L’Onu ha speso parole pesanti, parlando di «clima di terrore» in Venezuela, mentre i Paesi dell’Unione Europea e molti stati latino americani non riconosceranno il risultato elettorale, fino a che il governo venezuelano non mostrerà prove inconfutabili. Gli Stati Uniti invece hanno già riconosciuto Gonzalez come vero vincitore.

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