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Politica

Bruno Vespa, il Ponte sullo Stretto e il plastico: revival o plagio?

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plastico porta a porta salvini ponte stretto messina

Ospite di Bruno Vespa, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha mostrato in tv il plastico del Ponte sullo Stretto di Messina, portando inevitabilmente alla memoria una scena andata in onda già 21 anni fa.

Per chi ancora avesse dubbi, non si trattava di una replica di Porta a Porta. Sebbene le immagini siano simili sono state registrate in momenti diversi. No, non si tratta di immagini restaurate digitalmente, anche perché tutto si può imputare a Silvio Berlusconi, tranne che portasse la barba. Sarà stato un omaggio, sarà stata una citazione, fatto sta che quanto fatto da Salvini ieri sera, che ha mostrato il plastico del Ponte sullo Stretto di Messina nella trasmissione condotta da Brno Vespa, a molti è sembrato uno spudorato plagio.

Certo è cambiato il format (da “Porta a Porta” a “5Minuti”) ma la sostanza è la stessa: mostrare le fattezze del ponte che sorgerà sullo stretto con un plastico, che oltretutto sembra molto simile a quello mostrato da Berlusconi. Matteo Salvini dunque ha fatto quello che Berlusconi aveva già fatto 21 anni fa, mentre Vespa ha fatto quello che Vespa faceva anche prima. Ed oggi come allora, nessun ponte è stato realizzato. E torna alla mente la battuta di Antonio Albanese nei panni di Cetto La Qualunque: «con tutte ste prime pietre va a finire che lo facciamo veramente sto c… di ponte».

Qualche differenza c’è. Nel 2011 Berlusconi era presidente del Consiglio ed era accompagnato dall’allora ministro dei Trasporti Pietro Lunardi. Ieri sera invece era Salvini a vestire i panni del ministro e il (la ndr) presidente del Consiglio non era certo al suo fianco. Così come lui non era al fianco di Giorgia Meloni quando questa ha riferito alle Camere. Un’assenza ch i giornalisti hanno notato, al pari delle fratture che dividono Lega e Fratelli d’Italia in materia, tra le altre, di guerra in Ucraina.

La premier glissa e dal Consiglio Europeo di Bruxelles commenta laconicamente: «Francamente non mi preoccupano [le posizioni della Lega, ndr]. Al di là delle posizioni espresse per lavorare su una posizione alla quale tutti lavoriamo, ovvero la fine del conflitto, ho detto come la penso: non c’è nell’attuale contesto misura più efficace di garantire un equilibrio tra le forze in campo” Lo ha detto la premier Giorgia Meloni arrivando al Consiglio europeo a Bruxelles e rispondendo ad una domanda sulle posizione della Lega sull’Ucraina».

Attualità

Spunta un passaggio segreto a Palazzo Grazioli, ex casa di Silvio Berlusconi

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passaggio segreto palazzo grazioli ex casa silvio berlusconi

La residenza romana dell’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi è ora sede della stampa estera in Italia e durante il trasloco un giornalista del London Times ha scoperto un passaggio segreto che conduce all’esterno della casa.

Palazzo Grazioli a Roma dal 1995 al 2020 è stato il centro nevralgico capitolino del berlusconismo. Da ieri, lunedì 25 marzo, è la sede dell’Associazione della Stampa estera in Italia. I giornalisti non vedevano l’ora di scoprire quali meraviglie si celassero dietro i portoni dell’ex casa romana di Silvio Berlusconi e già durante il trasloco hanno fatto una ghiotta scoperta: un passaggio segreto che conduce all’esterno, celato dietro una libreria.

«Un buon modo per consentire agli ospiti della festa di andarsene in fretta?», si chiede ironicamente Tom Kington, giornalista del London Times, il quale ha postato su X il video della scoperta.

Il trasferimento nella precedente residenza di Silvio Berlusconi rappresenta una sorta di rivincita per la stampa estera attiva nel nostro Paese, come sottolinea la presidente dell’associazione Esma Cakir: «non venne più a parlare con noi per 20 anni nonostante le nostre insistenze perché ci riteneva “giornalisti scomodi”».

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Politica

Chiusa l’inchiesta sul Caso Visibilia, Santanché indagata per truffa aggravata

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daniela santanchè open to co.co.co

Secondo le accuse, gli amministratori di Visibilia hanno chiesto la cassa integrazione Covid all’insaputa dei dipendenti, che hanno continuato a lavorare, ottenendo così 126 mila euro.

Truffa aggravata ai danni dell’Inps: questa è l’accusa che grava sul ministro del Turismo Daniela Santanché, dopo la chiusura dell’indagine sul caso Visibilia, la società della quale la ministra è stata socia fino al 2022, insieme al compagno Dimitri Kunz.

Secondo l’accusa, la società avrebbe richiesto dal 2020 al 2022 la cassa integrazione messa a disposizione durante l’emergenza Covid all’insaputa dei dipendenti, ottenendo così 126 mila euro.

Sempre secondo gli inquirenti, tutti gli amministratori di Visibilia, dunque anche Daniela Santanché, erano al corrente del sistema che prevedeva di chiedere la cig, ma di mantenere i lavoratori al loro posto, a loro insaputa.

 Nell’indagine sono indagate, oltre alla ministra Santanchè e ad altre persone, anche Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.

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Cronaca

Pubblicarono video hard fake di Giorgia Meloni: padre e figlio a processo

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I due, di 73 e 40 anni, rischiano di dover pagare un risarcimento da 100 mila euro. Pubblicarono su un sito per adulti americano video hard creati artificiosamente, che mostravano il volto di Giorgia Meloni.

Andranno a processo i due uomini che hanno creato e pubblicato su un sito per adulti video hard fake che mostravano Giorgia Meloni impegnata in rapporti sessuali. I due, padre e figlio di 73 e 40 anni, rischiano di dover pagare un risarcimento danni da 100 mila euro. Che, ha reso noto la premier, verrebbero devoluti  al fondo del ministero dell’Interno per le donne vittime di violenza.

I due hanno applicato, tramite software specifici, il volto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul corpo delle pornostar di alcuni video hard. Questi filmati sono rimasti per parecchi mesi, ottenendo migliaia di visualizzazioni.

Il padre ha richiesto la messa in prova, mentre il figlio affronterà il processo con rito abbreviato. La prima udienza è fissata per il 2 luglio, a Sassari. Le indagini, partite nel 2020, si sono basate sul tracciamento dell’utenza telefonica dalla quale erano partiti i dati. Sarebbe stato il quarantenne a modificare e a pubblicare i video.

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