Cronaca
Curava i pazienti oncologici con ultrasuoni e radiofrequenza: ergastolo

L’inchiesta è partita da un servizio de Le Iene. La dottoressa, poi radiata dall’Albo, proponeva ai pazienti oncologici cure alternative e miracolose per la cura dei tumori, come la radiofrequenza e gli ultrasuoni e sconsigliava le terapie tradizionali: condannata all’ergastolo, pena superiore a quella richiesta dall’accusa.
Alba Veronica Puddu, la dottoressa radiata dall’Albo che sconsigliava la chemioterapia e proponeva cure miracolose come ultrasuoni e radiofrequenza ai pazienti affetti da tumori, è stata condannata all’ergastolo. Una condanna dura, durissima, superiore addirittura alla richiesta dell’accusa, che aveva proposto una pena di 24 anni.
La donna è stata accusata di circonvenzione di incapace, truffa ed omicidio volontario aggravato. L’episodio in questione riguarda la morte di un paziente avvenuta proprio nello studio della dottoressa. L’inchiesta è nata in seguito ad un servizio della trasmissione Le Iene, che mostrava come eseguisse esami con faciloneria, al termine dei quali diagnosticava tumori senza evidenze scientifiche.
Per la cura di questi tumori, spesso inesistenti, proponeva cure alternative rispetto a quelle tradizionali, che sconsigliava, per curare i tumori, come gli ultrasuoni o la radiofrequenza. La radiofrequenza è un trattamento molto utilizzato in Medicina Estetica, la specializzazione dell’ex dottoressa, per tonificare la pelle del viso e del corpo. Invece la donna che è stata prima sospesa e poi radiata dall’Ordine dei Medici, la consigliava per la cura dei tumori, al pari di altri trattamenti di Medicina estetica.
Ma quando un paziente un tumore lo aveva davvero, era ancora peggio perché la dottoressa non solo proponeva ai pazienti i suoi rimedi, ma sconsigliava anche le terapie tradizionali. Almeno questo è quanto hanno ritenuto i giudici, che l’hanno condannata all’ergastolo per aver proposto radiofrequenza e ultrasuoni per la cura dei tumori. Lei in Aula ha sostenuto di non averlo mai fatto e di essere stata sempre trasparente e che alle persone che si sottoponevano ai suoi trattamenti, avrebbe sempre specificato che non si trattava di cure oncologiche.
Cronaca
Agguato ad Alatri, clinicamente morto il 18enne colpito da un colpo di pistola

Thomas Bricca, 18 anni, è stato dichiarato clinicamente morto, dopo essere stato colpito da un colpo di arma da fuoco ieri sera, 30 gennaio, ad Alatri, in provincia di Frosinone. Si ipotizza uno scontro tra bande rivali alla base dell’agguato.
Si trovava nei pressi di un bar pizzeria, quando uno scooter con due persone a bordo si è fermato e qualcuno ha aperto il fuoco. Thomas Bricca, ragazzo di 18 anni di Alatri, è stato raggiunto da un colpo alla testa: trasportato d’urgenza al San Camillo di Roma, è stato dichiarato clinicamente morto. Per dichiarare la morte cerebrale bisogna attendere 48 ore. In base alle prime ipotesi si l’agguato sarebbe avvenuto in seguito ad una rissa tra bande rivali.
Thomas Bricca stava camminando per strada quando lo scooter lo ha affiancato e la persona seduta dietro ha estratto l’arma, gliel’ha puntata contro e gli ha sparato un colpo in testa. Poi i due si sono dileguati. I carabinieri si sono messi sulle loro tracce. Alcune testimonianze hanno raccontato di scontri fra diversi gruppi di giovani, pertanto gli inquirenti stanno indagando in questa direzione. Gli investigatori avrebbero anche già formulato qualche ipotesi circa i sospettati.
Nei giorni precedenti, si sarebbero già verificati scontri e risse tra membri di opposte fazioni. I carabinieri visioneranno anche le telecamere dei circuiti di videosorveglianza presenti in zona, al fine di stabilire la dinamica dell’episodio e dare un voto e un nome ai responsabili.
Il ragazzo colpito da un colpo di pistola nell’agguato di Alatri, è stato dichiarato clinicamente morto poco dopo il suo arrivo in ospedale.
Cronaca
Trema la Romagna, terremoto di magnitudo 4.1 a Cesenatico

Serie di scosse di terremoto all’alba in Romagna, fino alla principale con epicentro nella zona di Cesenatico e magnitudo 4.1. Paura tra la popolazione, ma non si hanno notizie di danni o feriti.
RIMINI – Le prime avvisaglie sono arrivate alle prime luci del giorno, ma la scossa forte è avvenuta intorno alle 11:45. Terremoto di magnitudo 4.1 in Romagna, con epicentro Cesenatico, a 19 chilometri di profondità, in base ai dati pubblicati da Ingv. Le scosse sono state avvertite chiaramente a Rimini e in tutta Romagna, ma anche in Emilia e oltre, come nel nord delle Marche.
Oltre a quella principale che ha spaventato i romagnoli, si sono succedute diverse scosse dello sciame sismico nella provincia di Forlì-Cesena, con magnitudo tra 2.1 e 3.5, con epicentri tra Cesenatico e Gambettola.
Popolazione molto spaventata, ma non è arrivata al momento nessuna notizia relativa a danni a cose o persone.
Cronaca
Salvataggio della Geo Barents al largo della Libia: il porto assegnato è La Spezia

100 ore di navigazione dal punto in cui la Geo Barents ha effettuato un salvataggio in mare, nelle acque internazionali al largo della costa libica, e il porto sicuro assegnato dal governo per lo sbarco dei migranti e dei richiedenti asilo, La Spezia. Medici Senza frontiere: «Mentre ci avvicinavamo alla barca in difficoltà la guardia costiera libica ha minacciato di aprire il fuoco».
Nuovo salvataggio in mare della nave Geo Barents della Ong Medici Senza Frontiere, che nelle acque internazionali al largo della Libia ha recuperato 69 persone, di cui 25 minori, da un barcone in difficoltà. Contestualmente, si riaprono le polemiche relative all’assegnazione del porto sicuro: La Geo Barents è stata spedita a La Spezia.

«Perché farli sbarcare a La Spezia quando ci sono porti idonei molto più vicini? È contro il diritto marittimo internazionale» scrive su Twitter la Ong, che rende noto di dover affrontare una traversata da 100 ore molto faticosa per raggiungere il porto sicuro assegnato dal governo.
Un paio di ore prima di effettuare il salvataggio in mare, la Geo Barents aveva oltretutto accusato di aver ricevuto minacce dalla Guardia Costiera libica, mentre si avvicinava alla barca in difficoltà: «il nostro team ha assistito oggi all’intercettazione da parte della Guardia Costiera Libica di un’imbarcazione in difficoltà in acque internazionali. Mentre ci avvicinavamo per aiutare le persone e portarle in salvo, hanno minacciato di sparare».
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