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Cronaca

Inchiesta sulle plusvalenze della Juventus, il pm voleva l’arresto per Agnelli

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Sono 16 gli indagati nell’inchiesta della Procura di Torino sulle plusvalenze della Juventus: membri del CdA, dirigenti bianconeri e revisori. Respinta la richiesta di arresti domiciliari per Andrea Agnelli.

Il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Torino ha respinto la richiesta di arresti domiciliari per Andrea Agnelli, presentata dal pubblico ministero. Il presidente della Juventus è tra i 16 indagati nell’inchiesta sulle plusvalenze e sui presunti bilanci truccati, insieme all’amministratore delegato Maurizio Arrivabene, i membri del Consiglio di Amministrazione Francesco Roncaglio ed Enrico Vellano, il vice presidente Pavel Nedved, l’ex direttore sportivo Fabio Paratici. Secondo quanto trapelato, tra coloro che i pm avrebbero voluto interrogare, figurerebbe anche Cristiano Ronaldo, tramite rogatoria, ma il fuoriclasse avrebbe reso noto di non voler presentarsi a Torino.

Diversi i reati ipotizzati dagli inquirenti: falso nelle comunicazioni sociali, false comunicazioni rivolte al mercato, aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni. Secondo chi indaga, la Juventus avrebbe alterato i bilanci degli anni 2019, 2020 e 2021, sfruttando scambi di giocatori e manovre sui contratti e sui rinnovi. In sostanza, gli scambi dei giocatori, che non generano flussi finanziari, sarebbero stati fatti risultare come cessioni o acquisti, al fine di rattoppare le perdite in bilancio. Con plusvalenze, manovre di mercato e operazioni fittizie, la Juventus avrebbe alterato i bilanci, nascondendo le reali perdite. 39 milioni e 896 mila euro anziché 84 milioni e 506 mila nel 2018, 89 milioni e 682 mila euro anziché 236 milioni e 732 mila euro nel 2019, 209 milioni e 514 mila, anziché 222 milioni e 477 mila nel 2020. 216 milioni di perdite non dichiarate dunque secondo gli inquirenti.

Secondo le indiscrezioni, il giudice avrebbe respinto la richiesta di arresti domiciliari per Andrea Agnelli non per l’assenza di indizi di colpevolezza, ma perché il clamore suscitato dagli avvisi di garanzia e delle perquisizioni del novembre scorso ha reso improbabile che gli indagati potessero colpire ancora.

Tra le carte dell’inchiesta, spunta anche la gestione dell’emergenza covid in casa bianconera. Dal momento che le entrate erano crollate anche per la Vecchia Signora, i giocatori rinunciarono a 4 mensilità, come hanno annunciato a stampa e televisioni. Secondo la procura però, solo una fu la mensilità alla quale i calciatori hanno dovuto davvero rinunciare. Le altre tre sono state posticipate e dilazionate.

Anche per quanto riguarda gli stipendi, gli inquirenti hanno notato qualche manovra ombrosa. Nel maggio e nel giugno dello scorso anno, a fronte di una riduzione di alcuni ingaggi, la Juve aveva preso l’impegno di reintegrare lo stipendio a chi fosse rimasto nel club, ma sarebbe emerso che anche ai giocatori approdati in altri lidi è stata versata l’integrazione. Proprio su questo i pm avrebbero voluto sentire Cristiano Ronaldo.

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Cronaca

Controlli dei Nas nelle mense scolastiche di tutto il Paese: irregolarità in un terzo di esse

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Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute e il Ministero della Salute, d’intesa con il Ministero della Salute, ha avviato una campagna di ispezioni e verifiche nelle mense scolastiche di tutto il Paese. Oggetto dei controlli, i servizi di ristorazione e quelli di catering di asili, scuole elementari, medie e superiori ed università. In seguito ai controlli dei Nas nelle mense scolastiche, sono emerse irregolarità in un terzo delle ditte controllate.

341per la precisione e attività in cui sono state riscontrate violazioni, su 1058 aziende controllate. In tutto sono stati sequestrati 700 chili di derrate alimentari non tracciabili, avariati o mal conservati, 9 cucine sono state chiuse, 22 gestori di servizi mensa sono stati denunciati. Le violazioni penali e ammnistrative sono 482 e le sanzioni complessive superano i 240 mila euro.

