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Accordo tra Libano ed Israele su un imponente giacimento di gas nel Mediterraneo

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I due Paesi restano formalmente in guerra, ma l’accordo, arrivato con la mediazione degli Stati Uniti d’America, fa compiere passi in avanti verso la distensione dei rapporti e la ripresa dei contatti diplomatici. Ma non tutti sono entusiasti: Netanyahu, candidato ora all’opposizione, ha già affermato che se tornasse al potere cancellerebbe l’accordo.

Non si tratta della parola fine ad un conflitto che si protrae da decenni e i due Paesi rimangono formalmente in guerra, tuttavia l’accordo stretto oggi tra Libano e Israele è uno storico punto di partenza per arrivare ad una conclusione. Se rimane da dirimere la questione dei confini terrestri, almeno sulle sfere di competenza in mare si è arrivati ad un compromesso. Non sarà la pace, ma almeno si dissipano un po’ le tensioni nell’area e si placa il rischio di un’ulteriore escalation.

Fondamentale per l’accordo tra Libano e Israele la mediazione degli Stati Uniti d’America, anche perché sono pressoché azzerate le relazioni diplomatiche tra i due Paesi, alla quale è seguito il benestare da parte di Hezbollah. Il nodo della questione è un imponente giacimento di gas scoperto nel Mediterraneo orientale. Ci vorranno mesi per quantificarlo con esattezza ed anni per sfruttarlo appieno, tuttavia il Libano vi guarda con fiducia per rimettere a posto i conti disastrati. E tutta Europa resta alla finestra, interessata come si è riscoperta a fonti energetiche alternative a quelle russe.

In base all’accordo, Libano e Israele hanno convenuto sulle rispettive zone d’influenza per quanto riguarda esplorazioni e costruzione di impianti nel nuovo giacimento di gas. Non il passo che porta alla pace, ma sicuramente un passo in avanti in questa direzione. La speranza della comunità internazionale è che l’intesa raggiunta oggi contribuisca a riportare stabilità nell’area e a riavviare il dialogo tra Libano ed Israele.

I due Paesi infatti rimangono formalmente in guerra. Dal 1982 al 2000 la parte meridionale del Libano è stata occupata dagli israeliani e il conflitto si è riacceso per 34 giorni nel 2006, quando si sono susseguiti scontri tra l’esercito d’Israele e le truppe Hezbollah. Da allora la situazione è rimasta sempre tesa e 140 missili libanesi rimangono a sud. Ma si tratta comunque di un accordo molto importante, o come l’ha definito il primo ministro israeliano Yair Lapid «un passo storico».

Ma non tutti sono entusiasti, anche per fini elettorali. Un esempio, l’ex presidente Netanyahu, ora all’opposizione, che ha criticato l’accordo ed ha affermato che qualora tornasse al governo sua premura cancellare l’accordo.

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La Lega riscopre la fede (calcistica): critiche a Schlein per le squadre tifate

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Elly Schlein dichiara in un’intervista di aver cambiato squadra del cuore e la Lega la critica per le troppe squadre tifate.

«Poche idee e molto confuse. Che squadra tiferà dopo il Bologna?». Questo è il tweet pubblicato sull’account ufficiale della Lega a proposito delle dichiarazioni di Elly Schlein sulle squadre tifate dalla neo segretaria. Alcune anticipazioni dell’intervista concessa ad Alessandro Cattelan che andrà in onda questa sera, hanno creato il caso politico.

D’altronde non sembrano esserci sul tavolo altre questioni più spinose di politica interna ed estera, pertanto fa bene la Lega a tenere alta l’attenzione su questa importante questione.

Il tweet apparso sull’account ufficiale della Lega.

Il motivo delle critiche è semplice: la Schlein ha cambiato casacca. Non nel senso che da dem, è diventata fuoriuscita dem e poi segretaria dem. Nel senso che da piccola tifava Milan, Crescendo è passata alla Juventus ed ora simpatizza per il Bologna. E questo ha suscitato la reazione della Lega.

Ci sentiamo però in dovere di prendere posizione: si può essere di destra o di sinistra, si può essere critici di fronte a qualsiasi argomento e il dibattito pubblico può anche farsi rovente, ma non deve mai venire meno il rispetto dei ruoli e delle persone. Pertanto, perché tirare in mezzo i rossoblù in una partita così sporca come quella del dibattito politico? Il Bologna è la vera vittima di questa polemica.

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Bando del Ministero dell’Università per 15 lavoratori gratis. Bernini: «errore di stesura»

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Dopo le polemiche che ha suscitato, il Ministero dell’Università ha ritirato il bando col quale si cercavano 15 figure esperte da inserire nell’organico per 18 mesi, che avrebbero dovuto lavorare gratis. Il Ministro Bernini sostiene che si sia trattato di un errore di battitura.

