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Mattel lancia la Barbie con la sindrome di Down: «passo in avanti per l’inclusione»

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barbie con sindrome di down

La bambola regina di tutte le bambole, Barbie, che nel corso degli anni si è proposta sotto diversi vesti, è pronta a fare il suo debutto anche nella versione con sindrome di Down. Mattel accompagna il lancio spiegando che si tratta di una scelta dettata dall’inclusività.

Le bambine e i bambini con sindrome di Down, potranno giocare con una bambola «che gli assomigli», afferma Kandi Pickard, presidente e Ceo di National Down Syndrome Society (NDSS), che ha collaborato con Mattel nella realizzazione della prima barbie con sindrome di Down. «Questa Barbie – prosegue Pickard – ci ricorda che non dovremmo mai sottovalutare il potere della rappresentazione. È un enorme passo avanti per l’inclusione».

Non è la prima volta che l’iconica bambola, che nel corso degli anni ha seguito tutte le mode ed ha svolto qualsiasi mestiere, veste i panni di una persona con disabilità, oppure affetta da patologie. L’azienda infatti ha già lanciato i modelli sulla sedia a rotelle, con l’apparecchio acustico e con le protesi alle gambe. Nel 2016 Lego tentò un’operazione simile, creando una mini-figura disabile, ovvero un ragazzo su sedia a rotelle con cappello a cuffia. In quel caso però non si trattò di una campagna particolarmente efficace e l’azienda danese venne accusata di aver «assecondato gli stereotipi sulla disabilità».

La nuova Barbie con la sindrome di Down si discosta dalla figura tradizionale alla quale siamo abituati. Collaborando con NDSS, ha cercato di ricreare una figura che potesse rappresentare in modo accurato una persona con sindrome di Down: il busto è più lungo, la figura più minuta, la forma degli occhi ricalca quelle delle persone che si trovano in questa condizione genetica e la forma del viso è più rotonda. Indossa un abito giallo e blu, colori della giornata dedicata alla consapevolezza sulla sindrome, la sua collana ha un pendente con tre galloni che rappresentano le tre copie del 21esimo cromosoma, il materiale genetico che causa le caratteristiche associate alla sindrome di Down, e alla caviglia indossa plantari rosa.

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Attualità

Saluto fascista alla parata del 2 giugno? No, ma in tanti abboccano alla fake

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saluto fascista parata 2 giugno

Tra i volti noti che si sono indignati per il saluto fascista e l’omaggio alla X Mas durante la parata del 2 giugno, sotto gli occhi del presidente della Repubblica Mattarella, anche Roberto Saviano e Michela Murgia, ma si tratta di una fake news: smentita dalla Marina: non era un saluto romano, ma un «attenti a sinist».

Durante la parata delle forze armate in occasione della Festa della Repubblica, lo scorso 2 giugno, diversi militari sono stati immortalati con il braccio destro teso e subito sul web si è lanciato l’allarma: è un saluto fascista, un insulto alle istituzioni democratiche, una minaccia di golpe rivolta a Mattarella. Ha pure cominciato a circolare la notizia secondo la quale il gesto era accompagnato da un omaggio alla X Mas, il reparto della fanteria marina che, sotto il comando del principe Junio Valerio Borghese, passò dalla parte della Repubblica di Salò dopo l’Armistizio. Tra coloro che si sono indignati e detti «preoccupati» gli scrittori Roberto Saviano e Michela Murgia. Ma in realtà, hanno preso un granchio e a smentirli è stata la stessa Marina Militare.

Quello che alcuni soldati hanno fatto non era un saluto fascista, ma l’«attenti a sinist», un  saluto alla tribuna delle autorità che fanno tutti i reparti che sfilano. Il grido «Decima» che alcuni hanno interpretato come un omaggio alla X Mas, si riferiva alla «Decima della Marina militare del Regno che ha operato fino al 1943 e che è il precursore degli incursori di Marina».

Nono sono mancate le repliche. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, commentando l’episodio ha detto: «Chi infanga i Comsubin con assurdi paragoni con la Rsi disprezza il valore e il lavoro delle Forze speciali».

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In tre in sella senza casco: polemiche sul cantante Ultimo

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ultimo senza casco

Il video che mostra tre persone in motorino senza casco, tra le quali il cantante Ultimo, sfrecciare per le vie di Napoli ha suscitato diverse critiche e in molti chiedo al cantante di chiedere scusa pubblicamente per l’esempio sbagliato che ha fornito.

Le immagini che mostrano tre persone, tra le quali il cantante Ultimo, in sella ad un motorino mentre sfrecciano senza casco per le vie di Napoli, hanno suscitato critiche e polemiche. Non si tratta di un video rubato da qualche paparazzo, ma di un filmato pubblicato su TikTok.Il cantante, guardando in macchina sorridente, fa perfino un gesto di saluto.

Il video è subito diventato virale e contemporaneamente sono montate le critiche di chi crede che si tratti di un pessimo messaggio fornito ai più giovani da parte di un volto noto. L’episodio è diventato perfino un caso politico in seguito al post del deputato napoletano Francesco Emlio Borrelli, Alleanza Verdi-Sinistra: «Ci hanno segnalato un video pubblicato su TikTok che immortala il cantante Ultimo in giro per i Quartieri Spagnoli di Napoli su uno scooter con altre due persone. Nessuno, compreso l’artista, indossa il casco. Una cosa inaccettabile da un personaggio pubblico seguito da tanti giovani. A meno che non ci dica che si tratta di un suo ‘sosia’, chieda scusa pubblicamente al più presto».

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Che cos’è la chiazza verde fosforescente nelle acque di Venezia?

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venezia acqua verde

Si tratterebbe di un liquido tracciante usato in idraulica per verificare eventuali perdite nei tubi e negli scarichi, innocuo per la salute umana. Nessuna sigla ambientalista ha rivendicato il gesto, pertanto si pensa ad uno scherzo o ad un errore umano durante una riparazione.

Suggestive ed inquietanti al contempo, le foto dell’acqua del Canal Grande di Venezia tinta di verde fosforescente hanno fatto il giro del mondo ed hanno alimentato diverse teorie, alcune anche strampalate. Ora invece si sarebbe capito che cosa ha colorato le acque dei canali veneziani: la fluoresceina, un colorante usato come tracciante durante i lavori idraulici, per rilevare perdite nei tubi e negli scarichi. La fluoresceina è innocua per l’uomo, si può reperire tranquillamente e bastano pochi millilitri per colorare diversi litri d’acqua.

Si è pensato che potesse essere una protesta ambientalista sull’esempio di quelle avvenute nei mesi scorsi, nelle quali sono stati imbrattati fontane e palazzi, ma nessuno ha rivendicato il gesto. La mancata rivendicazione porta ed escludere dunque la pista ambientalista e a concentrarsi maggiormente verso la goliardia di qualche bontempone, oppure verso un erroneo sversamento del colorante durante qualche lavoro.

Tra coloro che pensano che l’acqua di Venezia si diventata verde fosforescente in seguito ad una qualche protesta ambientalista, Luca Zaia, presidente di Regione Veneto, che commentando la chiazza allargatasi fino a San Marco aveva paventato il rischio emulazione da «personaggi in cerca di clamore».

Secondo gli esperti, bastano un paio di grammi di fluoresceina per colorare 200 litri d’acqua. In genere il suo effetto dura un paio d’ore, ma per sciogliersi completamente nelle acque dei canali veneziani servirà qualche giorno.

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