Cronaca
Omofobia a Roma, due ragazzi gay picchiati per strada perché si tenevano per mano
Due ragazzi gay sono stati aggrediti in strada a Roma: mentre passeggiavano mano nella mano, sono stati barbaramente picchiati da tre ragazzi ed una ragazza. Nessuno è intervenuto per difendere i due, ma qualcuno ha immortalato l’episodio, rilanciato poi da Gay Help Line.
Pugni, calci e cinghiate, anche da terra, per aver passeggiato mano nella mano. Due ragazzi gay sono stati barbaramente aggrediti a Roma, nel week end appena passato. Mentre attraversavano la strada ha tagliato loro la strada una macchina, che ha inchiodato. Un urlo di uno dei due pedoni ha dato il là alla scena di violenza.
Tre ragazzi ed una ragazza sono scesi dall’auto e si sono scagliati contro i due, picchiati selvaggiamente anche mentre si trovavano a terra. Il tutto mentre i loro aggressori li ricoprivano di insulti omofobi.
Le vittime dell’aggressione hanno denunciato alla Polizia l’accaduto e gli agenti sono al lavoro per identificare i responsabili. « le vittime hanno deciso di denunciare l’accaduto alla polizia e hanno chiamato il Gay Help Line, contact center antiomobitransfobia, per ricevere supporto legale» spiega in una nota l’associazione Gay center, che ha pubblicato il video nella speranza di aiutare gli inquirenti.
«Non possiamo più accettare di vivere in una società dove la violenza, come quella che abbiamo subito, è ancora una triste realtà. Siamo stanchi di dover avere paura di passeggiare mano nella mano, di guardarci continuamente alle spalle, di vivere con l’ansia costante di essere vittime di atti insensati. Oltre al dolore fisico del pestaggio, ci ha ferito profondamente l’indifferenza di chi ha assistito alla scena. Anziché intervenire per aiutarci, queste persone hanno preferito filmare l’accaduto e pubblicarlo sui social, beffandosi del nostro dolore. Rivedendo il video, siamo rimasti sconvolti dalla ferocia con cui siamo stati attaccati, senza che nessuno temesse le gravi conseguenze che un simile gesto poteva avere».
Cronaca
Ragazzino di 13 anni accoltellato per un pallone da un bambino di 10 anni
L’episodio di violenza si è verificato a Giugliano in Campania, nella provincia di Napoli. La vittima è stata colpita ad una coscia ed è stato portato in pronto soccorso. L’aggressore non può essere imputabile data la giovane età.
Stava giocando a pallone nel campetto a due passi da casa in compagnia di alcuni amici, il ragazzino di 13 anni accoltellato a Giugliano in Campania, in provincia di Napoli, da un bambino di appena 10 anni. L’ennesimo episodio di cronaca nera che ha per protagonisti minorenni è avvenuto nella sera di domenica 17 novembre. I due giovanissimi non si conoscevano e non si erano mai incontrati prima.
Il più piccolo si è avvicinato al più grande e gli ha intimato di consegnarli il pallone. Di fronte al rifiuto dell’altro, che ha passato la palla ad un suo amico, il minore ha estratto un coltello ed ha colpito alla coscia sinistra il tredicenne, dopodiché è scappato. Il ragazzino accoltellato per un pallone è stato soccorso dai genitori degli altri giovani presenti ed accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale San Giuliano, dove sono intervenuti i Carabinieri.
I militari stanno lavorando per ricostruire nel dettaglio la dinamica degli eventi e identificare l’aggressore, che avendo meno di 10 anni non è imputabile. Tuttavia, potrebbe essere segnalato al Tribunale per i Minorenni.
Cronaca
Ragazza morta dopo rinoplastica: lo studio non aveva l’autorizzazione sanitaria
A comunicarlo il presidente di Regione Lazio Francesco Rocca: «è una vergogna». Convalidato il sequestro preventivo dello studio dei Procopio, padre e figlio.
«Da una prima analisi, non ci risulta un’autorizzazione sanitaria valida. Queste sono le informazioni che ho assunto in via sommaria. Gli uffici stanno approfondendo». Francesco Rocca, presidente di Regione Lazio, rende noti dettagli che rendono ancor più assurda la vicenda della ragazza morta in seguito ad una rinoplastica a Roma.
«Queste cose sono una vergogna. I medici per primi sanno che l’autorizzazione sanitaria serve per poter svolgere una qualsiasi attività sanitaria di carattere privato. Sono requisiti minimi essenziali per la saluta della gente. Il mancato rispetto di queste norme è una violazione e un insulto alla stessa professione medica», ha aggiunto Rocca.
Nel frattempo il Gip ha convalidato il sequestro preventivo dello studio ubicato in via Cesare Pavese, in zona Eur a Roma, che, secondo quanto riportato da Repubblica, non era registrato nemmeno come ambulatorio.
Per sapere la causa del decesso di Agata Margaret Spada, la ragazza di 22 anni morta in seguito alla rinoplastica, sarà necessario attendere il referto dell’esame autoptico. In base a quanto ricostruito finora, si sarebbe sentita male subito dopo l’anestesia. Avrebbe girato gli occhi indietro e avrebbe cominciato a tremare. I Procopio avrebbero subito cominciato le manovre di rianimazione. Nel frattempo al fidanzato della giovane, che aspettava in sala d’attesa, è stato chiesto se la ragazza avesse allergie. Il ragazzo, capendo che qualcosa stava andando storto, è entrato in sala operatoria ed ha filmato la scena. La giovane è stata trasferita all’ospedale Sant’Eugenio, dove è deceduta dopo 4 giorni.
Originaria di Lentini, in provincia di Siracusa, aveva raggiunto Roma proprio per sottoporsi all’intervento, un ritocchino al naso. Avrebbe scelto lo studio dei Procopio dopo aver visto una pubblicità su TikTok.
Cronaca
Falso cieco in sella alla bicicletta: truffa da 100 mila euro nel teramano
A mettere i finanzieri sulle sue tracce una segnalazione. All’uomo sono stati sequestrati circa 98 mila euro. E’ stato filmato mentre compiva in autonomia azioni impossibili per un non vedente.
Ha percepito la pensione di invalidità civile e l’indennità di accompagnamento dal 2017 il falso cieco scoperto dalla Guardia di Finanza mentre pedalava in bicicletta sul lungomare di Martinsicuro, nel teramano. Le fiamme gialle di Giulianova hanno cominciato a tenere d’occhio i suoi movimenti dopo una segnalazione al 117 ed hanno accertato che l’uomo, un sessantenne di origine foggiane residente nel comune della costa abruzzese, era in grado di svolgere azioni impossibili per un non vedente.
Oltre al giretto in bicicletta, i finanzieri hanno filmato il falso cieco mentre passeggiava o faceva la spesa. Il tutto in completa autonomia e senza nessun tipo di ausilio. Il sessantenne è stato deferito alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ascoli Piceno per truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche nonché con una proposta di sequestro preventivo per un importo pari all’indebito profitto e con la segnalazione del danno erariale alla Corte dei Conti.
L’Autorità Giudiziaria, avallando gli elementi forniti dalle Fiamme Gialle, ha ritenuto sussistenti le esigenze per l’applicazione del sequestro, finalizzato alla confisca, dei proventi illeciti di oltre 98.000 euro.
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