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Gianni Minà e l’arte dell’intervista sorniona

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gianni minà

Allestita in Campidoglio la camera ardente, mentre i funerali si terranno in forma privata. Lo hanno reso noto i familiari tramite i social. Gianni Minà, maestro delle interviste, che con la sua aria timida e sorniona riusciva a entrare in sincera confidenza e amicizia con i più grandi dello sport, della musica, del cinema e anche della politica, aveva 84 anni.

Scompare a causa di una malattia cardiaca Gianni Minà, grande giornalista totalmente ignaro di cosa volesse dire urlare, inalberarsi, essere aggressivi né offendere così come alcuni suoi attuali colleghi si fregiano di fare, millantando sincerità e passione.

Gianni come amava sentirsi chiamare da tutti coloro i quali lo circondavano, riusciva con la su aria timida e sorniona a entrare in sincera confidenza e amicizia con i più grandi dello sport, della musica, del cinema e anche della politica. Indimenticabile il suo rapporto con Fidel Castro, che lo scelse per raccontare per la prima volta sulla stampa internazionale la storia di Che Guevara, ma anche quello con Sandro Pertini con il quale spesso intrattenevano cene e confidenze.

Nella memoria di molti se non di tutti saranno impresse le immagini di Maradona, il quale dopo la vittoria in semifinale contro l’Italia evitò tutti gli altri giornalisti dicendo: «scusate ma devo parlare con il amico Gianni Minà». Durante la sua lunghissima carriera ha raccontato eventi sportivi rimasti nella storia, dai campionati mondiali di calcio, all’incontro di pugilato Alì vs Foreman svoltosi a Kinshasa nel 1974. Ha fatto meravigliosi viaggi a Cuba e in altri Paesi latino-americani che ha reso noti in indimenticabili reportage. Troisi in una sua irresistibile gag si definì invidioso di Minà per la sua leggendaria agendina dove alla lettera F appariva il nome e il numero di telefono di Fidel e alla lettera C corrispondevano i dati di Cassius Clay, non ancora diventato Muhammad Alì.

È ovvio e anche giusto che nei prossimi giorni ci saranno innumerevoli testimonianze di stima e affetto per Gianni Minà, ma non dobbiamo dimenticare quanto in realtà sia stato dimenticato e isolato da una tv dimostratasi immensamente irriconoscente.

La famiglia ha annunciato la dipartita del compianto Gianni attraverso la sua pagina ufficiale di Facebook dichiarando “non è mai stato lasciato solo ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari”. Sarà possibile rendere omaggio al grande giornalista dalle 10 alle 19, mentre i funerali si terranno in forma privata.

Francesca Pia Lombardi

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Attualità

Sanzione da 200 mila euro alla Rai per la pubblicità occulta sulle scarpe di John Travolta

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Il purtroppo indimenticabile teatrino tra Fiorello, Amadeus e John Travolta a Sanremo, oltre che ad essere stato orribile, costa caro alla  Rai, che ha ricevuto una sanzione per pubblicità occulta. Agcom: «episodio gravissimo».

In quel inguardabile siparietto saltavano all’occhio tre cose: l’evidente imbarazzo di un attore che non si è fatto scrupoli a recitare nel pietoso “Battaglia per la Terra”, delle papere giganti e la marca delle scarpe indossate dall’attore. Il “ballo del qua qua” con John Travolta, Amadeus e Fiorello costa caro alla Rai: sanzione da oltre 200 mila euro per pubblicità occulta.

La Commissione per i servizi e i prodotti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazione ha approvato una sanzione di euro 206.580,00, pari a venti volte il minimo edittale, per ‘violazione delle disposizioni relative alla corretta segnalazione dei messaggi pubblicitari”, definendo «gravissimo» l’episodio.

«La violazione accertata – sottolinea oggi l’autorità – riguarda la pubblicità occulta di un noto marchio di scarpe nel corso dell’esibizione di John Travolta insieme ad Amadeus, conduttore del Festival. L’Autorità ha ritenuto di estrema gravità l’episodio, in quanto l’esposizione del prodotto è avvenuta nel corso del principale programma televisivo della Rai in termini di audience e durante l’esibizione di un ospite di chiara fama internazionale, con notevoli effetti pregiudizievoli a danno dei telespettatori. Nel determinare la sanzione l’Autorità ha tenuto conto della reiterazione della condotta da parte della Rai, già sanzionata per episodi di pubblicità occulta nel corso della passata edizione del Festival di Sanremo».