Tra le principali irregolarità riscontrate, le carenze strutturali degli impianti e dei locali in cui venivano conservati e preparati i cibi, carenze igienico sanitarie, discrepanze tra qualità e quantità dei cibi dichiarate e quelle effettivamente servite, contratti e preparazione professionale degli addetti.

Molto spesso gli inquirenti hanno trovato alimenti scaduti, conservati male e privi delle etichettature relativa a tracciabilità e ingredienti previsti dalle norme. Giusto per fare due esempi eclatanti delle irregolarità riscontrate dai Nas in seguito ai controlli nelle mense scolastiche, in un caso in una scuola è stata servita pasta e patate priva di patate, mentre in un’altra le stoviglie venivano conservate nei bagni.

Le forze dell’ordine rendono noto che con le operazioni dei giorni scorsi non si concludono le verifiche relative al benessere degli studenti e degli scolari all’interno degli edifici scolastici.

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Cronaca

Le scale mobili sono fuori uso: i vigili accompagnano in braccio la turista disabile

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Le scale mobili della stazione Colosseo della Metro B di Roma sono rotte da mesi: i vigili urbani hanno accompagnato in braccio una turista disabile.

Un fastidioso disguido a cittadini e turisti si è trasformato in uno straordinario gesto di solidarietà da parte dei vigili di Roma, che hanno accompagnato in braccio una ragazza disabile, per permetterle di vedere il Colosseo.

Le scale mobili della stazione della metro antistante l’Anfiteatro Flavio sono fuori uso oramai da mesi. Qui è rimasta bloccata una turista americana affetta da Sla di 21 anni, che si sposta per mezzo di deambulatore. Ha chiesto aiuto agli agenti di polizia locale e per permetterle di visitare il Colosseo, i vigili di Roma l’hanno accompagnata per le scale in braccio.

E per una volta sui social, a fianco alle inevitabili e sempiterne proteste nei confronti del trasporto pubblico capitolino, si sprecano le lodi nei confronti dei due agenti che hanno accompagnato in braccio la turista disabile.

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Attualità

Scimmiotta il discorso di Mussolini sul delitto Matteotti: dimissioni per Claudio Anastasio, il manager scelto da Meloni

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Era stato scelto da Giorgia Meloni per guidare 3-I, la società che gestisce l’innovazione digitale di Inps, Inail e Istat. Claudio Anastasio si è dimesso dopo che è cominciata a circolare una sua mail inviata al consiglio di amministrazione, nella quale scimmiottava il discorso di Benito Mussolini.

Quando Benito Mussolini si assunse la responsabilità del delitto Matteotti, il Paese cambiò definitivamente. Il ventennio entrava nel vivo, Mussolini si toglieva l’abito borghese da presidente del Consiglio per indossare la divisa da duce, le opposizioni nel tentativo di farlo desistere, gli spianarono la strada. Il delitto Matteotti, e il conseguente discorso alla Camera di Mussolini, è una delle pagine più significative, e per certi versi più drammatiche, della storia contemporanea del Paese. Eppure a Claudio Anastasio, manager scelto da Giorgia Meloni in persona per guidare 3-I, è parsa una buona idea usare questo discorso per inviare una mail al consiglio di amministrazione, nella quale commentava la sua nomina. Il corpo della mail è pressoché la trascrizione letterale del testo mussoliniano: 3-I sostituisce la parola fascismo.

«Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito? Ebbene, io dichiaro qui, al cospetto di Voi, ed al cospetto di tutto il Governo italiano, che assumo (io solo!) la responsabilità di 3-I (politica! morale! storica!) di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se 3-I è stata una mia colpa, a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho alimentato nel mio ruolo». Forse una provocazione, forse uno scherzo di cattivo gusto, fatto sta che non a tutti è piaciuta questa goliardata. E la mail ha cominciato a circolare, fino a che Repubblica l’ha pubblicata.

Risultato? Tantissime critiche e polemiche e Claudio Anastasio costretto alle dimissioni da 3-I. La società gestisce la transizione digitale, quindi i software, di Inps, Inail ed Istat. Quindi di tre delle principali banche dati del Paese. Il ruolo, delicato e prestigioso, gli era stata conferito dalla presidente del Consiglio.

Le dimissioni sono state accompagnate da un messaggio molto più neutro: «Comunico la volontà irrevocabile di rassegnare le mie dimissioni dall’incarico di componente del cda e presidente della società 3-I S.p.A. con effetto immediato».

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