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L’ironia del premier albanese: «ieri eravamo noi i migranti, oggi gli italiani»

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Il premier albanese ha usato la foto del mercantile Vlora per un post ironico sui migranti turistici italiani che prendono d’assalto le coste dell’Albania d’estate.

Utilizzando due foto che ritraggono da due angolazioni diverse lo sbarco del mercantile Vlora al porto di Bari nel 1991, la nave simbolo dell’esodo dei migranti albanesi verso il nostro Paese, il premier albanese Edi Rama ha pubblicato un post ironico dedicato all’esodo estivo degli italiani che negli ultimi anni scelgono sempre più spesso l’Albania per le proprie vacanze.

«E aspetta aspetta, non hai ancora visto niente» recita la didascalia del post che mostra due inquadrature del mercantile. A sinistra è scritto, «albanesi partono per l’Italia 1991», a destra «Italiani partono in ferie per l’Albania 2023». Al centro dell’inquadratura sempre il mercantile preso d’assalto dai migranti trentadue anni fa.

La Vlora era un mercantile proveniente da Cuba con un carico di canna da zucchero. Quando fece tappa a Durazzo fu presa d’assalto da migliaia di persone ed il comandante si vide costretto a fare rotta verso la puglia. Lo sbarco di circa venti mila migranti albanesi, affamati e spossati, divenne l’immagine simbolo dei flussi migratori che coinvolgevano la polveriera balcanica negli anni ’90.

Da allora l’Albania ha avviato un processo di sviluppo economico che sta gradualmente producendo i suoi risultati. Dal punto di vista turistico, è diventata una meta molto ambita anche per sfuggire al caro vacanze. Buoni servizi, bel mare, buona cucina a costi contenuti. Molti imprenditori sono italiani ed hanno applicato i modelli turistici del nostro Paese, mentre come gran parte del personale si è formato sulle nostre coste, per poi far ritorno in patria. I prezzi sono ancora accessibili, sebbene sia sensibile l’aumento generalizzato dei costi rispetto solamente a qualche anno fa.

Il post ironico del premier Rama sull’esodo di migranti turistici italiani verso le coste dell’Albania ha suscitato tante reazioni. Tra chi si è divertito e chi invece ha considerato fuori luogo il post, sono centinaia i commenti di albanesi che esprimono gratitudine al nostro Paese per l’accoglienza ricevuta.

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Salvini e il post mentre fa la spesa: «niente pesche, ma tanta roba», Calenda: «vai a lavorare»

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Matteo Salvini posta sul proprio profilo un post con due foto che lo immortalano mentre fa la spesa e il leader di Azione Calenda lo trolla: «non ci rompere le pxxxe e vai a lavorare».

Matteo Salvini è alla frutta e lo fa vedere: posta una foto sul proprio profilo mentre fruga tra i marroni nel reparto ortofrutticolo di una nota catena di supermercati, di cui recentemente si è molto discusso a causa dello spot della pesca della discordia. E proprio citando il caso mediatico Salvini pubblica un post con due foto, una mentre carica la spesa in macchina e uno in cui sceglie le castagne, accompagnate dalla didascalia: «niente pesche, ma tanta roba. Le domeniche belle».

In poco tempo arriva la risposta, fulminea e fulminante, dell’onnipresente (sui social) Carlo Calenda: «Caro Matteo, non ci rompere le pxxxe e vai a lavorare. Parte seconda». Un post non proprio velato insomma. Parte seconda perché qualche giorno fa ne aveva caricato uno simile sempre rivolto al ministro dei Trasporti e sempre sul medesimo argomento.

Salvini infatti aveva condiviso sul proprio profilo lo spot oggetto del dibattito, commentando: «Dare voce ai tanti genitori separati, a quelle mamme e a quei papà quasi mai citati e spesso troppo dimenticati, al legame indissolubile con i figli. Trasformare uno spot in uno splendido messaggio di Amore e Famiglia merita solo sorrisi. Come fa certa gente a insultarlo e deriderlo solo perché non narra il “modello” che vorrebbero loro?». Anche in questo caso la replica del leader di Azione non si è fatta attendere ed è arrivata in punta di fioretto: «Matteo, non ci rompere le pxxxe e vai lavorare».