«Gli incarichi oggetto della presente Procedura sono a titolo gratuito, prevedono un impegno a tempo pieno e avranno una durata pari a 18 mesi, prorogabili su richiesta». Recitava così il punto 3 del primo articolo del bando pubblicato dal Ministero dell’Università col quale si cercavano 15 figure esperte, che avrebbero dovuto lavorare gratis. Oggi il ministro Bernini ha reso noto che in realtà era solo «un errore di stesura».

Chiarito l’equivoco dunque, non ha senso proseguire con pensieri maligni, secondo i quali il bando sia stato ritirato solo in virtù delle critiche che ha attirato. Si è trattato solo di un errore di battitura. Anche perché sembrava impossibile che il Ministero dell’Università pretendesse davvero di ottenere 15 lavoratori a titolo gratuito per un anno e mezzo, con la possibilità di prorogare questa collaborazione.

Anzi, scegliere più che ottenere. Perché ovviamente le figure ricercate erano figure esperte e specializzate, che sarebbero state individuate dopo una severa opera di selezione e scrematura. Anche perché stiamo parlando del Ministero dell’Università: l’eccellenza deve essere la base di partenza [volevo scrivere minimo sindacale, ma non sembrava molo appropriato, ndr]. Figuriamoci se il Mur non è al corrente del fatto che i lavoratori, tutti non solo quelli esperti e specializzati, vanno retribuiti.

Ed infatti Anna Maria Bernini, dopo aver ritirato il bando nel quale si cercavano figure da inserire nel Ministero dell’Università che avrebbero dovuto lavorare gratis, ha spiegato: «Errore tecnico nella sua stesura. Il contenuto e i termini dell’avviso pubblico non rispecchiano la volontà e il modo di procedere del Ministero, che considera il lavoro comunque configurato un valore cui deve corrispondere sempre un’adeguata retribuzione».

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Polemiche dopo la parolaccia di Annunziata: «arrogante turpiloquio»

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Il tema delle adozioni dei figli da parte di famiglie omogenitoriali è particolarmente caldo e a “Mezz’ora in +” alla conduttrice Lucia Annunziata, durante il confronto con la ministra Roccella, scappa una parolaccia: «prendetevi la responsabilità delle leggi c…». Oggi dal centrodestra si levano le critiche.

Le polemiche del giorno dopo sono più feroci delle reazioni a caldo. Dopo che a Lucia Annunziata è scappata una parolaccia in diretta durante la sua trasmissione “Mezz’ora in +”, alla ministra Eugenia Roccella, con la quale era impegnata a dibattere, è scappata una risata. In effetti la faccia di Luca Annunziata quando si rende conto che le è scappato un improperio è irresistibile. Tutto finito dunque? Macché, il tema è caldo e le polemiche sono nel vivo. Tanto a destra, quanto a sinistra si getta benzina sul fuoco e se le opposizioni criticano le posizioni di Rampelli, Roccella e Mollicone, le forze di maggioranza inorridiscono per cotanto turpiloquio.

Lo scivolone in diretta della conduttrice è nato mentre si dibatteva sull’eventuale riconoscimento di figli di coppie omogenitoriali. Annunziata, pur ribadendo che le posizione del governo e della coalizione sono legittime, ha invitato, con troppo trasporto, a riconoscere che si tratta di una scelta ideologica : «prendetevi la responsabilità di farle queste leggi, c…» dove c non sta per cribbio.

Oggi, dal centrodestra si solleva un coro unanime di condanna verso quella sboccata di Lucia Annunziata. Apre le danze il sempre pacato Maurizio Gasparri, che abborrisce un uso così volgare dell’italica favella: «Ha dimostrato, con protervia e arroganza, di fare un uso ideologico degli spazi che, purtroppo, il servizio pubblico le riserva». “Uso ideologico del mezzo televisivo” d’altronde è alle prime pagine del manuale del perfetto forzista. Il senatore azzurro ha anche aggiunto: «Ha usato il turpiloquio quasi volesse intimidire il ministro Roccella, è una vergogna che una persona del genere abbia in mano spazi del servizio pubblico. La stagione di ricambio dei vertici Rai diventa urgente perché c’è un abuso costante di cui l’Annunziata è soltanto l’emblema più grave, più vetusto, più fazioso. Ora basta».

I componenti della Lega in Vigilanza Rai hanno definito l’episodio «inaccettabile». I tempi delle dichiarazioni del senatur d’altronde ormai sono lontani e il verde padano è sbiadito I leghisti che, parafrasando, erano stati benedetti da spiccate doti virili, hanno lasciato il passo a nuovi, più puritani e formali, che non dicono parolacce.

Ora, per dare una chiusa al testo, due considerazioni (e mezzo) assolutamente non richieste. La prima: la faccia di Lucia Annunziata dopo che ha detto una parolaccia, non sembra proprio quella di una persona che vuole intimidire la sua “dirimpettaia”. La prima-bis: Roccella sembrava più divertita che intimidita. La seconda: saranno pure prive di parolacce, ma le dichiarazioni di Rampelli e Mollicone, non sembrano poi così moderate.

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