L’esibizione di Travolta con i pennuti è stata talmente brutta, che lo stesso attore ha rifiutato di firmare la liberatoria che ne autorizza la rimessa in onda. Ma in quel momento di fronte allo schermo c’erano circa 11 milioni di osservatori. Abbastanza per avere tonnellate di meme a ricordarci un imbarazzante momento di televisione.

Ed intanto arrivano anche le prime reazioni del mondo politico: «Amadeus ha sbagliato e Amadeus deve pagare» ha affermato Maurizio Gasparri, secondo il quale «dovrebbero pagare non i cittadini attraverso il canone, ma i responsabili di questo episodio, quindi Amadeus, che si è arricchito negli anni con i soldi della Rai, e chi non ha vigilato a dovere sulla trasmissione».

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Musk sulla figlia transgender: «è morto, ucciso dalla teoria woke. Non avrei dovuto accettare i trattamenti»

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Intervistato da Tmz il tycoon ha usato dure parole nei confronti della figlia transgender: «Mio figlio è morto, è stato ucciso dal virus della mentalità woke».

Tra i due non corre buon sangue. La ventenne Vivian Jenna Wilson, nato come Xavier Musk, dopo il cambio di sesso ha interrotto ogni rapporto con il padre, il fondatore di Tesla e Space X, ed ha assunto il cognome della madre. La transizione non è stata bene accolta da Elon Musk, che, intervistato da Tmz ha usato parole molto dure nei confronti della figlia transgender: «Mio figlio è morto, è stato ucciso dal virus della mentalità woke».

Il miliardario ha anche abiurato il suo consenso ai trattamenti ai quali il figlio si è sottoposto: «Sono stato ingannato nel firmare documenti medici per approvare qualsiasi trattamento lei ricevesse». Parlando con il suo intervistatore, Musk ha affermato di aver accettato perché gli avevano paventato il rischio di un gesto autolesionistico da parte del giovane.

Non è la prima volta che tra Musk e la figlia transgender due volano screzi a mezzo stampa. In passato si sono scambiati dichiarazioni al vetriolo non soltanto sulle diverse visioni sui diritti Lgbtq+, ma anche in tema di politica. Misk ha spesso definita la figlia come una «comunista» e «marxista» che odia i ricchi».

 

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Attualità

Flavio Briatore: «tanta stima per chi campa con 4 mila euro al mese»

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polemiche flavio briatore 4 mila euro al mese

Il noto imprenditore voleva fare una sorta di elogio al ceto medio per essere in grado di destreggiarsi in tempi difficili, ma le sue parole a molti non sono piaciute. Ma non manca chi lo vorrebbe candidato.

Polemiche su Flavio Briatore che, ospite del podcast 2046 condotta da Fabio Rovazzi e Marco Mazzoli, ha affermato: «Come si fa a vivere con 4 mila euro al mese?». Una frase, rilanciata sui social dallo stesso imprenditore, che ha suscitato l’irritazione di molti utenti.

In realtà Briatore si era lanciato in una sorta di elogio delle famiglie italiane in tempi di inflazione: «Io penso che una famiglia di quattro persone, con il marito che guadagna 1 e 500 euro al mese o 2 mila, e la moglie magari ne guadagna 1 e 500 ma anche 2 e 500 o 4 mila, già sono cifre importanti, come fanno a vivere?». A molti è sembrato un discorso snob con numeri oltretutto lontani dalla realtà. Ma Briatore continua: «Cioè io mi chiedo: paghi l’affitto, se hai bisogno del dentista o di comprare qualcosa… cioè questi sono i veri miracoli. Cioè per sta gente qui tanto di rispetto perché è la cosa più difficile che puoi fare. Mantieni i tuoi figli, la tua famiglia, li vesti bene….»

Il problema, secondo Briatore, sta tutto nelle tasse: «Gli aumenti dei salari è giusto, ma non puoi pagare le tasse che ti appioppano. Dovrebbero diminuire le tasse, aumentare anche questo e i soldi spenderli bene».

Il suo discorso non ha ricevuto soltanto critiche. Qualcuno ha gradito, anzi, auspica perfino una sua discesa in campo: «Ci vorrebbe una persona così a governare» si legge tra i commenti. E’ non è l’unico.

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