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Meme di Musk contro Zelensky: «quando sono passati 5 minuti e non hai chiesto un miliardo di dollari in aiuti»

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L’account ufficiale di Elon Musk ha pubblicato su X una serie di meme provocatori: il patron di Space X e Tesla si è scagliato contro il presidente ucraino, i vaccini, i media e il presidente Biden.

«Quando sono passati 5 minuti e non hai chiesto un miliardo di dollari di aiuti» cita la didascalia. La foto, tratta da un celebre meme, mostra Volodymyr Zelensky che si trattiene a fatica, con le vene ingrossate dallo sforzo. Il meme di Elon Musk contro Zelensky ha suscitato tantissime reazioni contrariate, ma non è l’unico a tono provocatorio pubblicato nelle scorse ore su X dal suo patron.

Ma non c’è solo Zelensky tra i bersagli dei meme di Musk. Poco prima aveva pubblicato un post dai toni psichedelici che mostrava una spirale ed un dottore e la didascali: «Immagina un vaccino così sicuro che bisogna essere minacciati per prenderlo. Per una malattia così mortale bisogna sottoporsi a un test per sapere di averla». Il riferimento al vaccino anti covid è fin troppo palese. Esplicito il terzo meme: un cane di grossa taglia appoggio, indicato semplicemente come Elon, appoggia i testicoli in testa ad un altro cane, indicato genericamente come media.

Oltre ai post satirici, e divisivi, Musk dedica un pensiero anche alle politiche migratorie del presidente degli Sati Uniti: «Se New York si sta già piegando sotto il carico e ha esaurito lo spazio, come sarà la situazione tra un anno? La politica di apertura delle frontiere è iniziata sotto Biden due anni fa. Questa politica non era in vigore sotto Obama e il governatore Hochul è un democratico e non un repubblicano, quindi non si tratta di una battaglia politica tra D e R, ma di una questione specifica dell’attuale amministrazione».

I meme pubblicati da Musk hanno ampiamente diviso gli utenti dell’ex Twitter, ora X, ma sembrano rispondere alla nuova strategia imposta dal nuovo titolare: creare contenuti anche discutibili, ma sicuramente discussi.

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Caso Fedez a Belve, la replica di Rai: «nessuna censura, ma no a ospitata retribuita»

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La partecipazione del rapper Fedez al programma Rai Belve, condotto da Francesca Fagnani, è saltata per decisione dei vertici Rai, che spiegano di non aver dato il via libera ad un’ospitata retribuita.

Fedez non sarà ospite di Francesca Fagnani su Belve, programma di successo su Rai 2, per decisione dell’azienda e non per motivi di salute. Ne dà conferma la stessa conduttrice, via social: «Rai non l’ha ritenuta opportuna [la partecipazione di Fedez a Belve, ndr]. Non condivido questa decisione, né Belve del resto ha mai tolto voce a nessuno. Magari non finirà così».

A breve distanza è giunta la precisazione di viale Mazzini, secondo cui non si tratta di una scelta politica, bensì aziendalista: «Nel caso di Belve si tratta di un programma di intrattenimento e non di una trasmissione giornalistica. La decisione dell’azienda di non approvare la partecipazione retribuita di Fedez non a nulla a che vedere con la politica, che non si è minimamente interessata al caso se non per strumentalizzare la vicenda, dopo la pubblicazione del post della Fagnani. Quindi nessuna censura ma solo una scelta dell’azienda», la dichiarazione che Ansa attribuisce di un dirigente Rai.

In molti dopo l’indiscrezione di TvBlog avevano parlato invece di censura. Spesso i rapporti tra il rapper e la tv di Stato non sono stati proprio idilliaci e secondo qualcuno la Rai avrebbe voluto punire le sparate a zero di Fedez degli anni scorsi. In tutto questo, il corteggiamento della Fagnani per averlo ospite è durato a lungo e a più riprese, anche pubblicamente, il rapper aveva rifiutato l’intervista. Ora che l’ha accettata in viale Mazzini hanno deciso che questa intervista non s’ha da fare.

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