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Cronaca

Sequestrate in un anno 8 mila tonnellate di alimenti irregolari

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Nella Giornata mondiale della sicurezza alimentare, i Carabinieri per la Tutela della Salute fanno il resoconto delle attività svolte in un anno: 27 mila ispezioni, oltre 116 mila violazioni riscontrate, 3 arresti e sanzioni per 126 milioni di euro.

Ogni 7 giugno si celebra la Giornata mondiale della sicurezza alimentare, istituita da Oms (Organizzazione mondiale per la sanità), Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), Codex Alimentarius e Ministero della Salute nel 2019. Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute ne approfitta per presentare il resoconto delle attività svolte nell’ultimo anno, durante le quali sono state sequestrate 8 mila tonnellate di alimenti irregolari.

In circa 27 mila ispezioni effettuate, i Carabinieri del Nas hanno rilevato oltre 116 mila irregolarità in 10 mila attività, pari al 37% delle strutture ispezionate. Il valore complessivo delle 8 mila tonnellate di alimenti irregolari sequestrati supera i 34 milioni di euro. Ammontano a più di 126 milioni di euro le sanzioni emanate. Più di 9 mila soggetti sono stati segnalati, 772 sono stati denunciati e 3 invece sono stati arrestati.

Le violazioni più frequentemente riscontrate riguardavano la tracciabilità degli alimenti, le tecniche e i locali di conservazione, le condizioni strutturali ed igienico-sanitarie delle attività e la formazione dei dipendenti in materia di sicurezza. Ai soggetti che sono stati arrestati invece sono stati contestati i reati di corruzione ed abuso d’ufficio.

Nelle ultime settimane invece i controlli dei Nas si sono concentrati su macellerie e ristoranti etnici. Su circa 700 ispezioni, 329 strutture sono risultate non idonee, quasi il 50% di esse. 300 operatori segnalati all’Autorità Giudiziaria e 540 sanzioni emanate, per un importo pari a 500 mila euro. 200 le tonnellate di alimenti sequestrati, dal valore di 4 milioni di euro, mentre sono 15 le imprese commerciali chiuse o sospese dai carabinieri.

Cronaca

Nove agenti accusati di arresto illegale, calunnia e falso a Piacenza

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Le indagini riguardano episodi verificatosi tra il gennaio e il luglio dello scorso anno. Otto agenti avrebbero condotto indagini alterate, mentre un nono avrebbe rilasciato false dichiarazioni nel tentativo di coprirli.

Sono 9 i poliziotti accusati e finiti sotto indagine a Piacenza: otto per arresto illegale, calunnia e falso in atto pubblico, uno per false dichiarazioni all’autorità giudiziaria. Gli episodi sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti sarebbero avvenuti tra il gennaio e il luglio del 2022.

Le indagini sarebbero partite, in base a quanto riportato dalla stampa locale, da alcune segnalazioni e sarebbero corroborate da diverse testimonianze. Ai poliziotti coinvolti dalle indagini a Piacenza, accusati di aver compiuto arresti illegali, sono stati anche sequestrati i cellulari.

In base alle accuse nei loro confronti, avrebbero abusato dei loro poteri e avrebbero redatto verbali artefatti, contenenti false attestazioni, ottenute anche mediante il ricorso a minacce.

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Attualità

Niente bagno senza consumazione: rissa in un bar di piazza San Marco a Venezia

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Botte tra orbi tra i baristi di un bar di Piazza San Marco a Venezia ed alcuni turisti, dopo che a quest’ultimi è stato negato l’utilizzo del bagno, dal momento che non avevano effettuato nessuna consumazione.

Calci, schiaffi, sedie e tavolini che volano. Non è la rissa in un saloon del vecchio West, ma quello che è accaduto giovedì 21 settembre nella splendida piazza San Marco a Venezia tra alcuni turisti ed i baristi di un bar. Questa volta a far discutere dunque, non è il comportamento indisciplinato di qualche visitatore.

Nello straordinario scorcio tra la Biblioteca Marciana e Palazzo Ducale, visitatori e lavoratori se le sono date di santa ragione. Motivo di tanto astio, l’utilizzo del bagno: secondo i baristi è destinato esclusivamente ai clienti paganti, mentre secondo i turisti era loro diritto usufruirne pur non avendo effettuato alcuna consumazione.

Gli animi si sono presto scaldati e dalle parole si è passati in fretta alle mani. Ed ai piedi. Ed ai tavoli. Quattro uomini, probabilmente stranieri, da una parte, sette camerieri dall’altra. L’insolito spettacolo ha richiamato l’attenzione dei tanti visitatori che affollano la Repubblica Marinara. Qualcuno, ovviamente, ha filmato la colluttazione ed ha caricato il contenuto sui social: il video della rissa nel bar di piazza San Marco a Venezia è diventato, a distanza di qualche giorno dall’accaduto, virale.

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Cronaca

Video porno con l’intelligenza artificiale: venti ragazzine si sono trovate nude sul web

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Undici ragazzi hanno usato l’intelligenza artificiale per realizzare fotomontaggi di video porno, sostituendo il volto delle attrici con quello di alcune ragazze minorenni. Tutti denunciati, qualcuno anche per estorsione: ha chiesto denaro in cambio della cancellazione dei video, diventati nel frattempo virali.

La storia arriva dalla Spagna, più precisamente da Amendralejo, e scoperchia il vaso delle preoccupazioni relative all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. Venti ragazzine, tra gli 11 ed i 17 anni, si sono viste improvvisamente catapultate sul web in atteggiamenti osé: qualcuno ha usato l’intelligenza artificiale per realizzare video porno con i loro volti.

Sono così finiti nei guai undici ragazzi, autori della bravata. I video realizzati tramite un’applicazione di intelligenza artificiale, sono poi stati diffusi tramite i social e le app di messaggistica, diventando in fretta virali. Qualcuno è indagato anche per estorsione: avrebbe chiesto denaro in cambio della promessa di cancellare i video.

La storia ricorda in qualche modo lo scandalo che coinvolse il sito per adulti PornHub, che nel 2019 ospitò tra le proprie pagine 58 video pornografici che ritraevano una giovane: si trattava di una ragazzina di 15 anni rapita un anno prima in California: i video erano quelli realizzati e caricati dal suo rapitore e stupratore. Venne ritrovata proprio grazie a questi filmati, che permisero agli inquirenti di individuare il maniaco che l’aveva presa e risalire al luogo in cui era detenuta. PornHub declinò ogni responsabilità, affermando di non aver controllo sui ciò che veniva pubblicato dagli utenti, modificando al contempo le regole per caricare i contenuti sul sito.

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